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Digitale terrestre, senza decoder ai sardi barricate pronteEmittenti locali sul piede di guerra: chiedono decoder per tutti i sardi e rivendicano certezze sull'assegnazione delle frequenze. In caso contrario, stop allo switch-off.
di EMANUELE DESSI' L'emittenza locale è pronta ad opporsi, in Sardegna, al definitivo avvento della nuova tv. Le prime avvisaglie si erano già registrate il mese scorso in un convegno a Cagliari, presente il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Ora la posizione è ancora più dura, sia per una serie di provvedimenti già approvati in commissione alla Camera, sia per la mancanza di certezze sulla diffusione del decoder, strumento necessario per ricevere il segnale del digitale terrestre. La Sardegna, insieme alla Valle d'Aosta, ospita la sperimentazione nazionale, con la prospettiva di anticipare di quattro anni un processo che in tutta Italia dovrebbe concretizzarsi nel 2012. Si registra anche una feroce protesta della Frt (Federazione Radio Televisioni), che denuncia il favoritismo verso alcune reti nell'emendamento al Ddl Gentiloni approvato dalla maggioranza in commissione. LO SCENARIO. Dal primo aprile scorso nell'area di Cagliari, in assenza di decoder, non si possono più vedere i programmi di Rai2 e Rete4. Il parziale switch-off (ovvero lo spegnimento del vecchio segnale analogico) dovrebbe essere esteso a novembre (ma non c'è ancora una data precisa) nel resto della Sardegna. In altre parole, tra qualche mese, senza decoder, i due canali saranno oscurati. Il 31 marzo 2008, poi, si procederà con l'oscuramento totale dell'analogico: senza decoder, sarà inutile accendere la tv. IL DECODER. L'emittenza locale sarda ha posto tre problemi che condizionano il consenso alla definitiva transizione al digitale. «È indispensabile», evidenzia Carlo Ignazio Fantola, consigliere del consorzio Sardegna Digitale, «che tutti i sardi abbiano il decoder e siano in condizioni di utilizzarlo. Abbiamo per questo più volte segnalato che nelle case dei sardi c'è più di un televisore che, comunque, deve essere dotato di decoder, pena l'interruzione del funzionamento dell'apparecchio a marzo 2008». IL TELECOMANDO. Fantola evidenzia ancora che, con un atto amministrativo dell'Agcom, l'Authority per le telecomunicazioni, deve essere definitivamente confermato l'ordine dei canali in Sardegna. Si chiede conferma di quello già definito a marzo, oggi operativo, con le tv locali dal numero 9 al 13 (nell'ordine, Videolina, Sardegna 1, Novatelevisone, Cinquestelle e Tcs). Non è pensabile, viene contestato, che ci siano blitz tesi a favorire questo canale o quel circuito nazionale. LE FREQUENZE. La pianificazione delle frequenze, così come stabilirà l'Agcom dopo le consultazioni, «non dovrà penalizzare i diritti acquisiti dall'emittenza locale sarda in trent'anni di lavoro e di investimenti», dice ancora Carlo Ignazio Fantola. «Un'eventuale penalizzazione sarebbe anticipata di 4 anni rispetto alle concorrenti italiane. Comunque, all'emittenza locale dovrà essere assegnata come previsto dalla legge il 30% della capacità trasmissiva e soprattutto non ci dovranno essere inquinamenti di emittenti che vengono dal "continente" e che grazie al trading delle frequenze si sono installati nel nostro territorio con contenuti che niente hanno di locale». 09/08/2007 12:34 Fonte |
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