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magikoMILAN1982 07-29-2007 07:42 PM

Giappone: conservatori sconfitti alle elezioni
 
Il premier giapponese Shinzo Abe ha subito oggi un grave rovescio nelle elezioni per il rinnovo di metà del Senato, ma ha espresso l'intenzione di restare al potere per portare avanti i punti salienti del suo programma di rilancio nazionalistico. Nelle prime dichiarazioni dopo la chiusura dei seggi nel suo primo confronto con il grande elettorato, il premier ultraconservatore ha riconosciuto la sconfitta, ma ha lasciato intendere che ad addossarsene la responsabilità sarà anzitutto il segretario generale del Partito liberaldemocratico di governo, il suo coetaneo e sodale Shoichi Nakagawa. Nell'annunciare le proprie dimissioni, quest'ultimo ha confermato uno scenario prospettato nei giorni scorsi dai maggiorenti conservatori sulla scia degli unanimi pronostici circa una perdita della maggioranza detenuta al Senato dal partito che ha dominato la vita politica dell'arcipelago per gran parte del dopoguerra. In base a una sorta di consenso fra i notabili liberaldemocratici, in particolare, pur se in in simili circostanze altri Capi di governo furono costretti a dimettersi, ad Abe sarebbe concesso di formare un secondo esecutivo, purché ampiamente rimaneggiato.

Affinché tale soluzione appaia attuabile, tuttavia, i liberaldemocratici dovrebbero conquistare almeno una quarantina di seggi rispetto alla cinquantina che sarebbe servita loro per mantenere la maggioranza alla 'Camera alta'. Se a conteggio concluso tale cifra risultasse inferiore ,non é escluso che la direzione del partito e del governo, come indicato ultimamente dall'influente ex premier Yoshiro Mori, si sposti verso personalità più anziane del premier 53enne, "che abbiano dietro le spalle sette, otto o anche nove mandati parlamentari". Per il momento Abe ha proclamato l'intento di continuare ad "adempiere le responsabilità" di Capo dell'esecutivo e ha confermato le prospettive di un ampio rimpasto ma ha escluso qualsiasi scioglimento anticipato della Camera dei deputati (che in Giappone è la sola ad avere voce in capitolo per le questioni di fiducia e di bilancio). In tale contesto egli si è presentato nelle improbabili vesti di riformista, che erano state del suo popolarissimo predecessore Junichiro Koizumi in una vittoriosa lotta contro l'apparato di partito e il sottobosco politico-burocratico. Come tema delle 'riforme', tuttavia, Abe ha indicato il suo ambizioso programma di riorganizzazione in senso autoritario della Pubblica Istruzione e di revisione delle clausole pacifiste della Costituzione del dopoguerra.

Questo scenario tuttavia appare ancora sul filo del rasoio di una conferma del risultato elett****e, specialmente dopo proiezioni che hanno attribuito una schiacciante vittoria al Partito democratico di Ichiro Ozawa, la maggiore forza di opposizione. Stando a tali proiezioni il partito di centrosinistra otterrebbe "almeno 55 seggi", togliendo per la prima volta ai liberaldemocratici lo scettro di maggiore partito al Senato. Soprannominato 'il gattopardo' per la sua capacità di destreggiarsi nei marosi politici, Ozawa ha 65 anni e proviene dalle file conservatrici: data la sua profonda conoscenza degli apparati di partito e di governo appare difficilmente disposto ad avallare la permanenza di Abe al potere senza sostanziali contropartite. E' così che lo stesso Mori aveva prospettato nei giorni scorsi la possibilità di instaurare almeno temporaneamente fra le due principali formazioni politiche "una collaborazione senza bisogno di rivalità" che però appare difficilmente destinata ad avere fra i protagonisti un esponente poco propenso come Abe a 'giocare sulle sfumature'.


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