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Old 04-16-2008, 07:17 PM
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Il Nuovo Governo


Berlusconi: "Ci saranno momenti difficili"

Gran parte delle strategie del futuro Governo nazionale si sono decise oggi. Si è svolto a Palazzo Grazioli il vertice tra Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Umberto Bossi e Raffaele Lombardo. Durante il pranzo di lavoro sono state stabilite le priorità da affrontare. Berlusconi, al momento, non si sbilancia sui nomi dei possibili nuovi ministri.



Alitalia, il ponte sullo stretto, le regole d’ingaggio per i soldati in missione all’estero sono fra le priorità che sono state individuate dai leader alleati. Al termine dell’incontro Berlusconi ha rilasciato alcune dichiarazioni: "Ci saranno momenti difficili, servirà un forte rinnovamento per fare le riforme necessarie che avranno anche contenuti di impopolarità. Credo di essermi già spinto troppo avanti coi nomi dei ministri: ricordo a tutti che è il capo dello Stato a nominarli su proposta del presidente del Consiglio e io non sono ancora presidente del Consiglio, quindi vi prego di astenervi dall'insistere nel chiedermi i nomi di futuri ministri".

ALITALIA. Uno dei primi problemi che dovrà affrontare Berlusconi appena sarà nominato capo del Governo sarà Alitalia. Il Cavaliere ha già pronto un dossier sulla compagnia di bandiera. Berlusconi non ha mai abbandonato l’idea che per Alitalia si possa trovare una soluzione che non penalizzi l’Italia. "C'è anche un'altra possibilità – ha detto Berlusconi - che è quella di tornare alla primitiva soluzione e cioè la formazione di un grande gruppo internazionale con pari dignità delle tre compagnie aeree. Se si andasse in questa direzione... la compagnia di bandiera resterebbe di bandiera". Inoltre, ha concluso Berlusconi, "sarebbe un'alleanza importante e i turisti resterebbero in Italia". Nel pomeriggio è previsto un incontro fra Berlusconi, Bruno Ermolli e Gianni Letta e non con esponenti uscenti di Palazzo Chigi, come ha tenuto a precisare il leader del Pdl, sul dossier Alitalia. "Con Palazzo Chigi – ha detto il Cavaliere - è chiaro che si dovrà interloquire sulla situazione economica e credo che saremo interlocutori necessari per qualsiasi decisione prenderà Palazzo Chigi".
La portavoce di Aeroflot Irina Danenberg non ha voluto commentare l'eventualità che la questione Alitalia possa venire menzionata nei colloqui che il presidente russo Vladimir Putin avrà in Sardegna, domani e dopodomani, col presidente del Consiglio in pectore Silvio Berlusconi. "Non sappiamo di cosa parleranno, non siamo indovini". I giornali russi giudicano poco probabile che l'argomento Alitalia sarà inserito nell’agenda dell’incontro. Aeroflot continua comunque a dirsi disponibile a una riapertura del dialogo se ci sarà un preciso invito italiano e se le proposte saranno differenti da quelle ricevute e che avevano spinto la compagnia a ritirarsi nel 2007 dalla gara per l'acquisizione di Alitalia.

PONTE SULLO STRETTO. Come già annunciato in campagna elettorale il premier in pectore ha affrontato, durante il pranzo con gli altri leader alleati, il discorso sul meridione ed ha confermato la sua volontà a procedere con tempestività verso la risoluzione dei problemi che penalizzano questa parte del paese. "Il sud fa parte delle nostre sette missioni, abbiamo pronti interventi lungamente messi a punto a partire dalle infrastrutture, come il ponte sullo stretto, dal contrasto alla criminalità organizzata e dalla fiscalità compensativa".

LIBANO. Nel vertice a Palazzo Grazioli si è parlato anche dei nostri soldati impegnati nelle missioni all’estero. In particolare Berlusconi, al termine del vertice, ha parlato dei soldati che attualmente sono impegnati in Libano: "Esamineremo attentamente le regole di ingaggio dei nostri soldati in Libano, che sono in una situazione abbastanza particolare perché non possono reagire in determinate circostanze".

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Old 04-16-2008, 07:26 PM
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Il Cavaliere non fa i nomi dei ministri - "Ma nel governo entra l'Mpa
Alitalia, la pratica si chiuderà presto''


Dopo il vertice a Palazzo Grazioli, il leader del Pdl non si sbilancia su come si comporrà il nuovo esecutivo. Poi garantisce identità di vedute la Lega e annuncia tagli alla pubblica amministrazione. Commenta

Roma, 16 aprile 2008 - "Mi sono spinto già troppo avanti sui nomi, la Costituzione italiana prevede che sia il Capo dello Stato a nominare i ministri su proposta del Presidente del Consiglio: io non sono ancora Presidente del Consiglio". Lo ha detto Silvio Berlusconi, al termine di un incontro con gli alleati del Pdl, durante una conferenza stampa assieme a Gianfranco Fini, Umberto Bossi, Raffaele Lombardo e Rosi Mauro.
Berlusconi ha solo confermato che nell'esecutivo "ci saranno quattro donne".

''Garantisco che il nostro programma è stato largamente condiviso con Umberto Bossi e la Lega e che noi avremo identità di vedute su tutti i provvedimenti che prenderemo, esattamente come nei 5 precedenti anni di nostro governo'', ha proseguito il Cavaliere.

"Il governo sarà composto da 60 persone, compresi i ministri", annuncia dal canto suo Gianfranco Fini. Il leader di An ha ribadito le parole di Berlusconi e ha aggiunto "la Costituzione è molto chiara, dunque i tempi di costituzione del governo sono quelli dettati dalla Carta". Secondo Fini "non ci sarà nessuna logica di partito nella composizione del governo, nè difficolta per formarlo".

Berlusconi è poi tornato a parlare di Alitalia: la pratica "si chiuderà abbastanza in fretta", "ho un incontro proprio oggi con chi ha portato avanti la pratica". Il leader azzurro ha anche lanciato un nuovo slogan per la compagnia di bandiera: "Mi è venuto in mente stamattina e ve lo dico: io amo l'Italia e volo Alitalia".

Berlusconi parla anche di politica estera ed economia. La Bce "oggi è soltanto dedita al mantenimento dell'inflazione: dovremo ampliare queste funzioni", ha spiegato. Il leader del Pdl Silvio ha detto di aver parlato telefonicamente con il presidente del Libano al quale ha "ribadito l'attenzione alla situazione libanese e all'importanza che per noi ha il rafforzamento della democrazia in quel Paese". Berlusconi ha aggiunto che "esamineremo le attuali regole di ingaggio" dei militari impegnati nel Paese mediorientale che attualmente non possono svolgere adeguatamente la loro funzione di "bastione tra le fazioni contrapposte".

A chi gli chiedeva cosa intendesse per misure impopolari da adottare una volta insediatosi a palazzo Chigi, Berlusconi ha risposto: "Mi riferisco al taglio degli enti, dei privilegi e delle spese inutili nella Pubblica amministrazione".

Il leader del Pdl Silvio Berlusconi si è mostrato favorevole all'ipotesi che coloro che ricopriranno incarichi di governo nel suo prossimo esecutivo si dimettano da senatore o da deputato. "Ci sono diverse opportunità a questo riguardo - ha detto - per permettere ad alcuni candidati che non sono stati eletti" di entrare in Parlamento. Per il Cavaliere non sarà "un'imposizione tassativa, ma il suggerimento di una possibilità per chi fa parte del governo in modo da dare anche ad altri la possibilità di entrare".

''Il modello Sarkozy l'abbiamo fatto prima noi con Amato, tanto che l'abbiamo confermato come membro della Convenzione europea per la Costituzione'', ha proseguito quindi Silvio Berlusconi, rispondendo a chi gli chiedeva se si ispirerà al Governo Sarkozy.

''Abbiamo avuto e abbiamo - ha aggiunto il Cavaliere - diversi buoni rapporti con diversi esponenti della sinistra''. ''Vedremo, se in una certa materia ci sarà una maggiore esperienza di qualcuno che non fa prettamente parte del nostro schieramento politico, non abbiamo alcuna difficoltà ad averlo insieme a noi per il bene del paese''.

Poche parole ma inequivoche quelle che Umberto Bossi dice nel corso della conferenza stampa al termine del vertice con Silvio Berlusconi e gli alleati. "E' il popolo che ci manda qui a fare le riforme, quindi noi siamo obbligati a fare le riforme. Il federalismo verrà fatto".

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Old 04-16-2008, 07:32 PM
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Camera e Senato al Pdl

Berlusconi apre alle opposizioni per le riforme istituzionali - di Barbara Alessandrini

L’elettorato del Partito delle libertà dovrà attendere la prossima settimana per sapere i nomi definitivi della prossima squadra di governo. Parola di Silvio Berlusconi il quale per ora fa soltanto sapere che non intende cedere nessuna delle due camere all’opposizione. Non sarà quindi proprio lui ad rompere una tradizione consuetudinaria anche se molto poco istituzionale per cui nelle ultime legislature non c’è stato alcun governo disposto a rinunciare o alla presidenza della Camera o a quella del Senato. Non lo fece a suo tempo il governo della XIII legislatura guidato nel ’96 da Romano Prodi, in cui Luciano Violante ottenne la presidenza di Montecitorio, mantenuta durante i successivi governi D’Alema e Amato mentre. Addirittura la presenza di Scalfaro alla presidenza della Repubblica garantì all’allora maggioranza di sinistra le tre poltrone istituzionalmente più rilevanti. Non lo fece in seguito la maggioranza di governo della XIV legislatura con Marcello Pera al Senato e Pier Ferdinando Casini alla Camera, anche se allora il presidente della Repubblica orientato a sinistra, Carlo Azeglio Ciampi, bilanciava l’assegnazione dei ruoli dello Stato. Men che mai ha, invece, ossequiato la procedura istituzionalmente più corretta di offrire una della due camera all’opposizione l’ultimo governo guidato da Prodi che ha assegnato la seconda carica dello Stato a Franco Marini e la terza a Fausto Bertinotti.

Mentre il presidente della Repubblica era Giorgio Napolitano che seguiterà a risiedere al Quirinale anche in questa legislatura alla guida del Pdl. Dunque nulla di scandaloso se delle tre cariche dello Stato di cui una, la prima, resta all’opposizione di centro sinistra, le altre due vengono mantenute alla maggioranza. “ La presidenza del Senato – ha anticipato Berlusconi – sarà coperta da una persona di prestigio del partito che nella coalizione ha avuto quasi cinque volte i consensi della Lega. Chi vince avrà almeno due cariche apicali”. E il nome di Roberto Formigoni già circola con insistenza per Palazzo Madama. Quanto ai titolari dei dicasteri e organigrammi al seguito Berlusconi ha detto che “L’esecutivo consterà di un totale di 60 unità tra ministri vice ministri e sottosegretari: la squadrasarà numericamente la metà di quella in carica”. E poi, non senza prima aver abbassato l’Ici e aver istituito il bonus bebé, il leader del Pdl darà l’avanti tutta verso un deciso percorso per le riforme istituzionali. Anche tornando ad aprire al dialogo con le opposizioni sulle quali, nel caso del Pd e dell’Udc Follini già adombra anzi caldeggia una possibile alleanza. E se esclude la riesumazionje di una Bicamerale tout cour, per il Cavaliere “i risultati della Bicamerale sono da tenere in conto come punto di partenza”. E nella testa del Cavaliere già c’è la modifica della legge elettorale per portare anche al Senato il premio di maggioranza nazionale. Un’apertura che nel Pd il ministro della Difesa Arturo Parisi prende con qualche riserva evocando tra le righe un fallimento quello del ’96 della Bicamerale che nessuno rinuncia a scaricare sull’avversario. Un viatico certo non molto incoraggiante per la trattativa sulle riforme.

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  #4  
Old 04-16-2008, 08:14 PM
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BOSSI: "NON ABBIAMO COMBINATO ANCORA NIENTE"

"Non abbiamo combinato niente. Finche' non si fanno i nomi prima di fare l'elenco completo passano secoli". Al termine di un incontro con i vertici del Carroccio al gruppo della Camera, Umberto Bossi spiega: "Me ne torno al Nord, verra' qualcun altro al posto mio. E' una questione di metodo e bisogna partire dalle cose semplici". Il leader del Carroccio oggi ha partecipato ad un vertice con Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Raffaele Lombardo a Palazzo Grazioli per discutere della futura squadra di Governo.

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Old 04-18-2008, 06:33 PM
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suggerisco frey in porta e toni all`attacco.


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