[petrescu]

LISBONA (PORTOGALLO) – Vie pulite, sicure e senza traccia di sconvenienza: non si parla delle strade cittadine popolate dalle lucciole, ma dei luoghi della rete da sempre affollati da siti a contenuto per soli adulti. Fin dall’anno 2000 è in corso una battaglia fra chi li vuole isolare nel dominio .xxx e chi è contrario. Dopo anni di vicende, di bocciature e di dibattiti, in questi giorni si è scritto un nuovo capitolo: l’Icann, l'associazione che assegna gli indirizzi internet, ha nuovamente votato e, per la terza volta, la proposta del dominio unico è stata respinta.
LE REAZIONI – Icm, la compagnia che all’alba della vicenda si era candidata come coordinatrice della concessione del dominio, si dichiara amareggiata e si dimostra indispettita: “Siamo estremamente delusi del risultato”, ha dichiarato Stuart Lawley di Icm, che parla anche di trattamento discriminatorio ingiustificabile. Le maggiori critiche si concentrano sull’idea che non spetterebbe all’Icann preoccuparsi di chi, dopo l’approvazione del dominio in questione, dovrebbe poi stabilire cosa è ****ografia e cosa non lo è.
L’ANTEFATTO – La vicenda è da sempre controversa. Gli oppositori e i sostenitori tagliano trasversalmente gruppi molto diversi fra loro: alcuni cattolici e conservatori temono, ad esempio che il suffisso possa legittimare l’esistenza della ****ografia, mentre alcune società produttrici di contenuti hard temono la ghettizzazione e la perdita di clienti. Invece, il dominio è troppo facile da ricordare e raggiungere secondo alcune associazioni per la famiglia e i suoi valori che pensano alla tutela dei minori.

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