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Old 08-05-2007, 11:10 PM
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Banche online, otto milioni di clienti sono già su Internet


Banche online: è boom. I dati presentati dal 14° rapporto di Kpmg Advisory sull'e-retail finance in Italia parlano chiaro: 10,1 milioni di conti correnti online e 4,1 milioni di conti per il trading a fine 2006, con un tasso di crescita semestrale dei due canali pari rispettivamente al 7 e al 5 per cento. Otto milioni i singoli utenti, pari al 13,6% degli italiani, per un volume complessivo nel secondo semestre 2006 di 44 milioni di operazioni fra disposizioni bancarie (23,8 milioni) ed eseguiti di trading (19,9 milioni).
Lo sviluppo impetuoso dell'online banking in Italia negli ultimi sette anni, però, lascia aperte numerose questioni: tra queste quella della sicurezza, il nodo dei costi dei servizi e, non ultime, le ricadute occupazionali nel settore bancario, attraversato da un'ondata di aggregazioni che non ha precedenti.

Lo sviluppo. In base agli accessi registrati, i conti attivi secondo lo studio di Kpmg Advisory a fine 2006 risultavano essere in realtà solo 3,4 milioni (il 33,6% del totale), ma il trend di crescita degli ultimi sette anni è indubbiamente positivo. Agli esordi del fenomeno, nel 1999, fu l'e-trading a trainare la crescita della finanza online, facendo leva su un minor costo e alla maggior velocità di esecuzione delle operazioni di compravendita di titoli rispetto al canale tradizionale. Oggi, l'impatto del trading si è di gran lunga ridotto e sta lentamente cedendo il passo all'e-banking, almeno in termini di tassi di crescita. L'insieme delle operazioni ha registrato negli ultimi sei mesi del 2006 un incremento del 13%. «L'e-banking – spiega Anna Ponziani, senior manager di Kpmg Advisory e curatrice del rapporto – ha un tasso di crescita che, pur essendo inferiore a quello del trading, si mantiene costante facendo leva non tanto sul prezzo o sulla tempestività, ma sulla pura e semplice comodità d'impiego».

Costi e variabili. La finanza retail online in Italia è influenzato da numerose variabili sociali, quali il tasso di alfabetizzazione informatica e la reale possibilità di accesso al web. Ma le banche possono svolgere un ruolo fondamentale nel processo e il pricing è senz'altro lo strumento più immediato in tal senso. A oggi, un conto web costa in media 31 euro l'anno, un sesto rispetto all'onere dei conti tradizionali che, nel 2006, costavano agli italiani 182 euro, secondo l'indagine Antitrust. Ma da un confronto con altri Paesi, quali Francia e Spagna, dove le spese per gli utenti web si aggirano intorno ai 20 euro l'anno, la media dei costi italiani è ancora superiore del 50% circa. In termini di appetibilità per i clienti, dunque, una riduzione dei prezzi non potrebbe che giovare al settore, aiutando l'Italia a raggiungere i livelli di penetrazione dell'online già toccati da altri Paesi europei.

Le stime. Kpmg ha elaborato tre possibili ipotesi di sviluppo dell'e-retail finance in Italia, che variano dalla più ottimistica alla più prudente. Nel primo scenario, definito "evolutivo", si ipotizza che le banche riescano a incentivare lo sviluppo dell'online. Nello scenario "conservativo", la penetrazione dell'e-finance in Italia viene ipotizzata in linea con la media degli ultimi semestri e con gli indici degli altri Paesi mediterranei. Infine, nell'ipotesi di "razionalizzazione dei conti", l'influenza delle fusioni e acquisizioni in corso fra le grandi banche sarà tale da rallentare la crescita dei conti online (ma non nella percentuale di quelli attivi e nelle disposizioni di e-banking). In base a queste ipotesi, entro il dicembre 2007 ci saranno tra gli 11,3 e gli 11,7 milioni di conti e accessi sul web; entro la fine del 2008, saranno tra i 12,3 e i 13,7 milioni mentre le operazioni di e-banking oscilleranno tra i 36 e i 41,8 milioni. In ogni caso, i conti online saranno entro il 2008 più del 30% del totale.
Secondo alcuni esperti, poi, nei prossimi semestri le banche italiane abbasseranno il prezzo dell'e-banking, rendendo di fatto probabili le ipotesi più ottimistiche. La manovra non servirà tanto ad attirare nuova clientela, ma sarà piuttosto un modo per gestire al meglio e con minor costo i propri clienti tradizionali spostandoli sull'online e aumentandone al contempo il grado di soddisfazione.

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