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  #1  
Old 03-18-2007, 01:43 PM
tiolucas73 tiolucas73 is offline
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Pasqua, campagna anti Dico nelle case


Pasqua, campagna anti Dico nelle case
E sull’obiezione di coscienza dai magistrati critiche al Vaticano


ROMA — Campagna anti Dico porta a porta in joint venture tra i cardinali Antonelli di Firenze e Ruini, vicario del Papa a Roma. A tutte le famiglie della capitale verrà consegnato un pieghevole a colori che aiuta «a riflettere sull'importanza sociale della famiglia». Postini speciali del messaggio, i sacerdoti della diocesi impegnati nelle benedizioni pasquali casa per casa che quest’anno sono meglio organizzate ed evidenziate con avvisi su moltissimi portoni. Maintanto è montata la polemica contro la presa di posizione della Pontificia Accademia per la vita che venerdì ha invitato i cattolici a esercitare il diritto all’obiezione di coscienza in tutti quei casi in cui possano essere distrutte vite umane. Esponenti della Rosa nel pugno e dell’Aduc hanno denunciato a Firenze il presidente dell’Accademia, monsignor Sgreccia, per violazione dell’articolo 414 e 328 del codice penale ("istigazione a commettere reati" e "omissione di atti di ufficio"). Sempre ieri alcuni leader dell’Anm hanno preso le distanze dal pronunciamento dell’Accademia lì dove invita all’obiezione anche i magistrati e non solo gli operatori sanitari. Luigi Manconi (sottosegretario alla giustizia) chiede che «la Chiesa impartisca un insegnamento etico e non politico».
FAMIGLIA E SOCIETÀ — Questo è il titolo che accompagna il messaggio dell'ex presidente della Cei Ruini ai romani. Serve a presentare un testo scritto dal cardinale Antonelli per la Pasqua 2007, che campeggia anche al centro dell’ home page del sito internet della Diocesi di Firenze. Non si usa l'espressione Dico ma Antonelli scrive chiaramente che le esigenze di chi vive in una convivenza di fatto o in coppie omosessuali «dovrebbero trovare risposta nei diritti riconosciuti alle singole persone » mentre «non è giusto che abbiano gli stessi diritti della famiglia, dato che non hanno gli stessi doveri». Il cardinale Ruini invita alla valutazione della lettera anche da parte anche dei laici. «Le considerazioni qui proposte — scrive — sono in armonia con la fede cristiana ma vengono sviluppate sulla base dell'esperienza e della ragione: possono pertanto essere condivise anche da chi non è credente». Antonelli lancia l’allarme sulle conseguenze economiche e sociali e culturali («si assottiglierà la trasmissione del nostro patrimonio culturale, proprio quando si diffonderanno altre culture portate dagli immigrati ») del calo demografico italiano.

corriere.it


Fino a che punto arriverà la chiesa?
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  #2  
Old 03-18-2007, 07:08 PM
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e´una questione di difficile interPRETAzione. trattasi di un concetto molto complicato che forse si risolvera´ spontaneamente solo con il trascorrere di molto tempo. io sono anticlericale e favorevole a uno spostamento del vaticano di paese in paese ogni 5 anni. ma capisco anche il punto di vista della chiesa. daltronde gli anni sessanta sembravano dover portare chissa´quale benefica rivoluzione per il popolo ed invece la reazione ai movimenti nati a quell´epoca, e´stata nefasta. quindi uno studio piu´profondo e da parte di chi ci capisce, e non e´schierato ideologicamente, abbinato alle tre "c" (c**o, c**o, c**o), forse ci potra´accendere una soluzione.


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  #3  
Old 03-18-2007, 09:51 PM
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Originally Posted by tiolucas73
Pasqua, campagna anti Dico nelle case
E sull’obiezione di coscienza dai magistrati critiche al Vaticano


ROMA — Campagna anti Dico porta a porta in joint venture tra i cardinali Antonelli di Firenze e Ruini, vicario del Papa a Roma. A tutte le famiglie della capitale verrà consegnato un pieghevole a colori che aiuta «a riflettere sull'importanza sociale della famiglia». Postini speciali del messaggio, i sacerdoti della diocesi impegnati nelle benedizioni pasquali casa per casa che quest’anno sono meglio organizzate ed evidenziate con avvisi su moltissimi portoni. Maintanto è montata la polemica contro la presa di posizione della Pontificia Accademia per la vita che venerdì ha invitato i cattolici a esercitare il diritto all’obiezione di coscienza in tutti quei casi in cui possano essere distrutte vite umane. Esponenti della Rosa nel pugno e dell’Aduc hanno denunciato a Firenze il presidente dell’Accademia, monsignor Sgreccia, per violazione dell’articolo 414 e 328 del codice penale ("istigazione a commettere reati" e "omissione di atti di ufficio"). Sempre ieri alcuni leader dell’Anm hanno preso le distanze dal pronunciamento dell’Accademia lì dove invita all’obiezione anche i magistrati e non solo gli operatori sanitari. Luigi Manconi (sottosegretario alla giustizia) chiede che «la Chiesa impartisca un insegnamento etico e non politico».
FAMIGLIA E SOCIETÀ — Questo è il titolo che accompagna il messaggio dell'ex presidente della Cei Ruini ai romani. Serve a presentare un testo scritto dal cardinale Antonelli per la Pasqua 2007, che campeggia anche al centro dell’ home page del sito internet della Diocesi di Firenze. Non si usa l'espressione Dico ma Antonelli scrive chiaramente che le esigenze di chi vive in una convivenza di fatto o in coppie omosessuali «dovrebbero trovare risposta nei diritti riconosciuti alle singole persone » mentre «non è giusto che abbiano gli stessi diritti della famiglia, dato che non hanno gli stessi doveri». Il cardinale Ruini invita alla valutazione della lettera anche da parte anche dei laici. «Le considerazioni qui proposte — scrive — sono in armonia con la fede cristiana ma vengono sviluppate sulla base dell'esperienza e della ragione: possono pertanto essere condivise anche da chi non è credente». Antonelli lancia l’allarme sulle conseguenze economiche e sociali e culturali («si assottiglierà la trasmissione del nostro patrimonio culturale, proprio quando si diffonderanno altre culture portate dagli immigrati ») del calo demografico italiano.

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Fino a che punto arriverà la chiesa?

ma scusa cosa vuoi che dica la chiesa???tu puoi essere d'accordo o no,ma lei deve portare avanti le sue idee e i suoi principi!!!!!!!!


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  #4  
Old 03-18-2007, 10:09 PM
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Originally Posted by juve
ma scusa cosa vuoi che dica la chiesa???tu puoi essere d'accordo o no,ma lei deve portare avanti le sue idee e i suoi principi!!!!!!!!


ok, giusto che porti avanti i principi clericali, ma si deve rendere conto che non tutti sono cattolici. e soprattutto capire che la costituzione italiana dice che l'Italia è uno stato laico, e non cattolico...
un conto è avere le proprie idee, un conto è fare la voce grossa e cercare di imporle. personalmente non sono cattolico, ma ad esempio sono contro l'aborto: per me la legge che permette l'aborto è giusta, è giusto che ognuno decida secondo la propria coscienza. la mia non concepisce l'aborto, ma non voglio imporre quello che sento io in coscienza agli altri. la chiesa mi sembra che voglia fare questo.


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  #5  
Old 03-18-2007, 10:29 PM
tiolucas73 tiolucas73 is offline
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Originally Posted by juve
ma scusa cosa vuoi che dica la chiesa???tu puoi essere d'accordo o no,ma lei deve portare avanti le sue idee e i suoi principi!!!!!!!!



certo, ci mancherebbe...ma ci sono modi e modi! l'imposizione dei principi cattolici ad uno stato laico(o per lo meno, che si professa tale.....) è intollerabile!
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  #6  
Old 03-19-2007, 12:01 AM
travis bickle travis bickle is offline
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Non è che la Chiesa non può dire la sua in merito a questioni che sicuramente le competono,ma non può ogni giorno attraverso Ruini,il Papa o chicchesia continuare una politica di ostruzionismo spalleggiata anche da numerosi parlamentari.


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  #7  
Old 03-19-2007, 02:09 PM
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Originally Posted by tiolucas73
certo, ci mancherebbe...ma ci sono modi e modi! l'imposizione dei principi cattolici ad uno stato laico(o per lo meno, che si professa tale.....) è intollerabile!

imposizione??????????non mi sembra che stiano col fucile puntato!!!!!!!


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  #8  
Old 03-19-2007, 08:19 PM
alma alma is offline
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Un articolo che vorrei tutti leggessero


La Chiesa di Pascal
che piace a noi laici
di EUGENIO SCALFARI

LA QUESTIONE è diventata talmente chiara che la stessa Chiesa italiana ha smesso di negarne l'esistenza: esiste uno scontro aperto tra la Conferenza episcopale (cioè il maggior organo pastorale e politico dei cattolici) e lo Stato italiano, la rappresentanza parlamentare, i vari partiti e associazioni democratiche.

Due concezioni si contrastano, due culture ciascuna delle quali deve moltissimo all'altra, si contrappongono e non soltanto sui modi per raggiungere un obiettivo comune, ma sulle finalità stesse che vengono proposte. Gli ultimi due papi scavalcando a piedi pari gran parte delle conclusioni e dello spirito del Vaticano II e di fatto cancellando i due pontificati precedenti, quello di Giovanni XXIII e quello di Paolo VI, hanno fatto dell'accusa di liberalismo e di relativismo un tema centrale e l'hanno usato sistematicamente per sconfessare di fatto l'intero valore della modernità, dal Rinascimento alla libera ricerca, dalla scienza sperimentale allo stoicismo di Montaigne, al "Discorso sul metodo" di Cartesio, all'"Etica" di Spinoza, all'Illuminismo, alla "Critica della ragion pura" di Kant e infine ai più recenti svolgimenti del pensiero filosofico derivanti da Schopenhauer e da Nietzsche e agli esiti scientifici di Freud, di Einstein e della fisica quantistica.

Tutto questo immenso deposito di pensiero e di sapere è impregnato di relativismo nelle sue diverse varianti metodiche conoscitive ed etiche e tutto, preso nel suo insieme, si è proposto di spodestare la metafisica dal vertice del pensiero filosofico dove si era insediata a partire da Platone. Se dunque Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, pur dotati di diversa portanza e di diverso linguaggio, hanno deciso di eleggere come nemico numero uno della cattolicità il relativismo e l'Illuminismo e lo hanno ripetuto in gran parte delle loro pubbliche allocuzioni e delle più solenni encicliche; e se Ratzinger appena insediato sulla cattedra petrina, nella sua prolusione all'università di Ratisbona ebbe nei confronti del fondamentalismo islamico accenti addirittura meno severi di quelli riservati al pensiero moderno dell'Occidente, non è purtroppo lontano dal vero parlare oggi d'uno scontro in atto tra cattolicesimo e modernità. La Chiesa lo nega tenacemente.

E come potrebbe ammetterlo, visto che la sua missione è quella di stare tra la gente, ascoltarne i dolori e le richieste, darle un progetto di sicurezza e di salvezza senza mai separarsi dai diversi e dai peccatori? La Chiesa tiene ben ferma questa sua missione perché essa costituisce il fondamento del messaggio evangelico e della predicazione del Cristo e dei suoi apostoli. Ma la contraddice tutte le volte in cui fa passare questa missione in seconda fila di fronte ad altre incombenze che ritiene più urgenti per l'affermazione del suo potere.

In realtà nella Chiesa cattolica ci sono due anime. Una è quella dell'Evangelo, dell'amore, della misericordia, della povertà; l'altra è quello del potere, della politica, dell'"imperium". La prima spesso è perseguitata, sofferente e tuttavia portatrice di salvezza nel regno futuro delle Beatitudini; la seconda si sente forte e fonte unica e legittima d'investitura: investitura di verità e insieme di potere terreno.

Nella Chiesa cattolica questa divisione tra le due anime è stata particolarmente visibile per la struttura stessa della sua organizzazione centrata su un unico personaggio che la rappresenta interamente per il fatto stesso di rappresentare il Cristo incarnato e portare con ciò la presenza del Redentore. Nelle altre chiese cristiane questa unità di comando non esiste e neppure esiste nelle altre religioni monoteistiche: nell'Islam e nell'ebraismo. Probabilmente questa duplicità del cattolicesimo questa sua doppia anima riunificata in una persona è stato uno degli elementi che ne ha esaltato la dinamica e la capacità di comprendere e di aderire ai mutamenti della società.

Per capire a fondo le persone, individui e comunità, bisogna avere l'attitudine e l'attrezzatura psicologica per commerciare anche con gli interessi oltre che con i principi le convinzioni e i dogmi. La Chiesa cattolica è stata la sola ad avere questa vocazione e i frutti positivi ne sono stati copiosi per lei e per le popolazioni che ne hanno seguito il messaggio e gli incitamenti.

Ma non è certo un caso se in anni più recenti la sua influenza si è ristretta nel mondo occidentale ed è diventata assai più ampia in Africa e in America Latina. Questo movimento di sgonfiamento e rigonfiamento ha proceduto di pari passo con la secolarizzazione della società moderna l'affermarsi del concetto di laicità nelle nazioni dell'Europa e del nord America. La vocazione missionaria nel senso più ampio del termine della Chiesa cattolica ha finalmente sfondato in quei paesi ancora immersi nella povertà e in mitologie tribali che la Chiesa ha avuto la capacità di trasferire nel messaggio cristiano come del resto già aveva fatto nel momento della evangelizzazione dei popoli germanici alla caduta dell'Impero Romano.

* * * *

Il nemico è insomma il relativismo, la rivendicazione dell'autonomia di ciascuno, la ricerca sperimentale della verità che non esclude neppure l'inesistenza di un'unica verità assoluta. E di conseguenza l'abbandono della trascendenza, antico rifugio contro l'insicurezza del vivere e ultima istanza del giudizio finale tra buoni e cattivi, tra bene e male.

Il pensiero laico è stato lungamente silente su questa diabolizzazione cui la Chiesa l'ha sottoposto. Parlo del pensiero laico e non di quello anticlericale che ne rappresenta una caricatura.

Il pensiero laico non ha mai escluso (e come potrebbe?) il mistero, l'Increato, la necessità di dare un senso al nostro vivere. Si è sempre posto con estrema serietà i problemi della vita e della morte. Non ha mai confuso il complesso delle sue idee e delle sue convinzioni con la secolarizzazione consumista che è fenomeno diverso e per molti aspetti deteriore. Per di più il pensiero laico, anzi il mondo laico, non ha una struttura di potere, non ha associazioni proprie che lo rappresentino, non parla "ex cathedra". Predica libertà, democrazia, tolleranza. Perciò non ha alcuna responsabilità nello scontro che si è determinato con la Chiesa se non per il fatto di opporsi alle pretese ecclesiastiche di voler imporre ad una comunità dove convivono pacificamente cattolici, laici e fedeli di altre religioni, istituti che vietino l'esercizio e il riconoscimento dei diritti. Diritti di minoranze, certo, e proprio per questo ancor più sacri e degni di riconoscimento e tutela.

Ieri si è svolta a Roma una manifestazione in favore del progetto di legge sulle convivenze di fatto, sia eterosessuali sia omosessuali sia affettive tra amici e parenti lontani. Come tutte le proposte, anche queste possono essere migliorate ma non certo abolite. Questa sarebbe infatti una prevaricazione contro una minoranza del tutto inaccettabile per ogni democratico responsabile. Proprio per questo il documento dei sessanta parlamentari cattolici della Margherita in difesa della propria autonomia rispetto alle ingiunzioni dei Vescovi sul voto per le convivenze di fatto ha rappresentato un evento positivo e - senza esagerazione - storico. Non accadeva da mezzo secolo che il laicato cattolico politicamente impegnato prendesse una posizione di questo genere. L'episodio di De Gasperi, quando bocciò la lista clerico-fascista nelle elezioni comunali di Roma, proposta da Sturzo e caldeggiata da papa Pacelli, fu un atto di grande importanza che aveva però come autore un presidente del Consiglio capo e fondatore della Dc. Nel caso dei "sessanta" si è trattato di deputati e senatori per lo più sconosciuti e tuttavia fieri dell'autonomia del loro rango costituzionale e del loro impegno politico.

Gli avversari dei patti sulle convivenze di fatto cercano di dimostrare che quei diritti sono in gran parte già riconosciuti dal codice civile e che quindi una legge in proposito è del tutto inutile. Se la si vuole, la si vuole per dare riconoscimento pubblico a quei diritti e a quelle coppie. L'obiezione è in parte inesistente e in parte sbagliata. Inesistente perché la quasi totalità dei diritti in questione deve essere affermata "erga omnes" cioè nei confronti dei terzi, senza di che quel diritto è di fatto inesistente. Sbagliata perché il riconoscimento pubblico di una situazione è un atto fondamentale che attiene alla dignità delle persone ed alla loro riconoscibilità.

* * * *

Qualche giorno fa si è svolto nel salotto televisivo di Giuliano Ferrara un dibattito di spessore su questo tema. L'ho seguito con interesse; ho apprezzato la prudenza e anche il garbo con il quale ha sostenuto le ragioni della Chiesa il cardinale Barragan, le efficaci stimolazioni del conduttore il quale, per antica vocazione, vorrebbe che i suoi invitati preferiti facessero a pezzi gli avversari e che il suo manicheismo fosse fatto proprio da tutti i partecipanti non concependo lui, nella vita pubblica, altra modalità per regolare i conti tra opposte convinzioni, interessi, poteri. Ma ho soprattutto apprezzato l'intervento finale di Rosy Bindi, coautrice con il ministro Barbara Pollastrini del disegno di legge sulle convivenze di fatto ormai da tempo presentato in Parlamento.
Sul tema specifico si era già detto tutto e del resto esiste un testo legislativo che non abbisogna di ulteriori spiegazioni. Di che cosa dunque doveva parlare la Bindi a chiusura di quel dibattito? Ha parlato di cristianesimo. Ha detto tre cose che mi hanno molto colpito e che voglio qui riportare con la massima chiarezza così come mi sono arrivate.

Vorrei che la religione si occupasse soprattutto di Dio e di Cristo.

Vorrei una Chiesa pastorale che non solo vivesse tra la gente ma tra i diversi, tra quelli che non la pensano come noi, che noi consideriamo peccatori, ma che sono pur sempre uomini e donne come noi. In loro dobbiamo percepire esaltare aiutare la scintilla divina che anch'essi possiedono al pari di noi. Che cos'altro il Cristo ci esorta a fare? Ma è questo che stiamo facendo?

Tanti uccelli si posano la notte sui rami degli alberi e ne ripartono al mattino. A volte ritornano, altre volte non più. Ma l'albero che li ha ospitati ha comunque dato e ricevuto da ciascuno di essi qualche cosa, qualche insegnamento e comunque la presenza di una vita.

Non so se questa conclusione d'un dibattito che si annunciava ed è stato polemico sia piaciuta al suo turgido conduttore. A me, laico non credente, è piaciuta molto. A me piace la Chiesa di Francesco e anche quella di Agostino, quella di Bernardo, quella di Duns Scoto. Mi piace quella di Pascal e quella di Maritain. Mi piace quella del cardinale Martini. Mentirei se dicessi che mi piace quella di Camillo Ruini. Politicamente sarebbe forse stato un papa migliore di Ratzinger. Ma la Chiesa ha bisogno di un politico sulla sedia di Pietro?

Se è questo di cui ha bisogno, allora è perduta.

(11 marzo 2007)
FONTE: http://www.repubblica.it/


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  #9  
Old 03-19-2007, 08:37 PM
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Originally Posted by alma
Se è questo di cui ha bisogno, allora è perduta.


Più che perduta, è sorpassata... e questo è fuor di dubbio...parliamoci chiaro...le religioni sopravvivono ancora laddove impera l'ignoranza, la possibilità d manipolare la gente...per questo l'islam è così forte! con questo non sto dando dell'ignorante a chi è cattolico, credente e praticante...ci mancherebbe! solo, la capacità di muovere le masse, la chiesa "occidentale" l'ha persa da mezzo secolo ormai!! e per fortuna, aggiungo io.....
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Old 03-19-2007, 09:11 PM
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Originally Posted by tiolucas73
Più che perduta, è sorpassata... e questo è fuor di dubbio...parliamoci chiaro...le religioni sopravvivono ancora laddove impera l'ignoranza, la possibilità d manipolare la gente...per questo l'islam è così forte! con questo non sto dando dell'ignorante a chi è cattolico, credente e praticante...ci mancherebbe! solo, la capacità di muovere le masse, la chiesa "occidentale" l'ha persa da mezzo secolo ormai!! e per fortuna, aggiungo io.....

comunque se si seguisse qualche insegnamento della chiesa,senza per questo diventare bigotti,il mondo in cui viviamo sarebbe migliore,visto che il decadimento morale e sociale che ci sta portando allo sfascio dipende ANCHE dall'abbandono di certi valori.......


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