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staff 10-14-2008 08:20 PM

Rai-Youtube accordo
 
CANNES - L'annuncio è certamente interessante: YouTube e la Rai hanno stretto un accordo per il quale ogni settimana la Rai caricherà sul sito i propri contenuti, rendendoli consultabili dagli utenti di tutto il mondo. E non solo: gli utenti potranno continuare a caricare i loro "spezzoni" di televisione Rai in maniera legale, l'azienda pubblica, con i software di controllo di YouTube, eliminerà solo i file che hanno problemi di copyright.

E' una novità non da poco, è un segnale (che arriva a poca distanza da un simile accordo chiuso tra YouTube e la Cbs) di una nuova strategia sia da parte dei produttori di contenuti sia da parte di YouTube. Piero Gaffuri, direttore di Rai Nuovi Media, tiene a sottolinearlo: "Questo accordo va nella direzione giusta, ovvero quella della diffusione dei contenuti Rai su più piattaforme e della nascita di partnership con operatori web di alto profilo internazionale.

Anche Chad Hurley, il fondatore e capo di YouTube, arrivato al Mipcom di Cannes per presentare l'accordo, non nasconde la sua soddisfazione: "E' un ottimo risultato. Dopo un periodo di test che ha avuto un buon successo abbiamo deciso di andare avanti in un rapporto di collaborazione che sarà fruttuoso per entrambi".

Signor Hurley, vi state orientando sempre di più verso i grandi produttori di contenuti. E' un cambiamento di strategia? Volete mettere in secondo piano i contenuti generati dagli utenti?
"No. E' il contenuto generato dagli utenti che ha portato YouTube al successo, ed è su questi contenuti che sono arrivati da noi i pubblicitari, non ci trasformeremo, insomma, un distributore di televisione tradizionale e basta. Ma è anche vero che le cose cambiano, ad esempio stiamo assistendo ad una crescita di interesse per contenuti di durata più lunga delle solite clip da pochi minuti, e questo significa poter allargare le possibilità di interazione anche con i nostri partner, con i professionisti, con chi realizza contenuti e vuole distribuirli attraverso YouTube. Quello che cerchiamo di fare con partner come la Rai o la Cbs, è di offrire loro tutti gli strumenti possibili per controllare, gestire e monetizzare la loro presenza su YouTube, con grande flessibilità".


In Italia avete fatto l'accordo con la Rai, ma avete invece una causa in corso con Mediaset.
"E' ovvio che la situazione sia in evoluzione, che ogni realtà ha un suo specifico, ma io sono ottimista, credo che YouTube offra la migliore piattaforma video in circolazione, quella che offre più garanzie agli operatori del settore, delle forme di accordo si troveranno. Siamo nati come una piattaforma per gestire e condividere i filmati fatti tra amici, ci siamo evoluti e siamo diventati un "video hub" globale che può creare benefici a chi produce video e film. Fino a poco tempo fa eravamo visti solo come dei nemici della televisione, oggi stiamo diventando dei partner. Ma noi non siamo cambiati".

Crede che sia possibile che le leggi sul copyright possano cambiare in futuro?
"Il problema del copyright è estremamente complesso, perché le regole sono diverse da paese a paese e noi siamo una struttura globale. E non c'è chiarezza sui confini del "fair use", che dovrebbe permettere un certo utilizzo dei contenuti protetti da copyright. Detto questo penso che in un mondo in cui si condivide sempre di più i contenuti le regole del passato sono inadatte, la rivoluzione digitale deve portare a una riscrittura delle regole, anche se è difficile quando il modello di business in atto è completamente basato su quelle regole. Ma noi facciamo del nostro meglio, cerchiamo di lavorare con tutti in maniera positiva e di regolarci diversamente da paese a paese. Abbiamo le più moderne tecnologie di audio e video fingerprint per individuare i materiali che vengono caricati sui nostri siti, nessun'altro offre quello che offriamo noi, ma non ci accontentiamo, continuiamo a cercare nuove soluzioni"

Il successo di YouTube è stato enorme, ed anche il suo impatto sociale. Se prima si cercava di apparire in tv, ora si cerca di farsi vedere su YouTube...
"L'impatto sociale è enorme. Basta guardare, ad esempio, il mondo della politica. In tutti i paesi dove ci sono state elezioni YouTube ha offerto ai candidati modo di esprimersi liberamente e al pubblico la possibilità di avere maggiore informazione, creando un effetto positivo di partecipazione. Certo, ci sono anche gli elementi negativi, c'è la voglia di apparire ad ogni costo, ma credo che gli effetti positivi siano maggiori".

Di sicuro ci sono anche dei clip piuttosto discutibili, da quelli dei killer alle bravate dei ragazzini.
"Noi abbiamo delle guidelines molto severe, cerchiamo di controllare tutto il materiale che va on line, chiediamo ai nostri utenti di collaborare segnalandoci quello che è offensivo o pericoloso, togliamo dalla rete tutto quello che non ci deve essere con il massimo della velocità possibile. Qualche volta sbagliamo, ma miglioreremo ancora".

Crede che l'attuale scenario di crisi finanziaria porterà a una riduzione delle vostre prospettive di crescita?
"Non credo che la crisi ci toccherà in maniera drammatica. Gli investitori pubblicitari sceglieranno più oculatamente come spendere il loro denaro e molti di loro si dirigeranno ancora più volentieri verso Internet, che offre una maggiore sicurezza di raggiungere il proprio pubblico e costi inferiori ad altri media".

State muovendovi anche nel campo del commercio elettronico?
"Si, quello dell'e-commerce è un terreno in cui abbiamo cominciato a muoverci negli Usa, abbiamo fatto accordi con Amazon e iTunes per il download dei brani musicali, vogliamo muoverci anche nel campo dei biglietti dei cinema e dei teatri, nei dvd e nei cd e in altro ancora. Vogliamo rendere l'esperienza dell'acquisto semplice e diretta, non solo con i classici bottoni da cliccare, ma anche, ad esempio, evidenziando delle parti dei video, che possono linkare ai siti di e-commerce. Stiamo lavorando a molte soluzioni diverse".

Quale sarà, a suo avviso, il futuro della tv e di YouTube?
"Io credo che la tv in futuro sarà sempre più legata alla rete come sistema distributivo, e la gente poi deciderà se vedere questi contenuti sulla televisione, nel cellulare, sul computer o l'iPod. Sarà uno scenario ben più complesso di quello odierno. E noi vorremmo essere al centro di tutto questo, un "video hub" globale" dove ognuno possa trovare quello che vuole, dove i talenti possano emergere, dove il contenuto sia l'unica cosa importante".

(14 ottobre 2008)
via: repubblica.it

alma 10-14-2008 09:41 PM

Certo meglio che nulla!
Però...la BBC>iPlayer e la RAI>iTuber!Ma dove vanno i soldi? :rolleyes:


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