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Old 08-06-2007, 02:14 AM
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Estate:api,vespe E Vipere;rimedi Contro Punture E Morsi/ansa


(ANSA) - ROMA, 3 AGO - Api, vespe, zecche e vipere: durante l'estate, all'aperto possono capitare anche questi incontri. Come affrontare morsi e punture? Da evitare rimedi come l' ammoniaca per api e vespe, cosi' come tentare di succhiare il veleno della vipera, modello Indiana Jones. Ecco allora un vademecum stilato da Alessandro Barelli, direttore del servizio di tossicologia clinica del Policlinico Gemelli e responsabile del sito www.tox.it, dell'Universita' Cattolica, dove vengono forniti consigli utili in caso di emergenze dovute al contatto con sostanze tossiche, indicando anche i centri antiveleni presenti sul territorio. API E VESPE: non tentare di estrarre il pungiglione con le pinzette, meglio farlo ''saltare'' con un angolo appuntito. Non bisogna spremere, altrimenti si schiaccia il sacco attaccato al pungiglione, inoculando cosi' altro veleno. Per gli effetti locali l'uso di acqua fredda o ghiaccio sono utili, mentre l'ammoniaca puo' indurre ad un peggioramento dell'irritazione. Si possono usare creme al cortisone e in caso di dolore intenso e persistente analgesici e antinfiammatori da banco, mentre antistaminici e creme anestetiche non servono. Negli adulti sono comunque necessarie piu' di 100 punture per una dose di veleno letale. Una sola puntura non e' pericolosa, se non nel caso di soggetti ipersensibili a rischio di reazione anafilattica. Meglio riconoscere i sintomi: vampate di calore al volto, orticaria, prurito, difficolta' a respirare, vertigini, senso di svenimento, sudorazione, pallore, gonfiore (edema) di volto, occhi, lingua e vie respiratorie, con diversa gravita' e combinazione dei sintomi. Edema e prurito possono essere i primi segnali (entro 10-20 minuti dalla puntura) di una crisi: in caso raggiungere il piu' vicino pronto soccorso. Per questi soggetti sono disponibili kit per autosomministrazione di adrenalina e cortisonici intramuscolari: dopo l'emergenza e' bene raggiungere la struttura sanitaria piu' vicina; ZECCHE: devono essere staccate con un paio di pinzette, il piu' possibile vicino alla cute, evitando di strappare, schiacciare o torcere il corpo del parassita. Danneggiando la zecca infatti si produce la fuoriuscita della saliva o del contenuto intestinale e si puo' facilitare la trasmissione delle malattie veicolate dal parassita. Vietato l'uso di ''rimedi'' come acetone e benzina, che aumentano il rischio infettivo. Dopo avere gettato la zecca nel water oppure averla bruciata, la pelle interessata deve essere lavata con acqua e sapone, disinfettata e controllata per un mese. In caso di arrossamento serve un controllo medico; VIPERE: un luogo comune e' quello di portarsi dietro il siero, che nelle farmacie italiane non e' piu' venduto. Si tratta infatti di un presidio per uso esclusivo ospedaliero e nei casi giudicati gravi dal medico. Il morso delle 4 specie presenti (Vipera aspis, ursini, berus e ammodites) e' raramente mortale. In realta' la possibilita' di essere morsi e' piuttosto remota, soprattutto se si indossano scarponcini alti alla caviglia e calzettoni, si presta attenzione a dove si mettono le mani, scostando rami e foglie con un bastone. In caso di morso: rimanere tranquilli, in caso con un sedativo per bocca (i meccanismi di stress provocano una piu' rapida diffusione del veleno); attivare il 118; evitare di applicare il laccio emostatico, perche' rallenta o blocca il deflusso venoso mentre non blocca il flusso linfatico, responsabile della diffusione del veleno; evitare di succhiare il veleno o praticare incisioni, si possono causare ulteriori danni; immobilizzare la parte colpita con un bendaggio steccato non compressivo, come per un arto fratturato. (ANSA). KWS

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