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  #1  
Old 06-06-2006, 12:54 PM
giacchettone giacchettone is offline
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Tiscali: musica online addio


Riceviamo e volentieri pubblichiamo, come si dice. Non perché Mario Mariani, vicepresidente responsabile dei Tiscali Services e dipendente Tiscali della prima ora, sia mio parente. Non lo è, nonostante sia di Cagliari come me e abbia frequentato il mio stesso liceo, siamo solo lontani conoscenti. Riceviamo e volentieri pubblichiamo perché ne vale la pena.

Mariani, per conto di Tiscali, scrive in questi giorni una lettera aperta alle major discografiche ree di non comprendere le potenzialità del mezzo Internet. Di solito un giornalista dovrebbe essere obbiettivo ed evitare di prendere una posizione, ma questa volta è difficile non parteggiare per il provider sardo.

La notizia è che, dopo un anno, Tiscali ha deciso di interrompere il servizio Tiscali Juke Box, erogato in Italia e in Gran Bretagna, che permetteva di ascoltare i brani musicali in streaming in modalità peer to peer ed, eventualmente, comprarli.

Il servizio è stato costruito sulla falsariga di Mercora che negli Stati Uniti non dà segnali di crisi. In pratica il servizio si basa sulla condivisione dei brani musicali da parte degli utenti registrati e, un pochino, sulle vendite delle canzoni.

Tutto questo, viene specificato più volte nella lettera di Tiscali, secondo la più assoluta legalità. Secondo il provider sardo le major hanno portato alla chiusura del servizio dopo un anno di accordo sperimentale perché il servizio è considerato troppo “interattivo”.

Vediamo che significa. In pratica, la possibilità di fare delle ricerche specifiche, per artista, per album, per canzone è una modalità interattiva che da diritto alle major di richiedere una negoziazione individuale contro un servizio che non presenta queste funzionalità e che può essere autorizzato da delle società che trattano un gran numero di titoli di case discografiche diverse.

Insomma, per rinnovare il contratto con le major, Tiscali avrebbe dovuto offrire un servizio monco di ricerche di ogni tipo, un servizio che permettesse di ascoltare i brani in streaming senza ricerche.

Il criterio è un po' questo. Ammettiamo di andare in uno spaccio all'ingrosso di abbigliamento, possiamo comprare grandi quantità di vestiti spuntando un prezzo favorevole, più unità si prendono e meno si paga.

Ma c'è un ma. I vestiti si possono comprare a patto che chi li indossa lo faccia senza abbinarli, in modo totalmente casuale. Se si vogliono abbinare, spiacente, si deve andare negli spacci delle singole marche e trattare direttamente marca per marca.

C'è da dire che Tiscali sperava di spuntare lo stesso prezzo per l'acquisto dei diritti musicali che aveva pattuito nell'anno di sperimentazione. Ovvero, pagando il giusto richiesto e trattando con le singole case discografiche, il servizio si sarebbe salvato ma sarebbe costato di più al provider sardo, in soldi e in un numero sufficiente di persone competenti e capaci di trattare con le major, vera spina nel fianco di Tiscali.

Dunque, la ragione, come sempre, non sta tutta da una parte. Ma i paradossi sicuramente. Non possiamo dare un giudizio finale alla vicenda ma certamente possiamo affermare che le regole da cartello delle major sono assolutamente anacronistiche. Ancora di più se si pensa che negli Usa Mercora non ha avuto questo problema.

Fonte: lastampa.it


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  #2  
Old 06-06-2006, 02:11 PM
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Originally Posted by giacchettone
Il servizio è stato costruito sulla falsariga di Mercora che negli Stati Uniti non dà segnali di crisi.

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Originally Posted by giacchettone
Dunque, la ragione, come sempre, non sta tutta da una parte. Ma i paradossi sicuramente. Non possiamo dare un giudizio finale alla vicenda ma certamente possiamo affermare che le regole da cartello delle major sono assolutamente anacronistiche. Ancora di più se si pensa che negli Usa Mercora non ha avuto questo problema.


Ma le major con cui ha trattato Tiscali non sono le stesse di Mercora? E se sono le stesse perchè si comportano diversamente con contraenti diversi ma che offrono lo stesso servizio?


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  #3  
Old 06-06-2006, 02:52 PM
giacchettone giacchettone is offline
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Lettera aperta all'industria discografica europea


Gentili Signori,
è con estremo rammarico che oggi ci troviamo costretti a "spegnere" il nostro servizio Tiscali Juke Box, lanciato lo scorso 26 aprile in Italia e Regno Unito, con il preciso obiettivo di fornire agli utenti la possibilità di ascoltare in p2p streaming milioni di pezzi legalmente, selezionandoli per autore, genere, o semplicemente scegliendo playlist già definite e messe a disposizione da altri utenti. Il servizio, sviluppato sulla piattaforma di Mercora, che da oltre un anno sta offrendo peraltro con grande successo la stessa possibilità di ascolto legale negli Stati Uniti, è stato giudicato dalle major discografiche "troppo interattivo" per il solo fatto che permette agli utenti di Internet (mezzo interattivo per antonomasia) di effettuare ricerche per "autore", oltre che per genere.

Va spiegato ai lettori, che i diritti musicali online si differenziano in due macro categorie: "diritti non interattivi", che possono essere negoziati con le collecting society, e "diritti interattivi" che devono invece essere negoziati con le singole case di produzione.
Oggi, dopo aver siglato un accordo sperimentale della durata di un anno basato su una gestione di diritti non interattivi, Tiscali riceve la richiesta da parte delle case discografiche di modificare il servizio togliendo la modalità di ricerca per artista o, alternativamente, di negoziare con le singole case i diritti ritenuti interattivi.

Tutto questo va evidentemente contro lo spirito dell'iniziativa che per Tiscali, da sempre in prima linea nella promozione della distribuzione e vendita di musica legale online, rappresentava un ulteriore importante passo nella propria politica di incentivazione all'acquisto legale di musica via Internet. Un passo peraltro dimostratosi nella pratica estremamente efficace per la promozione musicale dal momento che dalla messa online del servizio le vendite legali di brani sul Tiscali Music Club (collegato al servizio di streaming Tiscali Juke Box) hanno registrato una crescita fino al 30%.

Stupisce che, ad un solo mese dal lancio del servizio, nonostante il lavoro congiunto effettuato durante la fase di test e messa a punto, l'industria discografica decida di avanzare inaspettate richieste di modifica. Ancor più stupisce la miopia con la quale agiscono le major, non facendo alcuno sforzo per comprendere le basilari necessità di chi fruisce di musica tramite Internet. Infatti l'utente difficilmente potrebbe rinunciare ad uno strumento di ricerca che gli permetta di identificare i brani quanto meno per "genere" e "artista" se non per singolo titolo. Nemmeno la discografia coglie, è evidente,,il potenziale di business che risiede dietro a un servizio come Tiscali Juke Box che, prevedendo il riconoscimento e il pagamento dei diritti per ogni canzone ascoltata in streaming, consente di tutelare gli interessi dell'industria e degli artisti.

Un fatto ancor più grave se si considera che lo stesso servizio, ancora più completo e con tutte le funzioni oggi qui contestate, viene offerto da Mercora negli Stati Uniti ed in Canada dove è ritenuto perfettamente legale. Non possiamo non considerare che le obiezioni avanzate a Tiscali in questa occasione rappresentano da parte dell'industria discografica la delineazione di un netto confine discriminante tra gli utenti Internet americani e quelli europei. E' di fronte a questa totale mancanza di lungimiranza che Tiscali, pur avendo lavorato al meglio nella messa a punto del servizio, e in totale trasparenza e collaborazione con l'industria discografica, si vede oggi costretta a interromperlo.

E' importante sottolineare che tutta la vicenda non impatta solo sul Tiscali Juke Box ma sull'intero mercato della distribuzione di musica legale online perché l'atteggiamento conservativo assunto dall'industria rende difficile qualsiasi collaborazione volta a commercializzare efficacemente qualsiasi servizio legale innovativo. E' purtroppo l'ennesima dimostrazione della completa chiusura ad ogni ipotesi di utilizzo legale della musica in rete su sistemi aperti, a tutto vantaggio del proliferare dei servizi di pirateria musicale.
Ne prendiamo atto, rammaricandocene nuovamente, e non resta che augurarci che questo episodio possa divenire spunto di ulteriori riflessioni.

fonte: tiscali.it


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  #4  
Old 06-06-2006, 07:19 PM
sassi sassi is offline
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non ci ho mai creduto a sto progetto!!!


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