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Il podcasting è un sistema che consente di scaricare in modo automatico sul proprio computer i contenuti audio messi a disposizione su un sito internet. Non si tratta di qualcosa di tecnicamente rivoluzionario, ma rappresenta un modello distributivo alternativo che ha riscontrato un notevole successo. Utilizzato principalmente dai blog, il sistema per funzionare necessita di almeno un sito, su cui sono ospitati i contenuti, e di un programma, che ogni utente può scaricare sul proprio pc gratuitamente, tramite il quale selezionare gli argomenti e i siti in cui cercarli. A differenza dei sistemi tradizionali, quindi, il podcasting si configura come un meccanismo che consente di selezionare il materiale da scaricare in modo automatico in base a parametri di scelta prestabiliti dall'utente oltre al fatto che i nuovi contenuti vengono ricercati automaticamente dal programma installato dall'utente.
Non a caso il termine Podcasting, coniato da Doc Sears nel suo blog circa due anni fa, è l'acronimo di Personal option digital casting e le ragioni del suo successo stanno proprio nella possibilità di personalizzare i contenuti che si vogliono ricevere, trasformando l'utente da soggetto passivo a soggetto attivo della fruizione. Alcuni sostengono, in realtà, che il fenomeno stia vivendo un periodo di crisi e che ci sia piuttosto un ritorno alle web radio tradizionali, ma certo il fenomeno interessa, tant'è che la Siae ha recentemente deciso di occuparsene, predisponendo una nuova licenza dal titolo «Autorizzazione per l'utilizzazione in modalità podcasting delle opere musicali amministrate dalla Siae», che presto sarà pubblicata sul sito www.siae.it, con cui si regolamenta il pagamento dei diritti alla Siae per l'uso di tali opere.
La nuova licenza autorizza, in particolare, la registrazione delle opere appartenenti al repertorio della Siae, il loro uploading in un sito internet, la loro messa a disposizione del pubblico e il conseguente downloading da parte degli utenti abbonati a quel determinato sito. I pezzi in questione, detti podcast, non devono però avere una durata superiore ai 60 minuti, non possono contenere più di 15 brani e i brani trasmessi per intero devono essere intervallati da commenti parlati. Questa premessa sgombera il campo da alcuni possibili equivoci. La licenza è necessaria solo quando si trasmettono opere che fanno parte del repertorio della Siae siano esse rappresentate da brani musicali oppure da testi scritti che vengano narrati. La licenza, invece, non occorre quando con il sistema del podcasting si trasmettano contenuti di altro genere, per esempio commenti od opinioni personali, che non fanno parte del repertorio Siae.
La licenza viene concessa dietro il pagamento di un compenso che varia a seconda del tipo di sito che ospita i podcast. Se si tratta di un sito amatoriale il costo è piuttosto contenuto e ammonta a 120 euro annui, se l'incidenza della musica rispetto alle altre trasmissioni non supera il 25%, o a 440 euro se l'incidenza è tra il 25% e il 75 per cento. Tuttavia questo trattamento di favore riguarda solo i siti gestiti da persone fisiche, senza scopo di lucro e che non superino i 1.000 download settimanali. Se quest'ultimo limite viene superato, nonostante il sito resti amatoriale, vengono applicate le tariffe previste per i siti gestiti per scopo di lucro che prevedono compensi ben più alti.
Quando il podcasting è a scopo commerciale, infatti, è previsto un compenso minimo mensile di 130 euro annui, se l'incidenza della musica non supera il 25%, o di 170 euro se è tra il 25% e il 75%, il tutto fino a 15mila download settimanali. Oltre a questa somma base, dovranno poi essere versati alla Siae diritti in percentuale degli introiti realizzati attraverso il sito che sono del 2% se l'incidenza della musica non supera il 25%, del 5% se l'incidenza è tra il 25% e il 75 per cento. Si tratta di somme considerevoli che possono essere giustificate da un uso commerciale del podcasting, molto meno, anche se solo con riferimento ai minimi applicabili, se relativi a siti amatoriali.
Questi ultimi sono gestiti spesso da privati che dedicano tempo e risorse per comunicare il proprio pensiero e diffondere la conoscenza, per cui il successo di visitatori di un blog non dovrebbe essere penalizzato dal versamento di compensi che possono superare i 2.000 euro l'anno. Le licenze sono uno strumento di fondamentale importanza per la diffusione legale della musica in internet, ma il loro costo può spesso rappresentare il vero limite al rispetto della legge.
LAURA TURINI

A tutela dell'estro
L'articolo 1 della legge n. 633 del 22 aprile 1941 (legge sul Diritto d'autore) prevede che «sono protette le opere dell'ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione». Sono quindi tutelati i libri, gli scritti in genere, i brani musicali, i quadri, le sculture, le opere architettoniche, le sceneggiature, le opere contenenti immagini in movimento, che abbiano un carattere creativo. La Siae ha un repertorio vastissimo di queste opere, ma non le comprende tutte. Pertanto le opere che pur essendo tutelate dalla legge sul Diritto d'autore, non fanno parte del suo repertorio non costituiscono oggetto della licenza e possono essere utilizzate eventualmente siglando accordi con i singoli autori. (l.tu.)
fonte: www.ilsole24ore.it