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Old 03-06-2007, 02:32 PM
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Corte Ue, non è reato raccogliere scommesse estere in Italia


I giudici europei hanno dichiarato "incompatibili" le sanzioni
applicate agli intermediari che operano per conto di società straniere



Corte Ue, non è reato raccogliere scommesse estere in Italia


LUSSEMBURGO - Sono "incompatibili" con il diritto comunitario le sanzioni penali italiane applicate alla raccolta di scommesse da parte di intermediari che operano per conto di società straniere. Così la Corte di giustizia europea ha emesso una sentenza che tutela gli intermediari che raccolgono scommesse per conto di società straniere in Italia. Costoro non sono perseguibili penalmente e lo Stato non può quindi applicare loro sanzioni penali come è avvenuto fino ad oggi. Il caso riguardava tre persone: Massimiliano Placanica, Christian Palazzese e Angelo Sorrichio, che erano stati perseguiti poiché avevano costruito un sito web che consentiva scommesse attraverso il bookmaker Stanley international che opera in Italia tramite operatori indipendenti che permettono ai cittadini che vivono in Italia di giocare sul mercato delle scommesse, in particolare del Regno Unito.

La vicenda ri**** al 1999, quando le autorità italiane hanno attribuito, in seguito a bandi di gare, 1000 concessioni per la gestione delle scommesse sulle competizioni sportive in generale, e 671 nuove concessioni per quelle ippiche. I bandi escludevano però gli operatori costituiti in forma di società quotate sul mercato. Tra queste, la società di diritto inglese Stanley International Betting. Secondo la legge italiana, l'organizzazione di giochi di azzardo o la raccolta di scommesse richiede la preventiva attribuzione di una concessione e di un'autorizzazione di polizia. Qualsiasi violazione è passibile di sanzioni penali, fino ad una pena detentiva di tre anni. Adesso la Corte Ue spiega che lo Stato italiano, nel 1999, avrebbe dovuto revocare le concessioni precedenti, stabilire modalità procedurali a garanzia di tutti gli operatori e ridistribuire le concessioni sul territorio.

Davanti alla Corte Ue è pendente un'altra procedura nei confronti dell'Italia relativa ad altre 329 concessioni ippiche, rinnovate nel 1999 senza partecipazione a gare d'appalto.


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