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ricevo questa mail e la riposto qui:

Esiste una buona sanità ed una malasanità, esiste una buona stampa ed una malastampa.
Il problema della malastampa è che chi legge spesso non ha la possibilità di farsi un'altra idea.
Vi invito a leggere l'articolo de "IL Mattino" di seguito riporatato vivido esempio di malastampa.
Chi legge è portato a credere che sia stato commesso un errore con tanto di inchiesta della procura.
I fatti sono che una povera donna colpita da arresto cardiaco ha ricevuto nel giro di brevissimo tempo le cure necessarie per la presenza sul posto di un medico, ovvero la "rianimazione cardio polmonare con ausilio di un defibrillatore (massaggio cardiaco esterno ventilazione, ove indicato defibrillazione e supporto farmacologico)".
Tutti gli operatori sanno che la cosa più inutile da fare in caso di arresto cardiocircolatorio è la "corsa in ospedale" giacchè a bordo della autoambulanza a causa dei movimenti del veicolo il massaggio cardiaco perde di efficacia e siccome dopo 4 minuti iniziano i danni cerebrali e dopo 10 inizia la irreversibilità del danno la famosa corsa in ospedale significa togliere quella minima speranza all'ammalato non ricevendo la giuste cure.
Ma il bravo giornalista invece che fa si lamenta del fatto che l'ambulanza arrivata non ha prelevato l'ammalata.
La morte in area pubblica va sempre denunciata (dal medico) all'autorità giudiziaria ecco perché si apre un' inchiesta (regolamento di polizia mortuaria e codice penale art. 365)
Infine il defibrillatore si usa in caso di arresto cardiocircolatorio solo con ritmi defibrillabili ovvero fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare negli altri casi si usa il massaggio cardiaco esterno.
Vi chiedo di inoltrare tale mail per evitare (come già accade) che i parenti degli ammalati pressino sugli operatori per la famosa quanto inutile corsa in ospedale.

Massimo Lagnese

Originally Posted by IL MATTINO del 02/10/2007

MALORE NELL'AREA PARTENZE. NON UTILIZZATA L'AMBULANZA, VANO L'INTERVENTO DEL MEDICO DI GUARDIA
Muore in sala d'attesa, fascicolo dal pm

Un malore improvviso nel salone partenze dell'aeroporto di Capodichino si è concluso tragicamente per una viaggiatrice italo-svizzera, la signora Justine di 78 anni, che alle 10.30 avrebbe dovuto raggiungere Zurigo con un volo dell'Air One. Un incidente avvenuto sotto gli occhi di centinaia di passeggeri e che, per il mancato intervento del personale dell'ambulanza dell'Asl Napoli 1 in servizio nell'aeroporto, sarà valutato dalla Procura della Repubblica. Gli agenti di polizia di frontiera hanno seguito con attenzione lo svolgimento delle operazioni di soccorso: per circa un'ora il medico di guardia in servizio a Capodichino ha tentato di far superare alla viaggiatrice la crisi cardiocircolatoria che si è poi rivelata fatale. Il mancato trasferimento della signora Justine nel vicinissimo ospedale San Giovanni Bosco - dotato di un dipartimento di cardiologia e di un'efficiente unità di terapia intensiva coronarica - sarà al centro di un'informativa che la polizia di frontiera (diretta dal vice questore Pasquale Trocino) invierà alla Procura. Insieme con due amiche, poco prima delle 8.30, la signora Justine ha superato il varco dei controlli personali e si è diretta nella zona partenze in attesa del check-in. Improvviso il suo mancamento davanti ai viaggiatori pronti a imbarcarsi su altri voli, immediatamente è scattato l'allarme. Dal posto di pronto soccorso all'interno dell'aeroporto il medico di guardia l'ha raggiunta in pochi minuti. «Abbiamo utilizzato subito il defibrillatore - spiega il dottore Achille Mercogliano - abbiamo sottoposto la paziente a rianimazione cardiopolmonare per quasi cinquanta minuti. Ma il suo cuore non si è ripreso. Avevamo allertato anche la centrale operativa del 118 perché l'ambulanza in servizio nell'aeroporto era fuori per un altro codice rosso. Un altro mezzo di soccorso è venuto a Capodichino, ma non l'abbiamo utilizzato perché durante la rianimazione cardiopolmonare il paziente non va tolto da terra». Il corpo della signora Justine è rimasto fino alle 11 nell'affollato salone partenze di Capodichino quando l'ha preso in consegna il personale di polizia mortuaria. b.b.