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  #1  
Old 06-08-2009, 07:03 AM
ELJ ELJ is offline
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The Pirate Bay All'europarlamento!!!!!


Boom degli ultrà del filesharing
STOCCOLMA
Il Partito dei pirati, che vuole difendere le libertà e legalizzare lo scambio di file su Internet, entra nel Parlamento europeo con il 7,1% dei voti, secondo i risultati parziali delle elezioni europee in Svezia. I socialdemocratici, all’opposizione, sarebbero invece in testa con il 27,9% dei voti (il 24,6 nel 2004). Con il 15,9% dei voti (contro il 18,3 del 2004) il principale partito della coalizione di centrodestra al potere, il Partito moderato, realizza - secondo i dati basati sulla metà dei voti scrutinati - un pessimo risultato a poco più di un anno dalle elezioni legislative.

I verdi avanzano, con il 9,6% dei voti rispetto al 6 del 2004, a danno del Partito della sinistra, che arretrerebbe al 6% contro il 12,8 delle precedenti europee.

Fondato nel 2006, il partito dei pirati, rivelazione della campagna elettorale svedese, ha visto triplicare i suoi iscritti in seguito alla condanna a un anno di prigione di quattro responsabili del sito svedese di scambi di file multimediali The Pirate Bay.

Sono 18 i seggi dell’Assemblea di Strasburgo destinati alla Svezia.

........che sia la volta buona per poter dare una svolta decisiva per lo scambio dei files....


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  #2  
Old 06-08-2009, 07:39 AM
alma alma is offline
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Speriamolo!
Intanto un'altra notizia che riguarda la Rete:è morto Rajeev Motwani,uno dei genii di Google.Dal Guardian
Il giro di boa della ricerca dal New York Times
Le sue papers alla Stanford University
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P2PTV?...incomincia da qua.
Perché non continuar così...e poi magari registrare?
Se hai domande...te lo cerco io
La (R)esistenza continua


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  #3  
Old 06-08-2009, 06:57 PM
Irenicus Irenicus is offline
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Ma un partito in Italia?


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  #4  
Old 06-08-2009, 07:01 PM
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Pirata?...lo abbiamo già!
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  #5  
Old 06-08-2009, 07:49 PM
Irenicus Irenicus is offline
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Quote:
Originally Posted by alma
Pirata?...lo abbiamo già!


Hai ragione

_http://www.partito-pirata.it/

Io li ho premiati per il telekom package ma non è servito a superare lo sbarramento.


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  #6  
Old 07-01-2009, 11:54 AM
ELJ ELJ is offline
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Mi Rimangio Tutto!!!


........The Pirate Bay si è venduta

Roma - Un tradimento, una sconfitta, la morte della Baia dello sharing. Ma anche un'evoluzione, un cavallo di Troia capace di scuotere l'industria dei contenuti tradizionale e traghettarla verso modelli di business più innovativi e più vicini alle esigenze del pubblico. The Pirate Bay si è venduta, si venderà ad un'azienda svedese che medita di trasformare la Baia in uno strumento di sharing inattaccabile.

È un punto di riferimento per lo sharing, è un approdo in rete per oltre 25 milioni di netizen. Il vessillo dei pirati della Baia simboleggia la condivisione in rete e l'irruenza della necessità espressa dai netizen di poter fruire dei contenuti e di poterli condividere sfruttando al massimo le potenzialità della rete. Il sequestro del 2006 ad opera della forze dell'ordine svedesi è leggenda, epici i caustici scambi di battute che hanno opposto i rappresentanti di The Pirate Bay ad un'industria dei contenuti che non sembrava stare al passo con quello che i cittadini della rete da tempo chiedono loro. The Pirate Bay ha squassato le corti di mezza Europa e mobilitato legislatori, ha innescato setacci e ha arringato le folle. Ha cavalcato i marosi delle polemiche per guadagnare l'attenzione della rete. I timonieri della Baia sono stati giudicati colpevoli, condannati a pagare milioni di euro e a scontare la propria pena con il carcere. Peter Sunde, altresì noto come BrokeP, aveva promesso che non avrebbe corrisposto nulla, le speranze della rivalsa erano riposte nel torbido passato di un giudice vicino all'industria dei contenuti, speranza flebile, spenta dalla decisione del tribunale svedese che ha giudicato lecito il procedimento con cui la Baia è stata affondata.

Cinque anni di storia in cambio di 60 milioni di corone svedesi, cinque milioni e mezzo di euro. Cifra che la svedese Global Gaming Factory, azienda che gestisce una rete globale di Internet café e centri di intrattenimento videoludico, verserà per metà in denaro sonante, per metà in quote scaturite da un nuovo assetto azionario. Da The Pirate Bay spiegano che quanto ricavato dalla vendita non servirà a pagare conti con la giustizia né a spianare la strada alla ciurma dei bucanieri: convergerà in un fondo aperto oltre i confini svedesi, fondo che alimenterà altri progetti che fermentano da tempo, dedicati alla tutela dei diritti digitali. Le energie erano esaurite, la Baia non rinuncia a lottare contro l'"odiata" industria dei contenuti, c'è bisogno di decentrare le risorse per riverberare l'impatto dello sharing, nemmeno un grazie per sei anni di lavoro, The Pirate Bay non è tutto: le reazioni cinguettate di Sunde sono scomposte, non sono impregnate della solita, rassicurante sicumera capace di fomentare le platee dei condivisori.
Global Gaming Factory ha in cantiere grandi progetti: sta completando l'acquisizione di Peerialism AB, le cui tecnologie contribuirebbero a consolidare l'infrastruttura e a gestire al meglio il traffico, provvederà a rendere più efficiente il tracker di The Pirate Bay. E intende "introdurre modelli che permetteranno che i fornitori di contenuti e i detentori dei diritti vengano pagati per i contenuti che verranno scaricati attraverso il sito". I nuovi nocchieri di The Pirate Bay aspirano a diventare inattaccabili di fronte alla legge: se la responsabilità dello sharing e delle violazioni è stata finora imputata agli utenti che approfittavano di un'infrastruttura neutra, Global Gaming Factory sembrerebbe volersi assumere la responsabilità di impugnare il timone e di virare verso il business.

Un nuovo Napster, da cui non si potrà spremere nulla di buono? Un voltafaccia che si tradurrà in una disfatta per le istanze piratesche dei cittadini della rete? Progetti che fermentano in gran segreto per sovvertire gli equilibri del mercato dei contenuti online? Se gli utenti non lesinano critiche acuminate, l'industria dei contenuti rappresentata da IFPI si esprime con cautela: "non conosciamo i dettagli e ci sono molte questioni aperte riguardo a come ciò si tradurrà in pratica - ha commentato il CEO di IFPI John Kennedy - ma saremmo entusiasti se questo processo risultasse nel fatto che The Pirate Bay diventasse un servizio legale". Concorda il presidente di FIMI Enzo Mazza: "Gli sviluppi sul fronte di Pirate Bay - ha dichiarato a Punto Informatico - invitano all'ottimismo e noi ci auguriamo che il modello legale proposto dai nuovi proprietari possa finalmente contribuire allo sviluppo del business dei contenuti digitali. Le azioni giudiziarie promosse anche in Italia hanno infine portato ad una possibile soluzione positiva".

Comunque la situazione si evolva, in qualsiasi direzione muovano le correnti, la Baia sembra prepararsi a qualcosa di dirompente. Un dirompente modello di business, un dirompente capitombolo. Dal blog ufficiale è stato annunciato l'allestimento di una interfaccia per semplificare la rimozione degli account

...troppa grazia sperare in un qualcosa di positivo.....il dio denaro continua a colpire..


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