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Calabro': separeremo rete e Telecom Affrancare la Rai dalla politica, sorpasso Sky...


Calabro': separeremo rete e Telecom. Affrancare la Rai dalla politica, sorpasso Sky negli introiti


"Porteremo a compimento la separazione funzionale della rete di accesso di Telecom Italia", ha assicurato Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità per le Comunicazioni, nella sua Relazione annuale al Parlamento.

Calabrò ha rimarcato che "il percorso è delicato e complesso; da esso vogliamo venire a capo entro l'anno dialogando con tutti, Telecom in primis, in un confronto aperto che entri fin nei dettagli".

Il presidente dell'Authority ha spiegato che "non si è ancora perfezionato il nuovo assetto proprietario di Telecom; e questo allunga i tempi di interlocuzione. Ma la separazione della rete è nell'interesse di tutti gli operatori e della stessa Telecom. Quel che importa di più, è nell'interesse generale. La separazione funzionale, in un mercato come il nostro, caratterizzato da un deficit competitivo di natura strutturale, è il rimedio piu' efficace per risolvere i problemi concorrenziali, di accesso al mercato, di trasparenza, di abbattimento del contenzioso e - la tempo stesso - di sviluppo del settore, anche in vista della realizzazione della reti di nuove generazione".

Concorrenza uguale risparmio
Nel primo semestre del 2007 le tariffe dei servizi di telecomunicazione "anche a seguito di interventi legislativi, sono ulteriormente calate di circa l'8%, con un risparmio su base annua stimabile in un ammontare prossimo ai due miliardi di euro". L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha segnalato al governo che "l'abolizione della tassa di concessione sulla telefonia mobile può contribuire a una maggiore concorrenza e innovazione sul fronte delle tariffe mobili".

Duopolio
"I mercati televisivi sono ancora caratterizzati da una concentrazione elevata. Nel 2006, nella raccolta pubblicitaria televisiva la quota dei primi due gruppi, Mediaset (55%) e Rai (29%) è stata ancora pari all'84%". Nella sua relazione Calabrò punta l'indice contro "il differimento e l'incertezza del passaggio al digitale" accusati di "prolungare oltre misura lo stato di squilibrio negli assetti pluralistici del mercato televisivo". Nel complesso, il peso della pubblicita' televisiva rispetto al totale della torta pubblicitaria in Italia resta "preponderante: corrisponde al 53%, mentre la carta stampata assorbe il 32%". "Sebbene nei primi cinque mesi di quest'anno - fa notare Calabro' - si sia registrato un lieve calo per le tv (-2,7%) e un certo incremento per la stampa quotidiana (+3,6%) il rapporto tra stampa e televisione, nel nostro paese, rimane squilibrato rispetto agli altri Paesi europei".

Sky monopolista della paytv
Nella vendita dei contenuti a pagamento, "Sky detiene il 91%, raggiungendo e superando gli introiti del canone Rai: circa 2 miliardi di euro contro i circa 1,5 miliardi del canone pubblico". "Complessivamente - si legge nella relazione -, la quota della presenza di Rai e Mediaset nel settore televisivo è stata pari, nel 2006, rispettivamente al 34% e al 29%, mentre Sky è arrivata a pesare per il 28% dei ricavi".

New Media e banda larga
La banda larga è il futuro delle telecomunicazioni, ma su questa strada l'Italia e' ancora indietro."Col 14,5% di diffusione della larga banda l'Italia è molto indietro: non solo rispetto ai Paesi del G7 (l'Italia e' ultima) e ai piu' progrediti nell'Unione europea (Olanda, Danimarca, Finlandia); anche rispetto all'Europa a 15 (18,7%); persino rispetto all'Europa a 27 (16,2%)", ha sottolineato Calabro'. "Negli anni scorsi - ha aggiunto - la diffusione della larga banda in Italia aveva segnato prima un'impennata, con un incremento di oltre il 100% nel 2004, poi una piu' modesta crescita del 50% nel 2005 e del 25% nel 2006, giungendo a collegare ad aprile scorso quasi 9 milioni di utenti (ottavo posto al mondo e quarto in Europa)". Ma in Francia, ha proseguito, "gli utenti sono arrivati a ben 14 milioni.

"Oggi l'Italia è uno dei mercati più liberalizzati d'Europa, il quinto mercato al mondo nelle telecomunicazioni in termini di fatturato pro-capite e il secondo per quanto riguarda i servizi voce della telefonia mobile, nella quale l'Italia presenta la più alta percentuale di penetrazione (il 140%)". "Siamo il primo Paese d'Europa - ha proseguito - come numero di utenze mobili di terza generazione (17 milioni di utenti Umts) e il secondo al mondo dopo il Giappone. Tale primato fa il paio con la diffusione dei servizi di televisione in mobilità: l'Italia è stato il primo paese in Europa a lanciare commercialmente il servizio (in tecnica Dvb-h). I Paesi che vedono la maggiore crescita di offerte convergenti basate su Voip e Iptv sono Francia, Italia e Giappone".

Mala tv e Rai del futuro
"Alla pervasività della televisione non corrisponde la sua qualità che è andata sempre più scadendo, per il presupposto - falso se guardiamo al di là dell'effimero - che quanto più si abbassa il livello di una trasmissione tanto piu' si allarga il target dei telespettatori", denuncia il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

"E' auspicabile che l'iniziativa legislativa di riforma del servizio pubblico che il Parlamento si accinge a discutere chiarisca finalmente l'indipendenza della Rai dalla politica, nel solco dei criteri dettati dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale", afferma ancora il presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò.

Calabrò denuncia "l'ibrida normativa che regge la Rai, complicandone e impastoiandone la gestione, ne renda stentata l'operatività". Non solo: "la pressione dei pubblicitari e la politicizzazione degli assetti sono d'ostacolo a una più funzionale utilizzazione delle risorse interne, che pure sono notevoli, e portano anche a sacrificare valide produzioni". Per Calabro', la riforma dovrebbe individuare anche "un modello di governance della societa' che realizzi una netta separazione tra le attivita' di servizio pubblico e le attività commerciali, secondo gli indirizzi comunitari. Nel frattempo - ricorda - noi siamo andati avanti sulle strade percorribili a legislazione vigente: la realizzazione di un catasto nazionale delle frequenze, la revisione del relativo piano di assegnazione e le regole per l'accesso dei terzi al 40% della capacità trasmissiva".

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