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  #91  
Old 01-15-2008, 06:50 PM
ABNormal ABNormal is offline
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favoletta (FORSE) paranoica....


più studio la faccenda "rifiuti" e più un pensiero mi si forma in testa.
non è facile spiegarlo, ma proverò a sottoporvelo. facciamo finta che vi racconti una storia:

l'italia ha avuto, in una sua fase storica, la necessità di restare competitiva con la sua produzione industriale. ne andava del futuro economico. andava salvata la concorrenzialità dei suoi prodotti ma non aveva le spalli forti, come francia o germania, per combattere di forza.
uno dei costi che si è potuto abbattere è stato quindi quello della bonifica e smaltimento dei rifiuti industriali.
come?
sacrificando una parte arretrata, per ragioni storiche sociali e geografiche, del proprio territorio: ad una parte del paese la produzione, l'altra come stoccaggio/sversatoio degli scarti.
la cosa ha permesso all'italia di restare a galla per anni. tutto pianificato, e affidato ad una holding capace di depositare, contando sul terrore ad opporvisi, intere montagne di materie "ultime".
dallo sversamento dei decenni trascorsi si passa "naturalmente" all'incenerimento: bruciare, mangiando per di più una marea di soldi dalle bollette enel di tutti; ridurre le scorie da smaltire al 40% del volume.
si sa che i problemi che il presente prossimo venturo propone saranno la carenza di acqua e il deposito dei rifiuti.
nessuno, politico o poliziotto, magistrato o giornalista, nessuno doveva e nessuno ha visto nulla finora.
ma non si sa mai. ed ecco che nasce (si crea) l'emergenza: quella eclatante, alla "11 settembre", quella che ti autorizza a far tutto. l'inceneritore s'adda fà. differenziata? magari dopo. per il momento si fanno le "ecoballe" e magari anche incompatibili con il processo dell'inceneritore stesso (e viceversa). motivo? stoccarle sui siti saturi di materiale tossico in modo da mettere una pietra tombale ad eventuali indagini di qualche sconsiderato. combinazione, i siti di stoccaggio e gli sversatoi della "camorra" coincidono. tra poco il mega inceneritore ingollerà tutto, nel solito assordante silenzio investigativo, c'è da giurarlo. nel frattempo? un pò nelle ecoballe, un pò di stramacchio in qualche inceneritore altrove (vedi la notizia odierna di Terni).
morale della favola: l'italia, nella parte preposta alla produzione continuerà a produrre sottocosto (con tecniche "lavorative" concorrenziali alle indie e cine), quella preposta allo smaltimento continuerà a ruminare gli scarti di tanto benessere; esattamente come da programma pianificato da tempo.
e noi? "nulla ammischiato al niente", per loro. parte del panorama, come i topi, le blatte, i gabbiani. fauna da discarica. per il bene della nazione.

ABNormal
alla ricerca di un punto debole in questa favola paranoica.
__________________
«Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi ci sarà sempre la guerra.» Bob Marley


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  #92  
Old 01-15-2008, 08:12 PM
romans romans is offline
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la tua analisi ABN è molto lucida indipendentemente dal fatto che le ragioni siano state quelle da te esplicate o per puro e semplice guadagno senza "necessità" particolari. Sospetto è il perchè abbiano costrutito impianti di impacchettamento di ecoballe che non possono fare cdr "legalmente" adatto agli incenertori, quindi contaminato e che nonostante siano stati individuati nuovi siti adatti allo stoccaggio di queste ecoballe vogliano usare siti come pianura dove vi giace qualsiasi cosa come hai già suggerito tu precedentemente.

Posso aggiungerti qualche altra considerazione utile fatta da Alessandro Iacuelli, fisico e giornalista che ha pubblicato il libro "Le vie infinite dei rifiuti, il sistema campano" fatte qui e qui. Poi se avrai un po' di tempo merita anche vedere il suo "viaggio nel termovalorizzatore di Brescia" dove c'è compresa anche una cosuccia sulle CDR.


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  #93  
Old 01-15-2008, 08:50 PM
breunzo breunzo is offline
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Le ragioni dell’emergenza rifiuti
dal blog di Alessandro Iacuelli

Raccontare l’emergenza rifiuti campana, quella vera, non quella proposta dai mass media che in questi giorni hanno acceso i riflettori evidenziando una visione molto parziale del fenomeno, non è un’impresa difficile, poiché basta attenersi alla verità; una verità che è scomoda per l’Italia intera, trattandosi di un problema di tutto il Paese, e non di un pasticcio regionale. Si cerca di far passare il messaggio che si tratta di un problema limitato ad una regione, si cerca di sdoganare il concetto che la causa siano i cittadini che non vogliono gli impianti e le discariche vicino casa loro. Nel fare questo si gioca sul fatto che il funzionamento del mondo dei rifiuti è più complesso di quanto il cittadino comune immagini. In realtà, la storia dell’emergenza rifiuti in Campania affonda le sue radici più indietro nel tempo e le sue cause profonde si annidano nei giorni tragici del terremoto irpino del 1980. Quando le discariche c’erano e non erano di certo sature.

Di sicuro è sempre stato presente un deficit di impianti, ma questo deficit, soprattutto di impianti di recupero e di riciclaggio, è diffuso in tutto il Paese. La gestione dei rifiuti nella regione è sempre stata condotta in modo viziato dall’utopia del “tutto in discarica”, come se le discariche fossero infinite ed eterne. Spesso affidata ai comuni senza una gestione centralizzata, è andata avanti per decenni in modo scoordinato, dove spesso comuni limitrofi adottavano soluzioni diverse. In pratica, non c’è mai stato né un ciclo integrato di gestione dei rifiuti né un piano per la raccolta differenziata. E’ ovvio che un modo di agire del genere non dura in eterno: prima o poi le discariche usate dai comuni dovevano forzatamente esaurirsi.
A questa situazione di cattiva gestione dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti sia industriali sia ospedalieri si aggiunge anche la mancata bonifica territoriale dei siti che hanno visto anni e anni di sversamenti abusivi. La Campania sotto il controllo dell’ecomafia è legata a doppio filo all’emergenza rifiuti. Anzi, alle emergenze rifiuti, perché sono tre, non una sola.

E’ dalla fine degli anni ’70 e, con un grande impulso a partire dalla metà degli anni ’80, che la Campania è crocevia e spesso meta finale del più grande traffico illecito di rifiuti tossico-nocivi del sud Europa. Traffico illecito che ha prodotto come risultato la presenza di migliaia di siti contaminati, dai semplici terreni con abbandono di rifiuti fino alle vere e proprie discariche abusive, situate spesso a breve distanza dai popolosi centri abitati della provincia napoletana.

La comprensione di tale fenomeno iniziò, per merito della magistratura, all’inizio degli anni ’90. In quel periodo fu scoperto che la criminalità campana controllava completamente sia i traffici illeciti sia le imprese di trasporto di rifiuti: imprese che, grazie alle privatizzazioni dei servizi di raccolta e smaltimento, avevano anche appalti per la raccolta dei rifiuti urbani presso molti comuni e, pertanto, anche l’accesso alle discariche autorizzate.

E’ proprio qui l’origine delle emergenze. La prima grande emergenza è di tipo ambientale e sanitario: le migliaia di siti contaminati non sono mai stati bonificati ed i veleni sono ancora tutti sparsi sul territorio. La seconda grande emergenza è stata generata dallo sversamento di rifiuti speciali di provenienza extraregionale nelle discariche autorizzate, provocandone una rapida saturazione con molto anticipo rispetto ai tempi previsti. La terza, infine, sta nel fatto che i traffici illeciti di rifiuti speciali non sono affatto terminati; hanno solo cambiato volto, affinando le tecniche di elusione del controllo pubblico. La somma di tutte queste componenti porta la Campania al suo stato di emergenza. Che oramai emergenza non è più, trattandosi di un fatto cronico, addirittura acquisito culturalmente dagli abitanti e dagli amministratori.

La gestione dei rifiuti solidi urbani è stata per la prima volta regolata in Campania con una legge regionale del febbraio 1993, che si proponeva di raggiungere nel triennio 1993-1995 una riduzione fino al 50 per cento dell’uso delle discariche. Fu il primo piano regionale per la gestione dei rifiuti, in ordine cronologico. Non funzionò. Le discariche presenti in Campania, quelle dove da sempre si conferivano i rifiuti, si stavano pericolosamente avviando alla saturazione. Dal fallimento di questo piano, è nata l’emergenza dei rifiuti urbani: si cercarono altre discariche per il materiale a valle della raccolta differenziata, c’era sempre l’utopia del poter mandare tutto in discarica, non si trovarono siti adatti, e nel giro di pochi anni si sarebbero saturate tutte le discariche campane. In casi del genere, come è ovvio, interviene il Governo nazionale.
Così, l’11 febbraio 1994, il Governo nazionale nominò, con un’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, il prefetto di Napoli a commissario straordinario dell’emergenza nel settore dei rifiuti solidi urbani.

Lo stesso Governo nazionale ha proceduto, il 18 marzo 1996, ad un secondo commissariamento della regione Campania, nominando il presidente della Regione commissario di Governo per la predisposizione di un piano di interventi di emergenza. Tale commissariamento era complementare a quello affidato al prefetto di Napoli, e rivolto alla messa a punto di un piano d’emergenza che fosse risolutivo. Il presidente della Regione, all’epoca era Rastrelli: fece un’indagine conoscitiva presso tutti i consorzi di smaltimento dei rifiuti e presentò il piano d’emergenza. Tale piano fu presentato il 31 dicembre 1996. Undici anni fa.

Se ancora oggi la Campania è in emergenza, è perché questo piano nella pratica quotidiana è fallito. Fallito per il mancato raggiungimento degli obiettivi previsti in termini di raccolta differenziata, fallito perché molti degli impianti previsti non sono stati realizzati, spesso neanche localizzati: il piano dice che devono essere fatti, ma non dice né dove né entro quanto tempo. Fallito perché, nelle intenzioni di Rastrelli, troppo era assegnato a certi privati, sempre gli stessi, in piena fase ideologica che tende ad eliminare tutto ciò che in qualche modo è pubblico.

Troppa indeterminatezza, troppe cose lasciate “campate in aria”, e non specificate. Tutto ciò ha influito negativamente sul piano di smaltimento, senza fornire le risposte concrete che ci si attenderebbe da un ente pubblico in una materia tanto delicata. Un piano parziale, che non poteva certo portare a risultati definitivi. Caduta la giunta Rastrelli, i danni fatti erano oramai troppi per essere sanati in tempi brevi. L’unica soluzione sarebbe stata quella di rifare un nuovo piano rifiuti, sensato e funzionante. Ma chi è venuto dopo, nell’ordine prima Losco e poi Bassolino, ha preferito seguire la stessa strada, usare lo stesso piano. Tutto questo ha portato la Campania nel baratro nel quale si trova oggi. Per vedere un nuovo piano regionale per i rifiuti, si è dovuto attendere fino al dicembre 2007. E si tratta ancora di un piano parziale, che non risolve affatto tutto.

Tra il 1999 ed il 2000, tutte le discariche campane si sono esaurite. Da quel momento, i rifiuti sono stati portati, prima direttamente, poi tramite gli impianti di CDR, in siti si stoccaggio “provvisori”, spesso sotto controllo criminale ed affittati dai clan al commissariato. Quando non ci sono siti di stoccaggio a disposizione, si cerca di riaprire le vecchie discariche, provocando le rivolte degli abitanti, oppure i rifiuti restano per strada. Una struttura elefantiaca e succhia soldi, quel commissariato straordinario che oramai da oltre un decennio controlla l’affare dei rifiuti in Campania, riesce solo a tamponare momentaneamente lo sfacelo, inviando i rifiuti fuori regione quando può, oppure acquistando e affittando nuovi siti di stoccaggio, o ancora forzando la riapertura di siti oramai esauriti.

E la camorra sorride, visto che incrementa i propri affari d’oro mediante il controllo dei terreni e dei trasporti. Non sorride affatto il livello medio di salute della popolazione. Manca la certezza del futuro, giacché non è prevista, in tempi brevi, la realizzazione di alcun impianto di recupero e riciclaggio nella regione, mentre nuove discariche ed impianti di termodistruzione vengono duramente contestati dai cittadini dei comuni interessati dalla localizzazione nel loro territorio, spesso non a torto trattandosi in molti casi di aree non adatte a simili destinazioni, o di impianti che non sono affatto adeguati e inquinanti almeno quanto le discariche abusive.

Probabilmente, la perdita definitiva del controllo del territorio da parte dello Stato è iniziata proprio durante la ricostruzione post-terremoto del 1980. Si tratta di un quarto di secolo in cui una politica poco autorevole, e spesso remissiva nei confronti di interessi economici, oltre che autocelebrativa, ha di fatto delegato alle mafie ed alle lobby il vero controllo della Campania.

Dopo un quarto di secolo, quella politica – che non è solo regionale, visto che il commissariato straordinario risponde direttamente a Palazzo Chigi ed è una sua diretta emanazione – è ancora poco autorevole. Si arrocca sull’essere autoritaria, nel forzare i blocchi della popolazione davanti alle discariche esaurite. Ma da sempre, essere autoritari non è affatto indice di autorevolezza.

http://articoli.alessandroiacuelli.net/?p=154#more-154


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  #94  
Old 01-16-2008, 11:34 AM
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rifiuti tossici


I rifiuti? Da Nord a Sud

Dal libro di Saviano "Gomorra":

"La parte più consistente dei traffici di rifiuti tossici ha un vettore unico: nord-sud. Dalla fine degli anni '90 diciottomila tonnellate di rifiuti tossici partiti da Brescia sono stati smaltiti tra Napoli e Caserta e un milione di tonnellate, in quattro anni, sono tutte finite a Santa Maria Capua Vetere. Dal nord i rifiuti trattati negli impianti di Milano, Pavia e Pisa venivano spediti in Campania. La Procura di Napoli e quella di Santa Maria Capua Vetere hanno scoperto nel gennaio 2003, grazie alle indagini coordinate dal pubblico ministero Donato Ceglie, che in quaranta giorni oltre seimilacinquecento tonnellate di ri-
fiuti dalla Lombardia sono giunte a Trentola Ducenta, vicino a Caserta. "
.....

"Vicino a Grazzanise era stata accumulata tutta la terra di spazzamento della città di Milano. Per decenni tutta la spazzatura raccolta nelle pattumiere dai netturbini milanesi, quella scopata al mattino, era stata raccolta e spedita da
queste parti. Dalla provincia di Milano ogni giorno ottocento tonnellate di rifiuti finiscono in Germania. La produzione complessiva è però di milletrecento tonnellate. Ne mancano quindi all'appello cinquecento. Non si sa dove vanno a finire. Con grande probabilità questi rifiuti fantasma vengono sparpagliati in giro per il Mezzogiorno. Ci sono anche i toner delle stampanti ad ammorbare la terra, come scoperto dall'operazione del 2006 "Madre Terra" coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Tra Villa Literno, Castelvolturno e San Tammaro, i toner delle stampanti d'ufficio della Toscana e della Lombardia venivano sversati di notte da camion che ufficialmente trasportavano compost, un tipo di concime. L'odore era acido e forte, ed esplodeva ogni volta che pioveva. Le terre erano cariche di cromo esavalente. Se inalato, si fissa nei globuli rossi e nei capelli e provoca ulcere, difficoltà respiratorie, problemi renali e cancro ai polmoni. Ogni metro di terra ha il suo carico particolare di rifiuti."
......

"L'operazione "Cassiopea" del 2003 dimostrò che ogni settimana partivano dal nord al sud quaranta Tir ricolmi di rifiuti e - secondo la ricostruzione degli inquirenti - venivano sversati, seppelliti, gettati, interrati cadmio, zinco, scarto di vernici, fanghi da depuratori, plastiche varie, arsenico, prodotti delle acciaierie, piombo. La direttrice nord-sud era la strada privilegiata dai trafficanti. Molte imprese venete e lombarde, attraverso gli stakeholder, avevano adottato un territorio nel napoletano o nel casertano trasformandolo in un'enorme discarica. Si stima che negli ultimi cinque anni in Campania siano stati smaltiti illegalmente circa tre milioni di tonnellate di rifiuti di ogni tipo, di cui un milione solo nella provincia dì Caserta. Il casertano è un'area che nel "piano regolatore" dei clan è
stata assegnata alla sepoltura dei rifiuti.
Un ruolo rilevante, nella geografia dei traffici illeciti, viene svolto dalla Toscana, la regione più ambientalista d'Italia. Qui si concentrano diverse filiere dei traffici illegali, dalla produzione all'intermediazione, tutte emerse in almeno tre inchieste: l'operazione "Re Mida", l'operazione "Mosca" e quella denominata "Agricoltura biologica" del 2004.
Dalla Toscana non arrivano soltanto ingenti quantitativi di rifiuti gestiti illegalmente. La regione diviene una vera e propria base operativa fondamentale per tutta una serie di soggetti impegnati in queste attività criminali: dagli stakeholder ai chimici conniventi, sino ai proprietari dei siti di compostaggio che permettono di fare le miscele. Ma il territorio del riciclaggio dei rifiuti tossici sta aumentando i suoi perimetri.
Altre inchieste hanno rivelato il coinvolgimento di regioni che sembravano immuni, come l'Umbria e il Molise. "
..
"Ma è il Veneto il vero centro di stoccaggio, secondo le indagini coordinate negli ultimi anni dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Da anni alimenta i traffici illegali sul territorio nazionale. Le fonderie settentrionali fanno smaltire le scorie senza precauzioni, mischiandolo al composto usato per concimare centinaia di campi agricoli."


"I rifiuti spericolati della Lega. Il no all'immondizia campana e le 40 mila tonnellate di scarti tossici del nord verso il sud.
La Lombardia spedisce in Germania 800 tonnellate di rifiuti al giorno. Quotidianamente altre 500 tonnellate spariscono nel nulla. E altre migliaia vengono smaltite illegalmente in Campania. Ma la Lega smemorata blocca a Trezzo d'Adda i camion della Campania e accende lo scontro ellettorale
LUCA FAZIO
MILANO

I rifiuti della politica anche ieri si sono soffermati a pochi passi da
una grande pattumiera lombarda, più o meno all'ora del telegiornale regionale. Fazzoletto verde nel taschino e tanta finta determinazione per un nonnulla, un gruppetto di leghisti ieri, dopo Dalmine, ha presidiato anche le discarica di Trezzo d'Adda per impedire lo smaltimento di 1.000 tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania.
Una quota irrilevante che la Lega sta cercando di trasformare in un affare di stato: è molto meno di tutta la spazzatura che la Lombardia produce in due ore scarse. Eppure, bara il sindaco di Lazzate, Cesarino Monti, «siamo decisi a non fare entrare i rifiuti che Bassolino e i suoi compari stanno cercando di scaricare nel nord, perché i sindaci del nord hanno sempre affrontato le emergenze e sono sempre riusciti a ripianare tutto». Cesarino tuttalpiù è riuscito a scatenare la fantasia dei radicali al Pirellone che si sono tragicomicamente proposti per puntellare una maggioranza (fintamente traballante) a patto che Formigoni approvi, velocemente, «uno statuto sul modello americano per una liberalizzazione dell'economia».

... non si può pretendere che i leghisti ricordino in che modo la Lombardia ha ripianato e continua a ripianare le 13 mila tonnellate giornaliere di rifiuti solidi urbani prodotte. Innanzitutto, tanto per dire che si è sempre in tempo a diventare «terroni» di qualcun altro, la Lega dovrebbe spiegare come mai Milano spedisce in Germania 800 tonnellate di rifiuti al giorno. E questo è niente se paragonato ai mille rivoli in cui si disperdono i flussi della gestione dei rifiuti lombardi, «un buco nero», dicono i Verdi, dove ogni giorno 500 tonnellate di rifiuti mancano all'appello. Una gestione, ricordano i Verdi, che anche nel recente passato si è mossa senza riguardi verso i cittadini del sud: come quando nel gennaio 2003, tremila tonnellate di scarti della lavorazione dell'umido provenienti dall'impianto della ex Maserati furono spediti nell'impianto di Trentola Ducenta, provincia di Caserta.

Il problema però non riguarda solo i rifiuti solidi urbani, perché in quel buco nero sparisce almeno il 30% dei rifiuti industriali e nocivi. Questo è lo scenario che alimenta il traffico illegale di rifiuti, un affare che corre spesso lungo l'asse nord sud, partendo dalla Lombardia per finire nelle pattumerie del sud gestite dalla
malavita. Non a caso, come si legge nell'ultimo Rapporto Ecomafia 2004 pubblicato da Legambiente, proprio la Lombardia è uno snodo fondamentale del traffico illecito di rifiuti su scala nazionale.

L'elenco delle principali operazioni di polizia giudiziaria rese possibili dall'articolo 53 bis del decreto Ronchi è impressionante.
Esemplare è l'operazione Eldorado compiuta dai carabinieri del Noe lo scorso dicembre nelle province di Varese, Como e Milano. L'inchiesta ha portato all'arresto di 22 persone e ha scoperchiato un traffico illecito tra nord e sud per trasformare i rifiuti classificati come speciali e pericolosi in semplici rifiuti urbani: i rifiuti partivano dalla Campania verso il nord e lì venivano «declassificati» in maniera truffaldina e rispediti al sud dove finivano in cave esaurite e in impianti di compostaggio, soprattutto in Puglia.

Ancora più clamorosi gli esiti dell'operazione Re Mida condotta dalla procura di Napoli che nel novembre 2003 ha sgominato un clan camorristico: tra la fine del 2002 e il maggio 2003 la banda aveva gestito un traffico di almeno 40 mila tonnellate di rifiuti per un giro di affari di 3 milioni di euro. E in questo caso i rifiuti
provenivano proprio dal capoluogo lombardo. Da lì venivano spediti al sud per essere smaltiti nelle province di Napoli e Caserta. Il business è talmente grande che c'è posto per tutti, anche per quei tre pesci piccoli arrestati dalla procura di Firenze il 19 dicembre scorso perché smaltivano i rifiuti di lavorazione dei cavi elettrici seppellendoli in alcuni centri ippici e allevamenti equini di Toscana e Marche. Partivano da dove? Dal cuore della «Padania».

La Lombardia - spiega però il Rapporto Ecomafia 2004 - è anche la regione dove è stata emessa la prima sentenza italiana per traffico illecito internazionale dei rifiuti. A farne le spese, i titolari della Milano Maceri: spedivano rifiuti non separati né trasformati in container sigillati nei porti di Ravenna e La Spezia, direzione Cina e Hong Kong. Da dove partivano, lo dice il nome della ditta. E non se la prendano a male i leghisti che in questi giorni cercano pretesti rovistando nella spazzatura"
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Old 01-16-2008, 11:48 AM
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Messaggio N°929 14-01-2008 - 21:47
DA NORD VERSO SUD: ALLARME RIFIUTI TOSSICI

IL PROFESSOR MARFELLA SCRIVE AL GOVERNATORE GALAN

Gent.mo Dott. Galan,

sono il Dottore Antonio Marfella, il medico di Napoli presente in Studio a Porta a Porta nella puntata dello scorso 10 gennaio 2008.

Le sono molto grato e riconoscente per quanto ha dichiarato e trasmesso con il suo sorriso ed il suo comportamento nel corso della puntata.

Oltre l’80% della comunicazione tra noi esseri umani non dipende dalle parole , ma da atteggiamenti e comportamenti, ed il suo sorriso , di Governatore felice di una Regione che non vive i disastri sanitari della Campania, è perfettamente motivato, giusto, illuminante e indica molto di più di un semplice buon governo.

Lei sa perfettamente che non è possibile smaltire correttamente le cosiddette ecoballe o altro materiale indifferenziato delle nostre discariche perché risulterebbero tossiche e gravemente inquinanti presso qualunque impianto finale .

Come mai , se essi sono dei semplici rifiuti solidi urbani sia pure indifferenziati?

Il suo sorriso e il suo comportamento sono la piu’ luminosa risposta a questa domanda.

Lei aveva lo stesso sorriso tronfio e soddisfatto dei nostri truffatori di Forcella.

A Napoli si dice “fare il paccotto”: nel nostro piccolo, il truffatore si arrangia vendendo al turista sprovveduto la videocamera ultimo modello a prezzo stracciato che però poi risulta fatta di cartongesso, materiale che certo non funziona come videocamera, non di pregio, ma certamente non tossico.

Il suo sorriso, bellissimo, videogenico , era splendente come il sole a confronto dei miei occhi lucidi e del mio viso teso e rigonfio di rabbia e di dolore, esattamente come il viso di qualunque turista sprovveduto che ha subito il “paccotto” , e che non solo ha perso dei soldi, ma che soprattutto non puo’ denunciare la truffa perche’ risulterebbe colpevole di ricettazione.

Complimenti, Signor Governatore, tutto fila secondo le sue luminose e redditizie intenzioni, ad oggi ancora noi in Campania ci prendiamo da venti anni il vostro “paccotto” di rifiuti tossici industriali e non possiamo neanche denunciarlo perché siamo colpevoli di omesso controllo preventivo.

Il tutto viene sommerso dalla massa informe dei nostri rifiuti urbani indifferenziati con la rabbia del truffato che brucia i cassonetti e quindi fa diossina, e si coprono così, con altri reati, le prove del delitto madre di tutti i nostri mali: lo smaltimento illecito dei vostri rifiuti industriali.

Ma vede, Signor Governatore, a me non importa di essere denunciato a mia volta come allarmista e ricettatore, pur di fare incastrare il vero truffatore perche’, Signor Governatore, qui non stiamo più parlando di cartongesso, ma di diossina.

Siamo venuti anche in Veneto a fare le nostre indagini e le nostre analisi e , presso il vostro ottimo laboratorio di analisi chimiche di Porto Marghera del Prof. Raccanelli, a cominciare dal nostro primo “incursore”, il Parà Colonnello Gimapiero Angeli, abbiamo cominciato a raccogliere le prove che non solo quantitativamente ma soprattutto qualitativamente abbiamo lo stesso profilo di sostanze diossino-simili dei dipendenti di Porto Marghera.

Il nostro colonnello, guarda caso, non si è mai spostato da oltre venti anni al di sopra del Garigliano ma la inchiesta ormai conclusa Terra Mia , condotta dalla Procura di S. Maria Capua Vetere, ha dimostrato, a poco più di 500 metri in linea d’aria da casa sua, lo smaltimento illecito di migliaia di tonnellate di fanghi tossici provenienti (guarda un pò) da Porto Marghera.

Cio’ che non ha potuto il sangue dei nostri eroi del Risorgimento, lo ha potuto la munnezza, Signor Governatore.

Grazie al vostro “paccotto”, ora non c’e’ piu’ nessuna differenza tra il nostro sangue e quello dei vostri concittadini del nord , se non per quantità assoluta della stessa munnezza, e anche su questo convengo con lei: siamo un “popolo di munnezza” più di voi!

Questo cominciano a dirmi le mie analisi sul sangue.

Sarebbe stato certo meglio, e anche in questo convengo con voi, se avessimo messo noi quel famoso muro ad Ancona con tanto di dogana.

Almeno venti milioni di tonnellate di munnezza tossica industriale sarebbe rimasta a nord di quel muro , a “equiparare” ,anche in termini quantitativi, la munnezza nel sangue dei nostri cittadini.

Purtroppo , il “paccotto” è riuscito benissimo e lei ha perfettamente ragione: a che titolo e diritto urliamo al ladro?

Moriamo in silenzio, e possibilmente senza dare fastidio, sotto la nostra munnezza.

Anche perchè cosi la nostra munnezza ordinaria puo’ continuare ad essere ben rimpinzata della vostra industriale…….

Siamo stati e continuiamo ad essere dei fessi, ce lo dobbiamo tenere e risolvere da noi il problema dei nostri soldi buttati , senza piangere in giro: ha perfettamente ragione!

Ma le assicuro, Signor Governatore, noi napoletani (e io per primo…………) stiamo studiando, stiamo pensando e le stiamo preparando magari anche solo un semplice striscione allo stadio come accadde quando dovevamo rispondere in modo adeguato agli insulti degli ultras di Verona nella partita di ritorno ma senza fare squalificare lo stadio San Paolo.

Fu srotolato un solo ed unico grande striscione senza alcuna indicazione di colore o di squadra: “Giulietta è una zoccola!” e il San Paolo non fu squalificato…………..

A presto rivederla, Signor Governatore, magari allo stadio

Antonio Marfella

Tossicologo Oncologo

Difensore Civico delle Assise di Palazzo Marigliano

di Napoli e del Mezzogiorno di Italia


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  #96  
Old 01-16-2008, 12:27 PM
cicciototti cicciototti is offline
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Originally Posted by ABNormal
...tutto pianificato, e affidato ad una holding capace di depositare intere montagne di materie "ultime"....

come contributo per approfondire l'argomento (allargandone alcuni orizzonti), mi permetto di consigliare caldamente la lettura (se non lo conoscete già) del libro/inchiesta
Ilaria Alpi. Un omicidio al crocevia dei traffici
di Carazzolo, Chiara, Scalettari (2002 - Baldini Castoldi Dalai)
Tre cronisti di "Famiglia Cristiana" hanno indagato a lungo sui traffici di armi, di rifiuti tossici, di scorie radioattive che sembrano essere il vero movente del caso Alpi. Un viaggio attraverso Paesi (Somalia, Yemen, Kenia, Mozambico, Francia, Spagna, Inghilterra), carte processuali sparse in molte Procure italiane e decine di testimoni, pentiti, faccendieri e agenti dei servizi segreti.


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Old 01-16-2008, 08:09 PM
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Vorrei aggiungere un paio di cose alla discussione: si è parlato tanto di differenziata,riduzione dei rifiuti alla fonte,ecc. Tutto bello ma ci sono dei ma.
Io credo che ridurre i rifiuti alla fonte sia meno semplice di quello che sembra: la pubblicità è ò'anima del commercio e l'ivolucro ovvero il packaging è una delle pubblicità più efficaci.
Vi pare che aziende specie ne settore gicattoli ed agrolaimentare possano rinunciare tanto facilmente a qualcosa su cui investono grosse fette delle loro risosrse.
Inoltre per alcuni settori agrolaimentari l'ivolucro è basilare anche per questioni organo lettiche, esempio: quelenologo rinuncrebbe a far riposare il prprio vino in bottiglia per mesi invece di venderlo sfuso? Innegabile che il vino non vrebbe più la stessa qulità.
Dunque la riduzione dei rifiuti alla fonte avrebbe forti resistenze specie in un paese come l'Italia.
Ma non è tutto: i rifiuti più tossici sono costituiti non da involucri ma bensì da medicinali scaduti,componenti elettronici,pile esauste (specie quelle ricaricabili di veicoli, celllulari e notebook),vecchi elettrodomestici,scarti di lavorazioni industriali,residui di vernice colla silicone e solventi,bombolette spry, ecc.
Dunque l'inquinamento da immondizia persisiterebbe,e sarebeb del tipo più tossico e costoso. Per smalitre pile esaste ad esempio si smendono anche 600 euro la tonnellata.
Ed è sopratutto lo smaltimento di questi rifiuti ossici dettti speciali a fare la ricchezza delle mafie!


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  #98  
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Originally Posted by Malcom1875
Vorrei aggiungere un paio di cose alla discussione: si è parlato tanto di differenziata,riduzione dei rifiuti alla fonte,ecc. Tutto bello ma ci sono dei ma.
Io credo che ridurre i rifiuti alla fonte sia meno semplice di quello che sembra: la pubblicità è ò'anima del commercio e l'ivolucro ovvero il packaging è una delle pubblicità più efficaci.
Vi pare che aziende specie ne settore gicattoli ed agrolaimentare possano rinunciare tanto facilmente a qualcosa su cui investono grosse fette delle loro risosrse.
Inoltre per alcuni settori agrolaimentari l'ivolucro è basilare anche per questioni organo lettiche, esempio: quelenologo rinuncrebbe a far riposare il prprio vino in bottiglia per mesi invece di venderlo sfuso? Innegabile che il vino non vrebbe più la stessa qulità.
Dunque la riduzione dei rifiuti alla fonte avrebbe forti resistenze specie in un paese come l'Italia.
Ma non è tutto: i rifiuti più tossici sono costituiti non da involucri ma bensì da medicinali scaduti,componenti elettronici,pile esauste (specie quelle ricaricabili di veicoli, celllulari e notebook),vecchi elettrodomestici,scarti di lavorazioni industriali,residui di vernice colla silicone e solventi,bombolette spry, ecc.
Dunque l'inquinamento da immondizia persisiterebbe,e sarebeb del tipo più tossico e costoso. Per smalitre pile esaste ad esempio si smendono anche 600 euro la tonnellata.
Ed è sopratutto lo smaltimento di questi rifiuti ossici dettti speciali a fare la ricchezza delle mafie!


Governo, what is?.



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  #99  
Old 01-20-2008, 10:27 PM
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