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ABNormal 04-20-2009 08:30 PM

Pacchetto Telecom al Parlamento EU
 
Pacchetto Telecom al Parlamento EU.
Pubblicato il 18 aprile 2009

da paolojustice

Il Pacchetto Telecom è un insieme di Direttive europee che influenzeranno profondamente le leggi dei Paesi Membri per molti anni a venire nel campo delle telecomunicazioni fisse e mobili, di Internet e delle reti future. (1)

Numerosi e dannosi emendamenti al Telecoms Package, installati nella fase di Seconda Lettura, potrebbero essere adottati definitivamente a maggio presso il Parlamento Europeo e diventare legge vincolante per i Paesi Membri a giugno.


Gran parte degli emendamenti indeboliscono o annullano qualsiasi protezione a tutela dei consumatori, consentono pratiche lesive per i diritti fondamentali dei cittadini europei, e danno immenso potere alle grandi società di telecomunicazioni, all’industria dell’intrattenimento e all’industria delle tecnologie informatiche di controllo del traffico di rete.

Gli emendamenti concernenti la discriminazione del traffico di rete consentono agli operatori di filtrare contenuti e applicazioni, e di dare accesso preferenziale a certi servizi bloccandone altri. Le limitazioni sull’accesso ai siti Web che potranno essere visitati e all’utilizzo delle applicazioni e dei servizi significheranno la fine di una Rete aperta come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. Le conseguenze saranno terribili sia per le libertà dei cittadini sia per l’innovazione basata su Internet. Ogni operatore commerciale, ogni gestore di un sito Web non avrà più la possibilità di raggiungere la totalità dei cittadini della Rete. Di converso, ogni navigatore del Web vedrà solo quella parte del Web che il fornitore di accesso gli consentirà di vedere.

Un emendamento fondamentale concernente le libertà dei cittadini (ex emendamento 138 alla Direttiva Quadro) è stato riscritto unilateralmente dal COREPER, il comitato di funzionari civili del Consiglio dei Ministri, contro il democratico voto del Parlamento Europeo di settembre 2008 per consentire, in violazione alla Carta europea dei Diritti, la limitazione della libertà di espressione e la negazione del diritto a un equo processo e per rendere possibile disconnettere automaticamente dalla Rete chiunque sia solo sospettato di condividere contenuti protetti da copyright secondo il principio di presunzione di colpevolezza, inaccettabile per qualsiasi ordinamento democratico. Il Parlamento non ha potuto nemmeno partecipare alla fase di riscrittura dell’emendamento.

La seconda lettura del Pacchetto Telecom vede prevalere un’intensa opera di lobbying, durante la quale gli interessi economici corporativi cercano di soffocare le libertà fondamentali dei cittadini al fine di acquisire il controllo sulla Rete. Il 91% dei cittadini europei non vuole discriminazioni sul traffico di rete (2). Il BEUC, che riunisce 42 associazioni a difesa dei consumatori europei, ha espresso un parere fortemente negativo sulle discriminazioni e ha messo in guardia in merito all’impatto devastante per i consumatori stessi nel caso in cui gli emendamenti che autorizzano le citate discriminazioni dovessero essere approvati (3).

La base della crescita di Internet, rappresentata dal suo modello aperto e non discriminante, è direttamente minacciata da società di telecomunicazioni americane che sono riuscite a far installare tutta una serie di emendamenti che creeranno uno stato permanente di scarsità di larghezza di banda e consentiranno di prioritizzare certi contenuti, servizi e applicazioni a scapito di altri. Tali pratiche scoraggeranno gli investimenti sull’infrastruttura della rete, impediranno competizione e innovazione, minacceranno seriamente la libertà di espressione e la prosperità degli Internet Service Provider di medie e piccole dimensioni.

A pochi mesi dal voto di giugno, il Parlamento Europeo ha l’opportunità unica di mostrare agli elettori il suo impegno a difesa della giustizia e delle libertà fondamentali dei cittadini e di tutelare il mercato interno europeo.

Il Presidente dell’Associazione Scambio Etico, Luigi Di Liberto, ha dichiarato:

“Assistiamo basiti alle prevaricazioni che le lobby delle grandi corporation riescono a produrre su paesi come la Francia e la Gran Bretagna, da sempre simbolo della democrazia e libertà. Inspiegabilmente queste nazioni si stanno piegando ad una regia sovranazionale che intende ridurre le libertà e la competitività dello sviluppo della Rete. Temono una Rete che sta diventando fonte di conoscenze e saperi privi di filtri.
Siamo inermi ma non resteremo inerti di fronte a questo saccheggio di privacy e libertà che si sta prospettando: ci mobilitiamo in una campagna di informazione e di sensibilizzazione per evitare di cadere nel baratro oscurantista in cui ci stanno spingendo”

(1)
(2)
(3)

Al fine di opporsi all’attuale formulazione delle Direttive che compongono il Pacchetto, all’inizio del 2009 è stata fondata la coalizione europea Opennet, presente in quasi tutti i Paesi Membri dell’Unione. Si tratta della più grande coalizione di sempre in Europa nel campo delle libertà digitali. Riunisce in una linea comune associazioni e organizzazioni non governative quali ISOC (European Council Coordinating Chapter), La Quadrature du Net, EDRi, EBLIDA, Centro NEXA, Open Rights Group, FFII, ALCEI e molte altre.

Per saperne di più e per supportate la campagna della coalizione Opennet, di cui fa parte l’Associazione Scambio Etico:

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In sintesi:

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Paolo Brini
Coordinatore per l’Italia della coalizione Opennet
Portavoce Associazione Scambio Etico

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