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  #11  
Old 07-30-2007, 07:04 PM
travis bickle travis bickle is offline
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Casini respinga le dimissioni di Cosimo Mele. Il primo deputato che si è dimesso per essere andato a puttane è un eroe. Invece di rubare, estorcere, mentire, corrompere ha soltanto ceduto ai piaceri della carne. Guardatelo in faccia. Uno così aveva bisogno assoluto di scopare. Due squillo e un po’ di coca all’h.otel Flora sono il minimo sindacale.
Mele va tutelato. Ha difeso in passato “la nostra identità cristiana” e ha chiesto che fossero messi alla berlina i deputati cocainomani. Ha voluto sperimentare, vedere, toccare di persona. Lui c’entra, ci è entrato. Chi è senza p.eccato scagli la prima pietra.
Cosimo, 50 anni, lo ha ammesso: “E’ stata un’avventuretta di una sera”. Casini che vuole un test sui parlamentari per la droga avverta prima i suoi per non creare inutili imbarazzi. Se la casa di tolleranza delle libertà è per il family day, questo episodio ne rafforza i principi.
Il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, ha infatti commentato: "La vita del parlamentare è dura se fatta seriamente, ricca di impegni fuori casa, con tanti giorni da solo a Roma...". Umana comprensione, ed è giusto così. I familiari dei nostri dipendenti dovrebbero raggiungerli a Roma. Ricongiungersi, anche carnalmente a spese del contribuente. E tra una seduta parlamentare e l’altra andrebbe facilitata la scopata in famiglia. Con delle stanze attrezzate per l’occasione con una gigantografia dello psiconano e le cinque badanti sulle ginocchia.


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  #12  
Old 07-31-2007, 03:14 PM
breunzo breunzo is offline
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La ragazza squillo che ha avuto il malore: la mia vita è rovinata
"Del mio lavoro la famiglia non sapeva nulla, ho un fratello poliziotto"


"Vi racconto quella notte
ma la coca non l'ho portata io"


di VALERIA ABATE e MASSIMO LUGLI


ROMA - "Sono distrutta, la mia vita è finita dopo questa storia con il politico, mia madre e mio fratello, che fa il poliziotto, hanno scoperto come vivo e cosa faccio ma io ho la coscienza a posto, non ho commesso reati, non ho neanche bisogno di un avvocato".
Voce incrinata di stanchezza e di rabbia, uno sfogo come un fiume in piena quello di F. Z., la ragazza squillo finita all'ospedale dopo una notte di sesso e cocaina all'***el Flora assieme al parlamentare dell'Udc Cosimo Mele.

"Ho letto le sue dichiarazioni ai giornali e la verità è stata completamente stravolta. Io non l'ho denunciato e lui non solo non mi ha neanche telefonato per ringraziarmi ma, anzi, mi fa apparire in questo modo".

Era la prima volta che lo incontrava?
"Si, la prima. Me l'ha presentato una persona".

L'onorevole Mele ha detto: "Non sapevo che fosse una squillo". E' vero?
"Certo, come no? Ma se la prima cosa che ha fatto è stata quella di darmi i soldi, ma andiamo...".

Quanto le ha dato?
"Senta, io non ho voglia di parlare di queste cose. Sono rovinata, i miei clienti hanno capito che sono io e nessuno mi chiama più. Io ho un mutuo da pagare, i Rid, come faccio se non lavoro più? Io uso il mio nome, quello vero, perché sono una persona vera. E adesso mia madre e mio fratello hanno scoperto tutto e non mi parlano più, la persona con cui stavo, che sapeva benissimo tutto, mi ha lasciata dall'oggi al domani, non ho lavoro, non ho un compagno, non ho una famiglia, sono distrutta".

Torniamo a quella sera al Flora. L'onorevole Mele dice che, a un certo punto, si è addormentato.

"No, nessuno ha mai dormito quella notte. Siamo rimasti dalle 2 alle 5 del mattino, in tre in una stanza. E poi alla fine mi sono sentita male, ho visto delle cose che mi hanno fatto paura".

L'onorevole Mele ha chiamato l'ambulanza?
"Macché, ha cercato di strapparmi il cellulare di mano. Io ho telefonato al mio compagno e poi a mio fratello".

Lei ha portato la droga? Cosa ha preso? Pasticche? Coca?
"Io non ho portato assolutamente nulla. Mai. E le pasticche non le ho mai prese in vita mia, tra l'altro mi fanno paura. E poi ci sono le analisi che parlano chiaro"

Overdose di cocaina quindi. Chi l'ha portata?
"Ascolti, come sono andate le cose lo so io e lo sa la polizia. Mi hanno torchiata dalle 8 del mattino alle 6 di sera, sono venuti a prendermi in ospedale. Ero sporca, sudata, semisvestita. E' stato un vero tormento, non mi sono mai sentita così umiliata in vita mia. Sa quanti mi hanno chiamata dicendo: lo so che sei tu. Nel nostro ambiente mettersi troppo in vista, finire sui giornali non va bene. Io sono una persona comune, voglio vivere una vita anonima".



Last edited by breunzo : 07-31-2007 at 03:16 PM.


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  #13  
Old 07-31-2007, 03:15 PM
breunzo breunzo is offline
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La proposta di Cesa

L’ultima frontiera dei privilegi:
un’indennità contro le tentazioni
Onorevoli spesso lontani da casa? Le sedute sono in media 3 alla settima


E l'«indennità tentazioni»? La pensata di Lorenzo Cesa spalanca ai già vezzeggiati politici nostrani nuovi orizzonti. Per evitare che un parlamentare in trasferta a Roma ceda ai pruriti e metta le corna alla moglie con una squillo, come Cosimo Mele, gli italiani si dovrebbero far carico di aumentare il suo stipendio per il «ricongiungimento familiare».
Un’idea, diamogliene atto, fantastica. Che darebbe vita a un frizzante dibattito d’aula. Questo diritto al ricongiungimento, concetto in genere utilizzato per gli immigrati che dopo anni di lavoro in Italia vorrebbero essere raggiunti da moglie e figli rimasti in un’isola delle Filippine o sulla peruviana Cordillera Negra, vale per tutti o solo per chi ha la famiglia che abita oltre Viterbo e Frosinone? Vale per le mogli regolarmente sposate o anche per le compagne more uxorio? Possono bastare altri 4.190 euro (4.678 a Palazzo Madama) come quelli dati per stipendiare i portaborse o sono pochi? È dura, vivere a Roma! Chi potrebbe mai negare a queste spose e conviventi (per i parlamentari iDico ci sono già) deportate nella capitale un appartamento in cui vivere dignitosamente in centro storico? Mobili e lampadari su misura dei propri gusti? L’abbonamento a Sky per le lunghe giornate di seduta assembleare? I viaggi in treno o in aereo anche, eventualmente, per la diletta prole? Una domestica per dare una mano in casa, un reparto di pronto intervento elettro-idraulico per i guasti, una baby-sitter per i pargoletti, una tessera per andare al cinema gratis?
Direte: che razza di idea! Attenzione: c’è chi vi accuserebbe di qualunquismo. Preso atto che la capacità di resistere alla carenza di sesso di un deputato del suo partito cattolico è molto più ridotta di quella di Sharon Stone e non supera una manciata di giorni (l’ha detto il Mele in un’intervista: «Questa storia non c’entra niente coi valori della fami glia. Non posso essere un buon padre e un buon marito solo perché dopo cinque giorni fuori casa mi capita un’occasione?») Lorenzo Cesa ha detto proprio così. Testuale: «Si parla tanto di costi della politica, ma al parlamentare bisognerebbe dare di più e consentire il ricongiungimento familiare. Perché la vita del parlamentare è dura, la solitudine è una cosa molto seria». Certo, c’è chi dirà che, come denunciò Giulio Andreotti tre anni fa, «si lavora in aula solo tre giorni la settimana, dal martedì al giovedì».
Chi ricorderà che un mucchio di volte, in questi anni, è capitato che la maggioranza andasse sotto o che provvedimenti importanti saltassero per mancanza di numero legale solo perché, al giovedì sera o al venerdì, troppi deputati e senatori avevano già preso l’aereo per tornarsene a casa. Chi sottolineerà che nell’ultima legislatura, per fare un esempio, le sedute a Montecitorio sono state 749 in 1.735 giorni: tre alla settimana. Chi calcherà la mano precisando che nei primi sei mesi del 2005, per prendere un periodo a campione, le sedute tenute di venerdì si contano sulle dita di una mano. Chi noterà infine, come dice un’inchiesta dei radicali diffusa ieri da Ugo Magri, che gli eletti alla Camera dell’Udc marcano mediamente visita a una votazione su quattro. Insomma: se l’irredentista irlandese Bobby Sands riuscì a resistere 66 giorni senza mangiare, prima di morire in carcere a Belfast, un deputato nostrano non può resistere in astinenza tre giorni la settimana?
Nella strepitosa sortita del segretario neo-democristiano, che deve essersi morso la lingua davanti alle reazioni sarcastiche non solo degli avversari ma perfino di qualche amico, c’è tuttavia da prendere atto di una novità. In altri tempi, altri democristiani avrebbero proposto all’incontinenza erotica soluzioni diverse. Il mitico Matteo Tonengo, un contadino piemontese eletto per lo scudocrociato, arrivò nei primi anni del dopoguerra a chiedere ai questori della Camera di usare il tesserino parlamentare anche per andare gratis al bordello. Altri tempi. Il caso «sex&coca» che vede oggi come protagonista Mele, tuttavia, non è affatto una novità di questa seconda repubblica.
Basti ricordare lo scandalo intorno alla morte di Wilma Montesi, la ragazza trovata senza vita nel 1953 sulla spiaggia di Capocotta, vittima (così si disse) di un festino a base appunto di sesso e di droga, scandalo che vide il coinvolgimento di Piero Piccioni (figlio di Attilio, allora vice-presidente del consiglio) e sul quale l’Unità arrivò a infierire con botta-risposta come questo: «A Capocotta poca coca cape». «Non poca coca cape a Capocotta». Ecome dimenticare Mary Fiore, la parrucchiera siciliana che, venuta a Romadecisa a far fortuna e diventata proprietaria d’un famoso salone di bellezza («Jeunesse», vicino a largo del Tritone) venne arrestata nel 1961 perché, come ha scritto Filippo Ceccarelli nel libro «Il letto e il potere », aveva «messo su un’agenzia di prostituzione d’alto bordo, frequentata da uomini ricchi e potenti», molti dei quali politici?
Per non dire dell’«affaire» che troncò la carriera di Ettore Santi, un deputato umbro che nel 1947 fu beccato dagli agenti in una pensione nel quartiere dietro la Fontana di Trevi con una signorina disponibile e un grammo di cocaina posato sul comodino. Non era democristiano ma apparteneva a un partito, quello repubblicano di Ugo La Malfa, che aveva un forte senso del decoro. Non cercò, lui, di scusarsi sbuffando polemicamente come il nostro onorevole di oggi «quanti parlamentari vanno a letto con le donnine?». Non invocò «ricongiungimenti familiari». E non si dimise dal partito: fu cacciato. E bollato col marchio di «on. Cocò». Un po’ di senso dell’onore, però, gli era rimasto. E nella convinzione di avere tradito chi lo aveva eletto si dimise da parlamentare. Dimissioni vere. Non da teatrino.

Gian Antonio Stella


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  #14  
Old 07-31-2007, 03:36 PM
cicciototti cicciototti is offline
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Sesso, droga e politica: nessuno scandalo
Però piantiamola di fare gli ipocriti

Mettiamola così. Quando nell'America mo.ralista e puritana degli anni '90, scoppiò il caso Clinton-Lewinsky, un intero paese visse uno psicodramma collettivo. Risultato, un presidente rischiò l' impeachment per aver mentito alla nazione e da quel periodo di ossessione monomaniacale, Philip Roth tirò fuori un grande romanzo - "La macchia umana" - in cui attaccava la deriva sessuofobica e reazionaria di una nazione che un paio di decenni prima aveva celebrato la libertà dei costumi. Insomma, uno scandalo sì, morboso e compiaciuto sì, ma almeno con una certa dimensione epica.
Ora che anche in Italia sesso e droga entrano nella battaglia politica come armi contundenti, la nostra svolta americana ha toni tutt'altro che epici, desolanti e grotteschi piuttosto. Al solito, una farsa più che una tragedia.
Come nella vicenda di Cosimo Mele, il parlamentare dell'Udc protagonista di una serata con due prostitute, una delle quali è finita in ospedale per un'overdose da cocaina. Certo, peggio di così non poteva andargli. Non dopo aver firmato una proposta di legge per fare il test antidroga ai parlamentari. E poi l'Udc è il partito dei sani valori tradizionali e soprattutto della famiglia. La famiglia come fondamento della società, la famiglia come unico modello di vita sociale e naturale, e la famiglia cristiana come luogo di tutte le virtù. All'incoerente Mele è toccata una prevedibile gogna pubblica e due pagine del Corriere della Sera , con tanto di ricostruzione delle passate glorie dell'ho.tel Flora e di intervista al fedifrago che in una sera agostana ha mandato all'aria famiglia e carriera politica.
Nelle file Udc, imbarazzo, incredulità e indignazione. Sino al colpo di genio del segretario, Lorenzo Cesa, che in difficoltà per la defezione mora.le del suo deputato comunque dimessosi dal partito, ha rilanciato proponendo di aumentare gli stipendi dei parlamentari per permettere il "ricongiungimento familiare" a quei politici altrimenti costretti a lasciare a casa la moglie, custode delle virtù domestiche, e a vivere nella Roma tentacolare, soli e sprovveduti, resi vulnerabili alle tentazioni dalla lontananza.
C'è da dire che la proposta di Cesa - comunque ammirevole per prontezza di riflessi e temerarietà - ricadrebbe sui contribuenti, e in tempi di polemiche sui privilegi di casta della politica, si presume avrà scarso seguito persino tra i più acerrimi difensori dell'unità familiare.
Allora ha detto bene Cossiga che ha invitato tutti a smetterla di essere ipocriti. Ottimo. Bando all'ipocrisia. E dunque non chiediamo conto della sua tenuta mor.ale al deputato brindisino Mele e non lo linciamo per la sua serata. Solo, impari che la coerenza è un lusso e la natura umana fallibile. La smetta di legiferare sui comportamenti privati, che non ledono l'altrui libertà. Ognuno faccia quello che vuole nella propria vita privata. E, cristianamente, sia indulgente e lasci che anche gli altri dispongano della propria vita, come meglio credono.
Ps : i nostri migliori auguri a Pierferdinando Casini per le sue seconde nozze.

(di Stefania Podda, da Liberazione del 31/07/2007)


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  #15  
Old 07-31-2007, 04:20 PM
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un dubbio mi as****...
lo sporcaccione non si è dimesso da deputato dopo che ha confessato di aver partecipato ad una seratina di cocaina e putt@ne, limitandosi a dimettersi qualora il suo partito glielo chiedesse.
il problema è che il mandrillone ha presentato le dimissioni (accettate) dal partito a cui apparteneva.....
quale "suo" partito dovrebbe convincerlo a levarsi dalle p@lle, essendo divenuto un indipendente?
sto zozzone vizioso e drogato scommettiamo che continuerà ad essere un attivo "membro" (nonchè narice) di questa clac di uomini d'onore (da cui onorevole, evidentemente)?
__________________
«Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi ci sarà sempre la guerra.» Bob Marley


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  #16  
Old 07-31-2007, 04:29 PM
romans romans is offline
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Che dire.... POVERA PATRIA



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  #17  
Old 07-31-2007, 08:14 PM
romans romans is offline
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“Io non ho fatto altro che andare a cena con un amico che mi ha presentato la ragazza che, siccome era tardi, è venuta a letto con me” (Cosimo Mele, La Stampa).

“Certo che mi riconosco con i valori cristiani, ma che c’entrano questi con l’andare con una prostituta? E’ una faccenda personale” (Cosimo Mele, La Stampa).

“L’ho pagata? Non proprio… Le ho fatto un regalo, una somma in denaro”. (Cosimo Mele, Corriere della Sera).

“E che, i parlamentari dell’Udc non fanno l’amore?”. Cosimo Mele, La Stampa)



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  #18  
Old 07-31-2007, 08:26 PM
ingelk ingelk is offline
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siamo veramente al ridicolo più assoluto! un uomo che partecipa al family day, vuole che l'unica famiglia riconosciuta sia quella cristiana, va a donne! e poi il suo segretario di partito invece di mandarlo a lavorare, propone l'indennità di ricongiungimento! incredibile!


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  #19  
Old 07-31-2007, 08:50 PM
travis bickle travis bickle is offline
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Originally Posted by romans
“Io non ho fatto altro che andare a cena con un amico che mi ha presentato la ragazza che, siccome era tardi, è venuta a letto con me” (Cosimo Mele, La Stampa).

“Certo che mi riconosco con i valori cristiani, ma che c’entrano questi con l’andare con una prostituta? E’ una faccenda personale” (Cosimo Mele, La Stampa).

“L’ho pagata? Non proprio… Le ho fatto un regalo, una somma in denaro”. (Cosimo Mele, Corriere della Sera).

“E che, i parlamentari dell’Udc non fanno l’amore?”. Cosimo Mele, La Stampa)


Non so se ridere.... o piangere....


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  #20  
Old 07-31-2007, 11:22 PM
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Originally Posted by travis bickle
Non so se ridere.... o piangere....

la seconda che hai detto
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