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  #1  
Old 03-22-2007, 02:09 PM
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Mastrogiacomo, il disappunto degli Usa


Dopo il primo implicito via libera, arriva il dissenso, dagli alleati di sempre, Stati Uniti e Gran Bretagna, ma anche dalla Germania, il partner fondamentale in Europa per il governo Prodi, che esprimono disappunto e preoccupazione.

Washington è stata colta di sorpresa dai termini della liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, rapito dai talebani in Afghanistan. Lo si è appreso da una fonte della amministrazione Bush che ha chiesto di non essere identificata.

Nel mirino Usa la liberazione dei 5 talebani per il rilascio di Mastrogiacomo: Washington teme che questo metodo può condurre su una strada pericolosa. Il funzionario ha sottolineato che uno dei talebani liberati è un familiare del capo talebano (il mullah Dadullah) che appare essere l'organizzatore del rapimento di Mastrogiacomo.

Dagli Stati Uniti non è arrivata alcuna «approvazione» allo scambio di prigionieri afghani per il rilascio di Mastrogiacomo. «Non è vero che abbiamo approvato lo scambio e le concessioni ci hanno colto di sorpresa» ha concluso la fonte.

Gli Usa avrebbero anche lasciato trapelare al governo italiano come sia una pessima idea organizzare una conferenza di pace sull'Afghanistan a cui invitare anche i talebani e come le regole d'ingaggio dei nostri soldati nel Paese asiatico siano troppo limitanti. Un esempio di questi limiti, ha sottolineato la stessa fonte, è testimoniato dal fatto che il trasferimento in aereo di Mastrogiacomo dal luogo della liberazione a Lashkar Gah fino a Kabul, non è stato effettuato con un velivolo messo a disposizione dalle autorità italiane, il che non sarebbe consentito dalle regole di ingaggio, che proibirebbero a velivoli del nostro governo di entrare in quella provincia, ma con un velivolo di una Ong (si tratta di Emergency). Il governo americano ha sottolineato di avere ripetutamente chiesto alle autorità italiane di modificare queste regole, già dal 2003.

A Roma, osserva una fonte, si attendeva una qualche ramanzina americana dopo la complessa e riuscita operazione afghana che ha portato in Italia Mastrogiacomo e alla libertà diversi prigionieri Taleban. Uno scambio che lo stesso presidente Hamid Karzai ha definito un fatto «eccezionale ed irripetibile». Forse non ci si aspettava un "j'accuse" così completo e forse lo si aspettava 24 ore prima e non oggi.

Quanto riportato dalla fonte Usa non viene confermato dalla Farnesina che in una nota precisa: «Non risultano passi ufficiali americani attraverso i consueti canali diplomatici nel senso indicato dalla fonte anonima né a Washington né a Roma». Al ministero degli Esteri si osserva che «nulla di quanto riferito nelle dichiarazioni della fonte anonima è emerso» nel corso del colloquio avuto da Massimo D'Alema due giorni fa a Washington con Condoleezza Rice. E, anzi, conferma «il clima molto positivo» di quella conversazione a quattr'occhi - rimasta in gran parte riservata - svoltasi in un elegante ristorante con vista sul fiume Potomac. Per fare chiarezza giovedì, riferisce la Farnesina, è in programma un colloquio telefonico del ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, con il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice.

Poco dopo anche il ministero degli Esteri britannico ha espresso «preoccupazione» per «le implicazioni della liberazione dei talebani» collegata al rilascio di Mastrogiacomo: lo ha detto una portavoce del ministero degli Esteri britannico, aggiungendo che della vicenda Londra sta «discutendo con il governo italiano e con quello afgano». Secondo la portavoce, in particolare, «c'è la preoccupazione che si possa dare il messaggio sbagliato a coloro che pensano di prendere ostaggi».

Poco dopo anche Berlino si è unita a Londra e Washington nelle critiche per il rilascio di cinque Talebani in cambio della liberazione di Daniele Mastrogiacomo. Il sito del settimanale tedesco Der Spiegel cita fonti del governo federale, che definiscono «un errore enorme» lo scambio. «L'Italia è soddisfatta, il giornalista è soddisfatto, ma lo sono soprattutto i Talebani», dice la fonte, secondo cui quello scambio ha rappresentato «un segnale sbagliatissimo per tutti i gruppi radicali e incoraggia nuovi rapimenti con obiettivi ancora più ambiziosi». Der Spiegel parla quindi dell'arrivo del giornalista di «Repubblica» come quello di «una star»: «Sembrava il vincitore, solo un po' più esausto, di un campionato del mondo».

Nel caso di eventuali rapimenti di connazionali, l'Olanda si oppone per principio a negoziare con i sequestratori: lo ha detto durante una visita in Afghanistan il ministro degli esteri dell'Aja, Maxime Verhagen.

fonte: corriere.it
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  #2  
Old 03-22-2007, 07:27 PM
corso corso is offline
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Join Date: Jan 2007
Location: RIO DE JANEIRO
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mah, fatemi capire, da codesto articolo sembrerebbe che l´italia ha giocato alla "zingarello", ovvero fregandosene di tutto pur di fare goal nell´ elettorato.


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