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  #1  
Old 01-07-2008, 09:40 PM
breunzo breunzo is offline
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La vera storia del biodiesel (e dei suoi nemici)






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  #2  
Old 01-07-2008, 11:54 PM
romans romans is offline
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Daccordo breunzo, va però tenuto in conto che con i terreni agricoli ci dobbiamo prima mangiare ed i prezzi di cereali, mais, latte ecc. stanno già aumentando e forse anche perchè gli USA stanno iniziando a tramutare le loro coltivazioni di mais (il 70% del fabbisogno mondiale) in biodiesel e la resa in carburante è scarsa.

Quindi può essere utile ad esempio:

...oltre al biogas da prendere in considerazione

c'è il bioetanolo da cellulosa (per rimanere in tema di rifiuti)...

così come il Miscanthus (articolo di Rubbia).


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  #3  
Old 01-08-2008, 12:18 AM
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Originally Posted by romans
Daccordo breunzo, va però tenuto in conto che con i terreni agricoli ci dobbiamo prima mangiare ed i prezzi di cereali, mais, latte ecc. stanno già aumentando e forse anche perchè gli USA stanno iniziando a tramutare le loro coltivazioni di mais (il 70% del fabbisogno mondiale) in biodiesel e la resa in carburante è scarsa.

Quindi può essere utile ad esempio:

...oltre al biogas da prendere in considerazione

c'è il bioetanolo da cellulosa (per rimanere in tema di rifiuti)...

così come il Miscanthus (articolo di Rubbia).



Sono d'accordo con te ma va evidenziato il fatto che una impresa era in funzione, è stato utilizzato come combustibile per delle gare e puff lo hanno boicottato, l'hanno costretto alla chiusura....hanno possibilità di emergere queste che hai elencate e a contrastare la lobby del petrolio?

Last edited by breunzo : 01-08-2008 at 12:20 AM.


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  #4  
Old 01-08-2008, 07:23 PM
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Originally Posted by breunzo
Sono d'accordo con te ma va evidenziato il fatto che una impresa era in funzione, è stato utilizzato come combustibile per delle gare e puff lo hanno boicottato, l'hanno costretto alla chiusura....hanno possibilità di emergere queste che hai elencate e a contrastare la lobby del petrolio?


Più che daccordo sul fatto, come hai mostrato, che le ragioni per cui i biocarburanti sono stati osteggiati sono tutt'altro che etiche e questo resterà il problema principale da affrontare. Io vorrei porre l'attenzione che è necessario pensare ad alternative che non facciano danni ancora maggiori.

Ecco perchè le alternative che ho postato possono aiutare in tal senso, non solo per un discorso di terreni agricoli ma anche per un problema fatto notare dal premio nobel Paul Crutzen sugli effetti dell'uso di fertilizzanti azotati "produttori" di gas serra come l'ossido di azoto o meglio i NOx.

La Miscanthus perchè: "cresce in luoghi soleggiati e suoli moderatamente umidi e fertili e non abbisogna di fertilizzanti apprezzabili, e vive
anche in suoli «marginali», troppo poveri per le colture tradizionali."

Il bioetanolo da scarti di cellulosa perchè è un trattamento anaerobico, senza produzione di ossido di azoto così come il Biogas.

Ma come l'ultimo link riporta anche la Jatropha Curcas o la sperimentazione avanzata di alghe unicellulari possono essere prese in considerazione.


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  #5  
Old 01-14-2008, 05:05 PM
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A caccia di biomasse


Pubblicata in un blog perugino c’è una serie di esternazioni di un giovane dipendente di un’azienda che tratta centrali a biomasse. Come sempre accade in circostanze analoghe, il dipendente, della cui buona fede non dubito, è stato opportunamente addestrato in modo da non chiudere il cerchio del suo ragionamento. Malauguratamente, soprattutto quando ci sono forti interessi economici in ballo, chi ha interesse a farlo offre una rappresentazione parziale dei fatti, mettendone in luce alcuni aspetti e trascurandone altri. Ora, non è raro che questi aspetti tenuti da parte siano di estrema importanza. Se vogliamo dare un’occhiata all’energia che l’uomo usa, e in parte preponderante spreca, non c’è massa vegetale capace di fornirne una frazione ragionevole. Ma questo, lasciando da parte la resa energetica di fatto veramente irrisoria, non sarebbe poi tanto grave, se esistessero le possibilità pratiche per ottenere queste masse (Miscanthus ecc.)...

...Che lo vogliamo o no, l’uomo è l’unico animale inquinante che viva su questo pianeta e, sempre che lo vogliamo o no, ha cominciato ad uscire dall’equilibrio naturale nel momento in cui ha imparato ad accendere il fuoco. A questo punto, so bene che qualcuno comincerà a strillare accusandomi di auspicare un ritorno alla più pura animalità, ma io parlo da un punto di vista esclusivamente scientifico e il resto m’interessa solo come folclore. Bene, occorre sapere che ogni combustione produce inquinanti. E tanti. Per chi vuole informazioni, il Politecnico di Zurigo organizza ogni anno un congresso di livello mondiale sull’argomento, ma basta una normale laurea in chimica o anche solo un diploma per saperlo. Così, non bisogna illudersi: i vegetali bruciati inquinano eccome.

Quando si entra nell’argomento biomasse, a riprova degli aspetti su cui si preferisce glissare, si dice che, bruciando, una pianta produce tanta anidride carbonica quanta ne produrrebbe comunque con il suo solo esistere. D’accordo. Però il problema non sta lì. Intanto bisogna sapere che ogni volta che si brucia qualcosa di organico in presenza di cloro, un elemento pressoché ubiquo, si produce la più insidiosa delle diossine, quella con quattro atomi di cloro nella molecola. Ma oltre alla diossina, la temperatura e l’ossidazione di una miriade di sostanze solo parzialmente conosciute costruiscono tutta una serie lunghissima d’inquinanti. Tanto per fare un esempio che credo sia di facile comprensione, è noto come il tabacco (una solanacea come la patata) contenga quasi 4.000 sostanze di cui si ha contezza, e di queste qualche centinaio sicuramente tossiche. Non esiste nessun motivo scientifico che possa escludere presenze analoghe in ciò che si brucia promuovendolo come innocuo. Il tabacco stesso, comunque, con i propri scarti di lavorazione rientra nella classificazione di biomassa.

Poi, restando nel mio campo, si producono quantità rilevanti di micro e nanoparticelle inorganiche che originano dal contenuto appunto inorganico della pianta stessa, un contenuto tutt’altro che irrilevante e fortissimamente dipendente dal terreno in cui la pianta è cresciuta. Va, poi, tenuto conto del fatto che anche i vegetali cosiddetti vergini subiscono l’inquinamento superficiale di ciò che sta più o meno sospeso nell’atmosfera “normale”, e questo passa di conseguenza nella combustione in maniera più o meno trasformata. Di quel particolato (non commento l’ovvia ingenuità dell’autore delle esternazioni che crede che questo particolato possa essere “abbattuto”) non si è tenuto conto nel ragionamento fatto e questo è ormai in contrasto stridente con la scienza medica moderna. Al proposito esiste un’amplissima letteratura e la Comunità Europea, tra le altre istituzioni, vi dedica parecchie risorse. Si tenga presente, in aggiunta, che la stessa Comunità Europea ha da tempo recepito il cosiddetto principio di precauzione e, se non vogliamo essere i soliti arroganti fuorilegge, dobbiamo dimostrare che ciò che esce da questi impianti non fa male. In mancanza di una dimostrazione, niente centrali. È la legge.

L’energia, allora? Sì, è vero: oggi il fotovoltaico è arretrato. A questo punto, bisogna ancora una volta tener conto di un fatto fisico inoppugnabile. Quando si vuole attribuire energia ad un sistema, l’energia va presa da fuori, a pena di restare per forza di cose a secco. Il sole è, che lo si voglia o no, in pratica l’unica fonte d’energia esterna di cui disponiamo e di energia ce ne dà a iosa, più o meno due cavalli vapore per metro quadro di pianeta ogni secondo, cioè intorno ad un miliardo di volte più di quanta ne usiamo e ne sprechiamo noi. Dunque, invece di andare a caccia di farfalle e d’imbarcarci in imprese improbabili e deleterie se non altro dal punto di vista della salute, è meglio che ci rimbocchiamo le maniche, indirizziamo la ricerca in una direzione utile a tutti e non fatta per circoli sulla cui onestà non giocherei un centesimo, e cerchiamo di acchiappare quel miliardesimo del tesoro che ci serve.

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  #6  
Old 01-14-2008, 06:33 PM
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Forse sarebbe il caso di usare gli OGM nell'agricoltura no-food per aumentare la produzione di biomasse che dite? L'ho già scritto tante altre volte...
Quanto al fotovoltaico ribadisco per l'ennesima volta che la via giùsta sta nella creazione di piccole centrali per singole abitazioni, condominii, scuole , edifici pubblici, ecc. (uso civile) in modo da usare le grandi centrali attualmente in funzione solo per i grando consumatori come industrie, ferrovie, tranvie, metropolitane, illuminazione pubblica.

Last edited by Malcom1875 : 01-14-2008 at 06:39 PM.


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