Elezioni tra plastica e velluto
 

Elezioni tra plastica e velluto

Il dibattito della puntata di ieri sera (4 aprile) ha preso colore fin dalle prime battute.
A miscelare le cromature comincia il vignettista satirico Vauro, che sostituisce ai fumetti uno slogan verbale diretto a Daniela Santanchè: "palle di velluto e tette di silicone". La candidata premier de La Destra che inizialmente si era detta ammiratrice del disegnatore toscano finisce per dargli del maleducato e accusarlo di maschilismo (vedi il video).
La puntata va in crescendo, finchè la donna anti-palle di velluto, si lascia sfuggire "qualcosa che non ha mai detto prima", il tentativo di epurazione da parte di Gianfranco Fini. Altra dichiarazione forte è quella sul maschilismo dei maggiori esponenti del Popolo della Libertà, rinnovando l'intima convinzione che "Silvio Berlusconi veda le donne solo in orizzontale e che invece Gianfranco Fini abbia problemi con il gentil sesso".
A punzecchiare la Santanchè inteviene a più riprese anche il giornalista de l'Espresso Marco Damilano e ulteriori momenti di riflessione vengono trascinati dal cantautore "rosso" Enrico Capuano che critica la mancanza di ideologia nella politica contemporanea...
Da riportare anche l'intervento di Franco Grisolia che propone di equiparare gli stipendi dei parlamentari a quelli dei lavoratori, con Vauro che suggerisce l'applicazione della Legge 30 a senatori e deputati.

La puntata è stata arricchita da numerosi inserti audiovisivi tra cui emerge il divertentissimo Peppe Ciarra interpretato virtualmente da Aldo Fabrizi, e nel finale il consolidato "quiz Rischiatetris" dove gli ospiti sono obbligati a rispondere in maniera netta su tre temi scelti da Luca Telese.


Alcune battute:

-Santanchè (a Vauro)
"Quello che m'infastidisce di lei è la completa mancanza di rispetto per le donne. Io non le vengo mica a dire che ha i denti cariati. Lei è di un'arroganza assoluta. Il grado di civiltà di un paese si misura in base alla dignità che si da alle proprie donne".

-Vauro:
"C'è una legge in Italia, che tutti difendono, la legge 30, quella sul precariato. ..applichiamola ai parlamentari: il parlamentare a "chiamata"!

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