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Old 12-06-2006, 12:10 PM
petrescu petrescu is offline
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petrescu is on a distinguished road
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Il tariffario degli scatti rubati


Quote:
on sempre storie di corna. Un dito nel naso potrebbe costare anche ottomila euro. Quindicimila, una pancia grassa e stanca. Trentamila la sbronza della «brava» ragazza. Centocinquantamila un festino privato che avrebbe dovuto restare tale. Sono questi i prezzi al «mercato nero» del gossip. Dove qualche volta sono costretti a comprare imprenditori e politici, «figli di» e calciatori. È già accaduto, e accadrà. «Io do la foto a te, tu dai soldi a me» così reputazione, matrimoni, «phisique du rôle» sono salvi. Con i negativi in mano agli (involontari) protagonisti anziché in pasto ai media.

Racconti lontani: «Erano gli anni Novanta quando un noto industriale fu beccato in "intimissimi" atteggiamenti sul ponte del proprio yacht con l'amante. Gli costò 150 milioni di lire di allora fermare quegli scatti. Un'esagerazione, perché poi per tre anni quel paparazzo lo seguì ovunque... Aveva trovato l'America», ride ancora l'imprenditore «amico» del benefattore, non senza confessare che lui di milioni, più o meno all'epoca, ne sborsò «solo» otto, per un bacio a un'attrice quando la moglie stava in vacanza, e un tremila euro — poco più di due anni fa — per un altro «bacetto» (è una fissa) a una modella mentre la fidanzata ufficiale era impegnata su un set. «Non valgo poi molto, io», ci scherza pure sopra.

Racconti più «vicini» nel tempo: la settimana i soldi sono serviti a bloccare gli scatti della brava ragazza sbronza. Altro caso: «I 15 mila, pagamento cash e per interposta persona, per ritirare un bacio collante del mio capo con una soubrette- ex...» racconta la segretaria di un uomo in vista. Che aggiunge: «Spesso sono forzature, come quel bacio, che era solo un saluto un po' più confidenziale e per giunta quasi in pubblico. Oppure una cena al lume di candela: quanto basta però per creare un gran casino...». Lei sa tutto, perché non sono i «personaggi» ad essere contattati dai ricattatori. «Ehi Bill, gira una foto tua con Monica... Quanto offri?». E no! La telefonata tocca quasi sempre a uffici stampa, segretarie, persone di fiducia, chiunque insomma sia accessibile e vicino alla «vittima».

Tutto questo per dire che il mercato funziona. E presenta un'«offerta» variegata. Esistono addirittura stili diversi. C'è il paparazzo greve: tutto «gossippate» meschine e danarose. E quello più «gentile»: scoop di «maniera» (le dita nel naso, per esempio) e richieste furbe, tipo «queste non le pubblico però lo facciamo un bel servizio fotografico insieme?».

Nell'ambiente si dice che la sparata più esosa che sia mai stata registrata ha toccato la cifra di 600 mila euro. Erano il prezzo per fotografie e video di uno «strano» incontro: ma la trattativa non è mai nemmeno decollata, per il rifiuto categorico della controparte. Seguono i 150 mila «chiesti» ad Adriano per l'ormai stranoto festino (che poi andò in pasto ai giornali stranieri per molto meno). Perché qui sta il giochetto: i «paparazzati» sono in grado, spesso, di offrire di più. I direttori dei settimanali giurano di non pagare mai più di 15-30 mila euro, ma deve essere «lo» scoop.

«Non vale la pena andare oltre», assicura Luciano Regolo di Novella 2000 che il massimo (15 mila) lo sborsò un paio di anni fa per i primi scatti della love story Hunziker-Passaro. Certo è che, per un perverso meccanismo di domanda-offerta- tornaconto, negli ultimi due anni i prezzi sono lievitati: e una Manuela Arcuri che esce da un ristorante va sul mercato a ottomila euro! C'è chi la butta lì: sarebbe il caso d'intervenire per calmierare le tariffe. «Il gossip è diventato strumento di delazione, lotta politica (gli anglosassoni insegnano), ricerca di notorietà — continua Regolo — e ogni giorno mi ritrovo a fare i conti con la deontologia, a pensare ma a chi interessa che questa notizia esca? L'avvocato divorzista? L'avversario? L'interessato? L'amante? E se mi rendo conto che c'è qualcosa dietro preferisco lasciar perdere e magari avvisare i protagonisti della vicenda». Mai provato ad acquistare foto per conto di un personaggio che vuole farle sparire spendendo un po' meno? «Mai. Non potrei. Noi dobbiamo mettere a borderò le spese e giustificarle con l'uscita. E comunque non è il mio lavoro».


fonte:www.corriere.it
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