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Old 04-07-2008, 11:37 AM
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L'Islam spiegato sul web da Rania "Basta pregiudizi"


L'Islam spiegato sul web da Rania "Basta pregiudizi"

All'Occidente: «C'è un universo di meraviglie che gli stereotipi
impediscono di apprezzare»
- FRANCESCA PACI CORRISPONDENTE DA GERU****MME



Il benvenuto è maestoso. Postato su You Tube meno di due giorni fa, il video della regina giordana Rania Al Abdullah (http://youtube.com/QueenRania) è stato visto già 81.540 volte e omaggiato di 278 commenti. «Send me your stereotype»: con voce dolce e sguardo materno, la bella sovrana di origine palestinese si rivolge ai giovani nel linguaggio dei giovani perché le scrivano i propri stereotipi sul mondo arabo, un altro-da-sé che la furia islamista e i pregiudizi dell'occidente ferito dall'11 settembre 2001 hanno reso pericolosamente estraneo.

Rania Al Yasin, 37 anni, 4 figli, una brillante laurea in business administration e la fulminea carriera nella Apple «sacrificate» alle nozze regali, è una veterana del web. E non solo come oggetto d'ammirazione maschile e femminile. Dal 2005 gestisce un sito internet (www.queenrania.jo) attraverso il quale diffonde i temi a lei cari: la complicata questione femminile, le tematiche giovani, la sconosciuta società araba e la sfida conflittuale con la modernità. Un argomento, quest'ultimo, assai sensibile nel suo Paese. Profondamente tradizionale e al tempo stesso proiettato verso il futuro, la Giordania è l'emblema della crisi che scuote l'identità musulmana, lacerata tra valori mediorientali e modelli occidentali. Bastano poche ore di viaggio per passare dall'ultraconservatrice Zarqa, villaggio natale del famigerato Al Zarqawi, alla scintillante capitale Ammam, dove ogni giorno apre un nuovo locale per le notti brave dei diciottenni, oltre il cinquanta per cento della popolazione.

You Tube nel regno hascemita significa migliaia di studenti alla tastiera di centinaia d'internet-caffè. Il video della regina però, non è per loro. «In un mondo in cui è così facile essere connessi, restiamo ancora così disconessi» dice, scandendo le parole. Il destinatario siamo noi, l'Europa, l'America, il Primo Mondo che accoglie volentieri la grazia di Rania di Giordania ma si limita spesso a guardare la società islamica con gli occhi di Fitna, il controverso film del politico olandese Geert Wilders. Errore, bacchetta sua Maestà, «c'è un universo di meraviglie fuori che gli sterotipi impediscono di apprezzare».

Un appello saggio, schietto, antidoto estremo allo scontro delle civiltà che intende parlare alla società di domani. Purtroppo neppure la donna più affascinante del reame sfugge alla percentuale di demagogia insita nello strumento forum, dove si baratta sovente l'unicità della democrazia dal basso con la chiacchera da bar o, peggio, la libertà d'insulto sotto anonimato. La maggior parte dei post sono una seguenza di «bene», «brava», «finalmente». Molti, tipo «numberg», denunciano la «parzialità» dell'operazione: «Ne riparliamo quando la signora si rivolgerà al suo popolo in lingua originale anziché in inglese, aspetto di sentirla denunciare in arabo la faziosità della tv al Jazeera». Alcuni accettano la sfida e propongono la loro selezione di falsi miti da sfatare. «Ecco due stereotipi: il mondo arabo è diviso e non ci si può fidare degli arabi» scrive «golo5000». E «lordyi»: «Perchè il mondo islamico è guidato esclusivamente da monarchie e c'è così poca libertà?». «Yt2vinay» chiede lumi sull'infibulazione e «GigiMorr» risponde che «si tratta di un comportamento culturale estraneo all'islam. Come donna musulmana sono contrarissima, mi oppongo alla violenza contro le donne diffusa in medioriente e in occidente». Rania per ora osserva dall'alto. A un certo punto interverrà, promette: un'intervista esclusiva con il web.

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