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Old 08-24-2007, 11:47 AM
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Il Giappone vuole sostituire Internet


LUCA CASTELLI

Rottamare Internet e sostituirla con un nuovo network made in Japan. Detta così, sembra una boutade di Ferragosto. In realtà, il progetto è stato annunciato dal Ministro delle Comunicazioni in persona, Yoshihide Suga, che durante un viaggio in Brasile ha parlato di nuove tecnologie da realizzare e rendere operative entro il 2020.

Nelle intenzioni del governo giapponese, l’Internet del Sol Levante dovrebbe essere sviluppata tramite la cooperazione di aziende private, università e associazioni governative. Ancora in fase a dir poco embrionale, l’iniziativa sarà discussa in autunno in alcuni incontri tra i potenziali partner. E si parla già anche di una cifra, 7,8 miliardi di yen (poco più di 50 milioni di euro), che il Ministero delle Comunicazioni starebbe mettendo da parte per le prime spese.

Ma a cosa servirebbe la nuova Rete? E perché ce ne sarebbe bisogno? Secondo Suga, il nuovo network dovrebbe rispondere ai grandi problemi che oggi caratterizzano Internet: in primis, in materia di efficienza e di sicurezza. I nuovi standard dovrebbero garantire connessioni più veloci, più performanti, più resistenti ad attacchi di virus e a defaillance di sistema.

L’idea di riscrivere Internet non abita comunque solo dalle parti di Tokyo. In un recente documento della commissione su scienza e tecnologia della Camera dei Lord di Londra si leggono simili perplessità. “Se da un lato Internet è fonte di grande innovazione e crescita commerciale”, spiega la commissione, “dall’altro è praticamente impossibile controllare il suo traffico. Quindi è giusto porsi la domanda: sarebbe possibile ridisegnare la Rete in un modo più sicuro?”.

In America (dove peraltro esiste già una Internet2 che connette ad altissima velocità più di duecento università e istituti di ricerca) ragionano in modo molto più prosaico: più che riscrivere l’intera Internet, basterebbe normalizzarla su meccanismi più ragionevoli da un punto di vista commerciale. E cioè favorirne una gestione non “neutrale”, dove i contenuti a pagamento viaggiano più rapidamente di tutti gli altri (il dibattito, che vede contrapposti soprattutto i grandi provider e le aziende della Silicon Valley va avanti già da diversi anni).

Sono sempre più numerose, insomma, le voci di chi pensa che Internet debba essere radicalmente rivoluzionata. Che sia per ragioni di sicurezza, per obsolescenza tecnologica (la Rete attuale resisterà al crescente impatto dei video e dell’intrattenimento online?) o per mere questioni di profitto. E se ciò non fosse possibile, c’è anche chi sogna soluzioni ancora più estreme.

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