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LONDRA ( 17 agosto) - Tre pressioni da cinque minuti sulle braccia per limitare i danni più gravi dell’infarto. Sembra che bloccare la circolazione negli arti superiori dia validi risultati nell’evitare danni peggiori al cuore. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori dell’University college di Londra che ha pubblicato lo studio sulla rivista scientifica "The Lancet". Queste pressioni sono state sperimentate su 27 pazienti che dovevano essere operati al cuore per mettere un bypass: il tasso di troponina presente nel sangue è sceso del 43%, rispetto a altri 30 pazienti a cui non erano state fatte le manipolazioni alle braccia.

Il prossimo passo per i ricercatori sarà testare questa tecnica di compressione direttamente su soggetti che hanno appena avuto un infarto: in caso di risultati positivi, la procedura potrebbe venire eseguita sistematicamente dai paramedici che prestano i primi soccorsi agli infartuati. «I risultati ottenuti finora sono promettenti», ha commentato Jeremy Pearson, della British Heart Foundation. «Questa tecnica - ha aggiunto - si basa sul principio che indurre un piccolo danno al cuore può aiutare a prevenirne di maggiori. Non sappiamo ancora perché, ma la relazione fra le due cose è sempre più evidente».

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