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giacchettone 06-03-2006 10:10 AM

Intercettazioni - La strategia difensiva della Juventus
 
L'ultimo ballo della Vecchia Signora». Il titolo scelto da un settimanale per descrivere le settimane che decideranno del calcio italiano è già una mezza sentenza per la squadra più amata e odiata d'Italia.
La strategia difensiva degli uomini che cercheranno di salvare il salvabile per la Juventus, soprattutto sul piano sportivo, viene elaborata ogni tre giorni a Torino. Il primo incontro è avvenuto nello studio di Cesare Zaccone, l'avvocato che rappresenta la società torinese, gli altri, a rotazione, presso i legali di Antonio Giraudo e Luciano Moggi. Fino agli eventuali deferimenti si marcia uniti. Dopo, si vedrà.

I testi sacri di queste riunioni sono i «Libri neri del calcio» con tutte le informative dei carabinieri di Napoli, pubblicati dall'Espresso. Perché anche le vicende penali e quelle sportive si tengono. La speranza (esaudita, sembra) che il calendario stilato dall'Ufficio Indagini della Figc metta Moggi e Giraudo nelle ultime caselle delle persone da ascoltare non è certo generata dalla scaramanzia. I legali dei due ex capi della Juventus ritengono fondamentale presentarsi davanti a Borrelli con l'inchiesta della Procura di Napoli in dirittura d'arrivo.

Il primo snodo della strategia difensiva prevede la negazione assoluta dell'associazione a delinquere, ipotesi di reato della quale devono rispondere l'ex amministratore delegato e l'ex direttore generale bianconeri.

Dalla lettura delle intercettazioni, sempre secondo la «squadra» di avvocati torinese, emerge la mancanza di un traguardo comune per quella che è stata definita la «cupola» del calcio. Innocenzo Mazzini, l'amico targato Figc di Moggi, manovrava per farsi largo all'interno della Federazione; Massimo De Santis fischiava e parlava di conseguenza per inseguire un suo sogno privato, diventare il nuovo Collina, raggiungere gli agognati Mondiali del 2006 e soprattutto aumentare il suo peso nel mondo arbitrale. Sono solo esempi di una «differenziazione» di obiettivi personali che verrà marcata per ognuno dei soggetti coinvolti nell'inchiesta e far così cadere l'ipotesi dell'associazione a delinquere, che per reggere deve basarsi su un fine comune.

Davanti al giudice sportivo, lo spartito sarà un altro. I legali «juventini» stanno sovrapponendo ogni singola intercettazione alle partite «sospette» nelle quali è implicata la Juventus, con lo scopo di dimostrare che i fiumi di parole di Moggi e Giraudo non hanno alterato nessun risultato sportivo. «Manca qualunque prova di combine» ripete con forza Fulvio Gianaria, il legale di Moggi. Lette e rilette le intercettazioni, la tagliola dell'articolo 1 del Codice sportivo («Violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità») viene considerata ineludibile. Quel che conta è evitare l'articolo 6 («Illecito sportivo»), dimostrando che Moggi e Giraudo si sono indubbiamente dati molto da fare su ogni aspetto dello scibile calcistico, ma non hanno mai aggiustato nessuna partita.

Le chiamate di correo che in questi giorni vengono fatte dall'avvocato Gianaria tirando in ballo il Milan, come connivente del sistema e manipolatore di guardalinee, sono per ora l'unica mossa non pianificata. Almeno ufficialmente, il legale di Moggi parla e lavora in proprio per il suo assistito. In realtà, il «così fan tutti» viene valutato dalla Juventus come l'equivalente giuridico della zona Cesarini, l'extrema ratio alla quale appellarsi nel caso l'ultimo ballo si metta proprio male. Muoia Sansone Moggi insomma, ma con tutti i filistei, che magari ci si fa meno male.

Fonte: corriere.it


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