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Old 01-16-2008, 05:43 PM
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Videopoker, la peste di Stato dei nostri tempi miete sempre più vittime


Videopoker, la peste di Stato dei nostri tempi miete sempre più vittime

di Alessandro Sigismondi

UN FENOMENO SOTTOVALUTATO

Il mondo del divertimento digitale ha recentemente subìto un numero incredibilmente alto di attacchi,da parte di stampa e associazioni dei consumatori, per via della sua violenza e, nel caso dei VideoPoker delle sue ripercussioni sulla vita dei giocatori.
Ma questi video giochi sono un fenomeno vecchio e ri**** alla fine degli anni Settanta.
Con il tempo si sono evoluti ed hanno affinato sempre più il loro fascino ammaliatore fino a diventare pericolosi per la loro influenza diretta sulla sfera psicologica del giocatore e mutarne personalità e comportamenti.
I video poker oggi vengono considerati veri e propri giochi d’azzardo.
Elemento caratterizzante è l’isolamento del giocatore.
La verità però è che le scommesse e il gioco -anche quello d’azzardo- sono diventati ormai un’attività economica a tutti gli effetti.
Nel settore sono presenti grandi gruppi multinazionali, concessionari, reti in franchising che fatturano milioni di euro e ricadute importanti nella finanza, si pensi solo agli impieghi in pubblicità.
Persino i vecchi Monopoli di Stato si sono trasformati in aziende private sia pure partecipate con capitale pubblico. Non solo, molte di queste attività hanno un intreccio strettissimo con il mondo dei pubblici esercizi e del commercio in genere, e che il 60% dei 200.000 videopoker e slot machine sono collocati nei pubblici esercizi.
Dal punto di vista tecnico i videopoker sono macchine molto complesse.
Il sistema è realizzato per prevedere una sequenza fissa di vincite.
Quando si gioca dopo un certo numero di giocate arriva la vincita: le vincite basse sono frequenti, più rade quelle medie, eccezionali quelle alte.
Rimane sempre e comunque fissa la quota per il gestore.
Ogni giocata è programmata in modo da creare aspettativa sulla vincita. Considerando che ogni partita dura dai 7 o 8 secondi abbiamo circa 400 partite all'ora, per un costo, medio, di circa 120 euro.
Occorre tenere presente che dietro al software e l’hardware dei videopoker ci sono studi di programmazione sofisticata: basti pensare che in Spagna gira tra i programmatori e realizzatori di software per videopoker un manuale di circa 300 pagine con tutti i meccanismi necessari per realizzare un gioco e tutti i trucchi.
Non dobbiamo considerarlo come un passatempo innocente ma un pericoloso gioco.
Secondo alcuni studi una delle regioni con maggior numero di giocatori è proprio l’Abruzzo.
Vi è anche un centro per la cura del gioco d’azzardo patologico denominato “Game over”, cioè “il gioco è finito”.
Il progetto è nato circa due anni fa all’interno del Gruppo di solidarietà di Pescara (Ceis), che dal 1981 si occupa di tossicodipendenza sul territorio, in collaborazione con i gruppi Siipac (Società italiana di intervento sulle patologie compulsive) di Roma e Bolzano.
Alcune persone sono prigionieri del gioco d'azzardo, costretti sul lastrico da una passione degenerata e di scommesse ci si può ammalare, in modo serio. Questo allarme arriva dagli psicologi italiani, i quali, cifre alla mano, tracciano uno scenario inquietante del fenomeno: «In Italia,circa l'80 per cento delle persone scommette e più di 700.000 persone però sono già affette dalla grave sindrome patologica del gioco d'azzardo, che è una malattia ossessivo-compulsiva».

IL COLLEGAMENTO AL MODEM

I video-poker secondo le ultime normative dovrebbero essere collegati via modem con il cervellone della Sogei (la Società Generale di Informatica che si occupa di controlli sul pagamento delle imposte): una rete di controllo.
Così dovrebbe essere possibile verificare l’ammontare delle entrate e chiedere il pagamento delle imposte.
La formula magica ha uno strano nome, Preu, che poi è l’acronimo di Prelievo Erariale Unico.
Di fatto, la tassa sui videopoker assegna allo Stato il 13,5 del giro d’affari.
Ma non basta. Per evitare trucchi le norme prevedevano multe salate, salatissime: 50 euro per ogni ora di mancata connessione alla rete Sogei.
Questa è la teoria. Ma nella realtà i due terzi delle macchinette non
sono collegate alla rete di controllo.
La legge dice che i videopoker non collegabili alla rete di controllo (o perché l’hardware e il software non sono aggiornati per l’installazione di modem o momentaneamente non funzionanti ),devono essere chiusi in un magazzino. È logico pensare che gli apparecchi “scollegati” siano stati utilizzati altrove, al di fuori di ogni verifica.
Lo verificano anche i numerosi sequestri della guardia di finanza sempre più frequenti nella nostra regione.
Ebbene girovagando per internet su molti forum dove si tratta di questi argomenti si trovano notizie circa la possibilità di creare delle reti personali di server utilizzando dei sistemi di “shadow server” praticamente invisibili sulla rete e collegare i videopoker a reti non gestite dallo Stato.
L’ignaro giocatore, impegnato a rincorrere una vincita che mai verrà, spende i suoi soldi in un gioco fasullo e truffaldino.Per di più crea ingenti guadagni in nero al gestore.

I SOFTWARE CHE NON FANNO VINCERE MAI

Sempre sulla Rete è possibile reperire molteplici informazioni su come modificare conun apposito software i video poker “regolari”.
Manina di Maradona: E’ un software che ferma, a comando, i contatori che collegano la macchina ai terminali della Sogei, la Società generale di informatica che riscuote la tassa del13,5 per cento (Preu)
Nastro pettinatore: Un altro software che riesce a “rallentare” il flusso di dati, indicando una quantità di giocate e un tempo di collegamento inferiore.
Scheda sostituita: è un “baco del sistema” che permette di non conteggiare un monte ore prestabilito.

IL BOOM DEI CASINO' ON LINE

E negli ultimi anni internet è diventato la nuova frontiera del gioco d'azzardo.
Se il giro d'affari delle scommesse legali è da capogiro, tra i 25 e i 30 miliardi di euro all'anno , in Italia il gioco illecito, che coinvolge circa mezzo milione di adulti, nel 2008 "fatturerà" altrettanto.
Dati che confermano quanto già accaduto nel 2007.
E' sufficiente fare un giro per il cyberspazio e scoprire che on line ci sono tanti di quei casinò virtuali che ci sembrerà di stare realmente a Las Vegas.
In Italia si ha il più alto numero di giocatori dopo quello il mercato inglese.
I "vantaggi" del gioco on line sono essenzialmente due.
C’è la possibilità di collegarsi in qualsiasi orario da casa o dall'ufficio e c’è l'opportunità di incassare le eventuali vincite sul conto della propria carta di credito, alla larga dalla lente di ingrandimento del fisco.
Questo perché i casinò virtuali sono "residenti" in Paesi nei quali il gioco d'azzardo è del tutto legale o subisce innocue limitazioni. I gestori per prevenire grane chiedono ai giocatori di effettuare una "registrazione" (che poi equivale a un contratto) per accedere ai "tavoli verdi".
E se volessimo fare causa alla casa da gioco?
Certo che è possibile, salvo scoprire a quale condizione: «I diritti delle parti saranno determinati, amministrati e regolati secondo le leggi …per esempio del Costa Rica».
Abbastanza lontano per scoraggiare ogni tentativo. In tutti i casi a vincere è sempre il banco.

Fonte


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