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l'italia fuori da gara per google



Italia esclusa dal concorso Android

Gli sviluppatori del nostro Paese non possono partecipare alla gara di Google da 10 milioni di dollari
MILANO - Come l'Iran, la Siria e la Corea del Nord. E anche come Cuba, il Sudan, la Birmania e il Quebec. I motivi sono diversi, ma il risultato è lo stesso: l'Italia è stata esclusa dal concorso indetto da Google per i migliori software destinati ad Android, la nuova piattaforma open source per dispositivi mobili. Una gara da 10 milioni di dollari che scatterà il 2 gennaio 2008. Tra tutti i progetti candidati all'«Android Developer Challenge», la società di Mountain View ne selezionerà 50 che riceveranno 25 mila dollari ciascuno. Tra questi ci sarà poi una nuova sfida per assegnare dieci premi da 100 mila dollari e altri dieci da 275 mila.

REQUISITI ADDIZIONALI - Peccato, però, che gli sviluppatori italiani non possano partecipare. Il motivo? «Restrizioni locali», spiega laconicamente Google. Basta dare un'occhiata alle Faq relative al concorso per trovare il nome dell'Italia associato a quello di Iran, Corea del Nord, Siria, Cuba e Sudan. Ma mentre in questi casi l'esclusione è legata alla normativa americana, i residenti nel nostro Paese e in Quebec non possono partecipare a causa di «requisiti addizionali che rendono impossibile l'apertura del concorso».

BUROCRAZIA - La notizia, com'era semplice prevedere, ha fatto subito il giro dei blog. E a finire sotto accusa è, ovviamente, la burocrazia italiana che ha scoraggiato anche un colosso mondiale come Google. Fabrizio Giudici punta il dito contro la «disciplina dei concorsi e delle operazioni a premio» (D.P.R. 26 ottobre 2001, n. 430). Ad esempio, la norma che prevede che «ogni fase dell'assegnazione dei premi sia effettuata, con relativo onere a carico dei soggetti promotori, alla presenza di un notaio o del responsabile della tutela del consumatore e della fede pubblica competente per territorio»; oppure quella che impone ai «soggetti che intendono svolgere una manifestazione a premio» di prestare una «cauzione a favore del Ministero, con scadenza non inferiore ad un anno dalla conclusione della manifestazione, pari per i concorsi al 100 per cento del valore dei premi promessi». Che fare, allora? Luca Bonesini propone, ironicamente, di consolarsi con i quiz di Mike Bongiorno, mentre Stefano Quintarelli lancia un escamotage per superare l'ostacolo. La rivista "Punto Informatico" parla invece di «occasione perduta per gli sviluppatori del Belpaese». E poi conclude amaramente: «Chissà se qualcuno nel Palazzo se ne accorgerà».

Germano Antonucci corriere della sera di oggi



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