Go Back   Forum > OT-Forum > OT - Forum

LOGIN

Register FAQ Live Now! Rules Live TV Arcade Search Today's Posts Mark Forums Read






× Notice: This forum is read-only.The content of the community may not be verified or updated. More info
Reply
 
Thread Tools Search this Thread Display Modes Translate
  #1  
Old 08-20-2007, 09:44 PM
calog33 calog33 is offline
Senior Member
 
calog33's Avatar
 

Join Date: Jun 2005
Posts: 5,509
calog33 is on a distinguished road
Default

Caso Hegazi, la Cdl: il governo gli dia asilo


An, Udc e FI premono su Prodi: non ficchi la testa sotto la sabbia
Caso Hegazi, la Cdl: il governo gli dia asilo
La politica si mobilita a sostegno del giovane egiziano minacciato di morte dopo l'annuncio della sua conversione al cristianesimo

ROMA - Il caso di Mohamed Hegazi, il giovane egiziano minacciato di morte per aver dichiarato di essersi convertito al cristianesimo, sollevato da Magdi Allam con un articolo sul Corriere della Sera, scuote il mondo della politica. E' in particolare dagli ambienti del centrodestra che giungono gli appelli al governo ad intervenire con azioni diplomatiche forti per difendere il principio della libertà religiosa.
«INTELLETTUALI ASSENTI» - «Sul caso di Mohamed Hegazi - commenta il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa - colpisce la timidezza non solo delle istituzioni, che almeno hanno l'alibi della ragion di Stato, ma dei tanti intellettuali e professionisti delle libertà individuali che improvvisamente diventano muti quando si tratta di alzare la voce in difesa del diritto di un cristiano a esercitare la propria fede». «Credo che il pericolo che il fondamentalismo e l'estremismo islamico prendano il sopravvento in Paesi, come l'Egitto, considerati moderati e tolleranti - aggiunge La Russa - debba sensibilizzare le nostre Istituzioni a far valere il proprio peso anche nei rapporti economici, per aiutare da un lato i moderati e dall'altro per far capire che l'Italia non può certo rimanere indifferente dinanzi a queste dichiarate violazioni del rispetto della libertà religiosa».
«L'ITALIA DIA ASILO» - «Una posizione ribadita anche da Luca Volontè, capogruppo dell'Udc a Montecitorio: «Sul caso Hegazi il governo non ficchi la testa sotto la sabbia: condannare a morte una persona per la propria fede è un crimine assoluto. Occorre pertanto avviare con urgenza le opportune procedure diplomatiche per offrire asilo al giovane egiziano convertitosi al cristianesimo, consentendogli così di poter professare liberamente il proprio credo religioso». «Sarebbe un gesto significativo - sostiene l'esponente centrista -, un esempio di come si rispettano, in concreto, valori universali come sacralità della vita, diritti umani e libertà religiosa».
«TUTELARE I CRISTIANI» - E un'esortazione al governo Prodi a muoversi per tutelare l'incolumità di Mohamed Hegazi arriva anche da Isabella Bertolini, deputata di Forza Italia, che chiede che l'esecutivo «si attivi anche immediatamente, a livello internazionale, per denunciare l'oppressione e le minacce di morte che i cristiani stanno subendo nei Paesi islamici, non solo quelli dove l'Islam fondamentalista ha preso o sta assumendo il potere, ma anche in quelli che sembrano più moderati ed aperti». «Se l'Italia e l'Europa - aggiunge l'esponente azzurra - dovessero rinunciare a pretendere il principio di reciprocità da parte dei Paesi islamici e continuassero a nascondere la testa sotto la sabbia, di fronte alle persecuzioni ed alle uccisioni di tanti innocenti colpevoli solo di aspirare alla libertà religiosa, perderebbero insieme qualunque dignità, oltre alla propria identità».
«BASTA CHIACCHIERE» - Sulla vicenda interviene anche Francesco Storace, leader del movimento La Destra «Si smetta di parlare di legge in Italia sulla libertà religiosa fino a che nel mondo, e persino nel cosiddetto mondo arabo moderato, si mette a repentaglio il diritto dei cristiani a vivere nelle fede - dice l'ex ministro -. La denuncia di Magdi Allam non va lasciata cadere: Napolitano, Prodi e D'Alema devono fare di tutto affinchè sia rispettato il diritto alla religione di un 25enne minacciato per un Vangelo in mano. Il fondamentalismo vince di fronte alla rassegnazione dell'Occidente: si ottenga da Mubarak il rispetto per la sacralità della vita, si conceda asilo ad un giovane che chiede di poter pregare liberamente. Altrimenti si imponga uno stop alle chiacchiere legislative sulla libertà religiosa. Faremmo la solita figura di Ponzio Pilato».
20 agosto 2007

l giovane chiede il riconoscimento del cambio di fede sui documenti
«Mi sono convertito e lo rivendico»
L’egiziano Hegazi rischia la morte
Cristiano da nove anni, rompe un tabù in un Paese dove i copti sono milioni. Ma una fatwa ora lo condanna come apostata.


Mohamed Hegazi, egiziano, si è convertito al cristianesimo. Vuole ufficializzare la sua fede ma una fatwa islamica lo condanna a morte. Autorità e Chiesa tacciono.
Adottiamo Mohamed Hegazi come simbolo della libertà religiosa in Medio Oriente. Venticinque anni, nato musulmano, convertito al cristianesimo nove anni fa e sposato con una convertita, ha chiesto alle autorità egiziane di vedere registrata la loro nuova religione sulla carta d’identità per assicurare che il loro figliolo, che sta per nascere, veda la luce come cristiano. Ma si è scatenata l’ira degli estremisti islamici che l’hanno tacciato di apostasia e ingiunto allo Stato di attuare la condanna a morte avallata da una fatwa, un responso giuridico, dell’Università islamica di Al Azhar. Ciò avviene in un Paese sostenuto massicciamente dall’Occidente perché considerato moderato e in cui i cristiani sono circa 10 milioni. E non si tratta di ripetere l'operazione che nella primavera del 2006 portò al rilascio e all'espatrio del convertito afghano Abdul Rahman, che ha ottenuto asilo in Italia. I cristiani in Medio Oriente sono la popolazione autoctona e deve essere garantito loro e a tutti, compresi i convertiti, il diritto alla piena libertà religiosa a casa loro.
Il caso è esploso dopo che Suad ****h, preside della Facoltà di studi islamici e arabi dell’Università islamica di Al Azhar, ha legittimato con una fatwa la condanna a morte di Hegazi perché non si è limitato a convertirsi ma «ha detto pubblicamente di essersi convertito al cristianesimo e si è perfino fatto fotografare insieme alla moglie con in mano il Vangelo ». La logica è la seguente: se ti converti e ti nascondi nelle catacombe potresti avere salva la vita, ma se hai la «sfrontatezza» di annunciarlo pubblicamente e magari con il sorriso in bocca, a testimonianza della profondità della tua fede e della gioia con cui la vivi, allora devi essere ucciso. Il quotidiano governativo Al Messa riferisce di un sondaggio secondo cui tutti gli ulema, i giureconsulti islamici, d’Egitto sono unanimi nella «necessità di condannare amorte l’apostata». Il caso è stato proposto anche al Grande Mufti Ali Gomaa che, in un’intervista al Washington Post, ha risposto in modo assai ambiguo: «La scelta significa la libertà e la libertà include la libertà di commettere dei gravi peccati fintantoché non arrechino un danno agli altri». A suo avviso chi si converte dall’islam a un’altra religione non commette un «grave peccato», tranne nel caso in cui la conversione costituisce una minaccia per la società. E sembra proprio che per gli estremisti islamici manifestare pubblicamente la gioia della fede in Cristo sia un pericolo da sanzionare con la morte.
«Ricevo delle minacce di morte sul mio cellulare. Ogni volta che cambio il numero dei fanatici riescono a ottenerlo, mi chiamano e mi preannunciano che mi faranno fuori», ha raccontato Hegazi a Le Figaro. «Il pericolo non viene solo dagli estremisti, un qualsiasi cittadino potrebbe uccidermi agendo di sua testa, nella convinzione di servire l'islam». Hegazi, che è stato il rappresentante del movimento di opposizione «Kifaya » (Basta!) a Port Said, vive ora in clandestinità insieme alla famiglia. Il suocero ha auspicato che la giustizia obblighi la moglie a divorziare e che «mi venga restituita anche morta». Contemporaneamente due esponenti dell’Organizzazione dei cristiani del Medio Oriente, Adel Fawzi e Peter Ezzat, considerati gli ispiratori della conversione di Hegazi, sono stati arrestati per «attentato all’islam» e «sedizione religiosa». Il tutto avviene in un contesto dove regna la paura. Il Centro Al Kadima per i diritti dell’uomo, ha ritirato la denuncia che era stata depositata la scorsa settimana per sostenere la causa di Hegazi, motivandola con «l’assenza del certificato di conversione della Chiesa». E la Chiesa locale? Tace. Un silenzio assordante per il timore di inasprire il conflitto con un regime che ha di fatto abdicato al clero islamico radicale rimettendo nelle sue mani il controllo degli affari sociali che s’intrecciano con una religione sempre più invasiva.
Proprio perché l’Egitto è il nostro dirimpettaio che ostenta fama di tolleranza e di moderazione, mi auguro che l’Italia non resti a guardare. Auspico che il capo dello Stato Napolitano lanci un vibrante appello al presidente egiziano Mubarak affinché assumaun gesto significativo, ricevendo Hegazi e riconoscendogli pubblicamente pari dignità come cittadino e testimoniando il rispetto della libertà religiosa. Auspico che il presidente del Consiglio Prodi chieda garanzie al governo egiziano sulla tutela della vita di Hegazi, chiarendo che per l’Italia il rispetto della libertà religiosa è un parametro fondamentale per definire la realtà e lo sviluppo dei rapporti bilaterali e multilaterali. Auspico che le università italiane (La Sapienza di Roma, il Pontificio Istituto Orientale di Roma, l’Orientale di Napoli, la Bocconi di Milano, l’Iuav di Venezia) che il 15 giugno 2005 hanno sottoscritto un accordo di cooperazione con l’Università islamica di Al Azhar, con la benedizione del nostro ministero degli Esteri, recedano dall’iniziativa dopo aver avuto l’ennesima conferma che i suoi più alti vertici hanno legittimato il terrorismo suicida palestinese e il massacro anche delle donne e dei bambini israeliani, nonché l’uccisione dei musulmani convertiti al cristianesimo. Auspico tutto ciò per i cristiani d’Egitto ma anche per noi. Perché se volteremo le spalle a chi, alle porte di casa nostra, viola la sacralità della vita, la dignità della persona e la libertà di scelta, significa che abbiamo abdicato ai valori che corrispondono al fulcro della comune civiltà dell'uomo. www.corriere.it/allam
Magdi Allam
20 agosto 2007

www.corriere.it


Reply With Quote
  #2  
Old 08-21-2007, 04:03 AM
daniarcheo daniarcheo is offline
Member
 
daniarcheo's Avatar
 

Join Date: Nov 2005
Posts: 50
daniarcheo is on a distinguished road
Default

Sicuramente lanciare la fatwa..è più mortale..di una semplice scomunica del papa..
forse il ragazzo viene "usato" per altri scopi politici.. che fanno solo confusione e mettono solo malafede verso l'altro...

vorrei vedere alla CDL difendere un ragazzo ex.cristiano che diventa musulmano...con lo stesso peso..e sbandierando la libertà religiosa..?? ma la libertà religiosa non può andare solo su un senso..
che tristezza 'sti politici..che alzono polveroni..poi..
domani un altro polverone..
poi un altro..
non ricordandosi più cosa si era detto..o fatto..

poi..una volta che il problema è religioso..intervenga la Chiesa..su fatti religiosi..altrimenti..come capita spesso abbiamo l'opposto..
Chiesa che parla di politica..(vedi oggi Bertone che ha detto che bisogna pagare le tasse...e Berlusconi allegico alla cosa non è intervenuto..)
e i politici che parlano di libertà religiosa....

mah..cose da pazzi!!!


da.


Reply With Quote
Reply







Thread Tools Search this Thread
Search this Thread:

Advanced Search
Display Modes

Posting Rules
You may not post new threads
You may not post replies
You may not post attachments
You may not edit your posts

vB code is On
Smilies are On
[IMG] code is On
HTML code is Off
Forum Jump


All times are GMT +2. The time now is 03:15 PM.


Powered by: vBulletin Copyright ©2000 - 2023, Jelsoft Enterprises Ltd.
Search Engine Friendly URLs by vBSEO 3.1.0 ©2007, Crawlability, Inc.