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Old 03-29-2008, 12:34 PM
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"La censura web in forte crescita" - Access denied in 26 paesi del mondo


"La censura web in forte crescita" - Access denied in 26 paesi del mondo
di MARCO DESERIIS


Intervista a Ron Deibert, direttore del Citizen Lab di Toronto,centro all'avanguardia nel monitoraggio delle restrizioni online

Non solo Cina, Iran e Arabia Saudita: sistemi di filtraggio sempre più sofisticati. Ma si evolvono anche i software di difesa


TORONTO (Canada) - Che i media e la rete cinese vengano regolarmente monitorati e censurati non è un mistero. Ma da un paio di settimane le maglie della censura sono ancora più strette: i servizi televisivi dei network satellitari sulla rivolta dei tibetani a Lhasa e sulle contestazioni all'accensione della fiamma olimpica vengono regolarmente oscurati, i maggiori siti di informazione internazionale sono spesso inaccessibili, e anche l'accesso a YouTube, su cui sono stati postati diversi video indipendenti della rivolta, risulta bloccato.

La stretta repressiva non coglie certo di sorpresa Ron Deibert, direttore del Citizen Lab di Toronto, centro di ricerca all'avanguardia nel monitoraggio della censura online. "I siti sull'indipendenza del Tibet sono sempre stati oscurati in Cina", spiega Deibert. E in momenti come questo, è facile per il governo cinese bloccare l'accesso a determinati siti: i loro filtri sono installati direttamente sulle dorsali di internet, negli internet service provider e negli internet caffè, il che oltre a essere tecnicamente efficace produce un clima di autocensura."

Situato in uno spazioso seminterrato inondato di luce all'interno del Munk Centre for International Studies dell'Università di Toronto, il Citizen Lab è in questi giorni in piena fibrillazione. Oltre a monitorare la situazione cinese, il team di dodici ricercatori si riunisce frequentemente nella sala conferenze - ironicamente ribattezzata "the cage" (la gabbia) - per vagliare i dati raccolti nel 2007 sullo stato della censura in internet in 71 paesi. Condotta in collaborazione con la OpenNet Initiative - una partnership delle università di Toronto, Harvard, Oxford e Cambridge - la ricerca verrà pubblicata ufficialmente a giugno.

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