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  #1  
Old 10-10-2007, 02:54 PM
calog33 calog33 is offline
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Strage di Erba, Olindo: «Sono innocente»


Strage di Erba, Olindo: «Sono innocente»
Messaggio di Rosa che non è in aula: quello che ho detto non è vero. Azouz: «Vorrei la pena di morte»

L'arrivo di Azouz Marzouk in occasione dell'udienza preliminare del processo per la strage di Erba (Ansa)
COMO - Si sono guardati a lungo, ma non hanno scambiato neppure una parola Azouz Marzouk e Olindo Romano per la prima volta faccia a faccia dopo la strage di Erba. I due a poco più di un metro di distanza, si sono ritrovati stamane durante l'udienza preliminare per la strage di Erba nell'aula della Corte d'Assise del tribunale di Como.

OLINDO: SONO INNOCENTE - Dei due imputati era presente solo lui, Olindo, che in apertura ha pronunciato una frase che ha sollevato sdegno: «Sono innocente» ha detto al Gup. L'uomo ha poi aggiunto di rimettersi alla decisione dei giudici e di essere preoccupato delle condizioni di salute della moglie, Rosa Bazzi, che ha rinunciato a presenziare. La donna non era in aula ma ha affidato alle mani dei suoi avvocati un memoriale in cui afferma che «non corrisponde a verità» quello che ha detto nei precedenti interrogatori. Quindi ora si tratta di capire se la sua è una ritrattazione totale o se intende accusare solo Romano dell'omicidio.

«PENA DI MORTE» - Il clima sulla tragica e terribile vicenda è ancora teso, tanto che Azouz Marzouk fa capire di non avere perdonato. «Chiedo la pena di morte per Olindo Romano e Rosa Bazzi» (rei confessi dell'omicidio del figlio di Azouz, il piccolo Youssef, e della moglie Raffaella Castagna) ha detto al suo arrivo in tribunale a Como, dove è in corso l'udienza preliminare per la strage di Erba. Dal processo Azouz Marzouk dice di aspettarsi «come minimo due ergastoli», anche se, precisa, «non sono sufficienti. Chiedo la pena di morte: ci sono quattro persone uccise e una si è salvata per miracolo». All'uscita dall'udienza a palazzo di giustizia di Como, Olindo ha incrociato lo sguardo di Azouz, marito e padre di due delle quattro vittime della strage. «L'ho guardato negli occhi, lui mi ha guardato, ma non mi ha detto niente. Non poteva avere il coraggio di dire qualcosa, dopo quello che ha fatto, non so come faccia a dichiararsi innocente» ha detto Azouz sconcertato uscendo dall'aula. Le dichiarazioni di Olindo Romano sono state definite «vergognose» dal legale di Marzouk, Mario Tropenscovino.

ASSENTE IL SUPERSTITE - Non era presente in aula Mario Frigerio, l'unico superstite della strage. L'uomo, marito della vittima Valeria Cherubini e testimone unico del massacro, ha chiesto «che siano condannati con il massimo della pena possibile» ieri sera al suo avvocato, Manuel Gabrielli. Stamani in aula erano presenti i suoi due figli. «Hanno provato molto dolore», ha detto Gabrielli riferendosi alla dichiarazione di innocenza dell'imputato.

LA FAMIGLIA CASTAGNA- All’udienza preliminare erano presenti anche Carlo Castagna, marito di Paola Galli, padre di Raffaella e nonno del piccolo Youssef (tutti morte durante la strage). La famiglia Castagna, diversamente da quella del tunisino e dei Frigerio, non ha deciso di costituirsi parte civile.

L'udienza è stata rinviata a venerdì 12 ottobre. La decisione è stata presa per consentire alla difesa dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi di leggere la relazione del Ris di Parma depositata martedì.

www.corriere.it

Last edited by calog33 : 10-10-2007 at 02:56 PM.


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  #2  
Old 10-10-2007, 05:39 PM
mimmo-44 mimmo-44 is offline
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Una bella faccia da cool!!!!


Ammesso che siano esseri umani ,cosa che stento a crederci,lavori forzati a spaccare le pietre sotto il sole cocente fino alla loro naturale fine questa sarebbe una condanna esemplare.!!! :


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  #3  
Old 10-11-2007, 06:21 PM
travis bickle travis bickle is offline
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Rosa, Olindo e Azouz. Difficile ormai viverli come persone, uomini al culmine della disperazione: gli uni per aver massacrato ferocemente inermi, l'altro per essere stato privato degli affetti più cari. Eppure, per essere considerati ancora tali, cioè uomini, basterebbe loro trattenere il respiro, sospendere la recita, uscire di scena e la loro vita ritroverebbe la tragicità perduta. Impossibile.

Rosa, Olindo e Azouz sono personaggi, vittime forse dei loro eccessi (specie i due assassini della porta accanto) ma anche delle nostre dismisure. Ormai non c'è più distinzione fra realtà e rappresentazione, fra processo «vero» e processo istruito nei tribunali di «Porta a porta» o di «Matrix» o di qualche altra località televisiva. Gli avvocati lo sanno e le strategie difensive sono pensate anche in funzione della risonanza mediatica: al percorso investigativo si affianca un subdolo percorso narrativo. Rosa, Olindo e Azouz.

La signora Bazzi è assente, come se un consulente di immagine le avesse consigliato di smaterializzarsi. La sua è la posizione più delicata. Plastici, docu-fiction, inchieste, enigmi, ricostruzioni, ore e ore di tv la inchiodano alla sua ferocia: avrebbe sgozzato il piccolo Youssef «perché con il suo piagnisteo mi faceva venire il mal di testa». I suoi avvocati ritrattano. Il signor Romano, che abbiamo imparato a conoscere (a conoscere dal video) come un omone succubo della moglie, è in tribunale e davanti al giudicesi dichiara innocente. Mentono? Recitano? Dicono la verità? La nostra indole e i nostri pregiudizi ci facilitano una scelta che scioglie e semplifica il problema senza risolverlo. Ma c'è qualcosa in più: il delitto di Erba, come altri delitti famosi, si porta dietro un affaticamento spettacolare, un andirivieni dalla realtà al reality, e viceversa, fatto di «vite in diretta», di cronaca nera trasformata in fiction, di racconti artefatti su realtà spaventosamente autentiche.

Così il signor Azouz si presenta tra una selva di telecamere, accompagnato da un proprietario di discoteca, gli occhi coperti da fascianti occhiali griffati. E mentre invoca la pena di morte per gli assassini dei suoi cari un cronista ci ricorda dal pergamo di un tg che Lele Mora e Fabrizio Corona lo vogliono far entrare nel magico mondo dello spettacolo.

Ma è già spettacolo per Rosa, Olindo e Azouz. Siccome la morte, per essere tale, ha bisogno ormai di tutto il suo apparato rappresentativo (scena del crimine, sangue, cadavere ma pure criminologo, psicologo, esperta di costume... una morte completa di istruzioni per l'uso) anche la realtà quotidiana si adegua, per esserne all'altezza. Per essere cuore di tenebra come certe volte sa essere cuore di tenebra la tv; per essere perversa come certe volte noi sappiamo essere perversi davanti alla tv.

«Sangue e crudeltà per un pubblico di basso livello intellettuale fingendo che sia di alto livello» ha tuonato ieri sera Umberto Eco dal Tg1. La morte vista da vicino, secondo l'etica della tv, è portata a spiegarsi, a rappresentarsi, a entrare in scena. Così, solo nel ripudio della vita, riusciamo a sopportare i mali della vita.
Fonte


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