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Old 04-11-2008, 11:55 PM
breunzo breunzo is offline
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Brogli all'estero, il senatore è Dell'Utri. Dell'Utri: 'Non ho avvisi di garanzia'


Aperta inchiesta a Reggio Calabria. Il senatore di Forza Italia: "Letta sui giornali"
"Ho solo parlato con una persona che voleva occuparsi del voto degli italiani all'estero"


La 'ndrangheta traffica in voti
Dell'Utri: 'Non ho avvisi di garanzia'


Amato: "Si tratta di materia coperta da segreto istruttorio. Il Viminale è una casa di vetro"
di GIUSEPPE BALDESSARRO


REGGIO CALABRIA - E' Marcello Dell'Utri il parlamentare coinvolto nell'inchiesta sull'intervento della 'ndrangheta sul voto degli italiani all'estero: "Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia" ha detto all'Ansa. Dell'inchiesta "ho letto sui giornali".

Poi ha spiegato: "Non conosco personalmente Aldo Micchichè ma l'ho sentito per telefono" e l'ho messo in contatto con Barbara Contini perché "lui si è offerto di occuparsi dei voti degli italiani all'estero". Barbara Contini è l'ex governatore di Nassiriya, candidata per il Pdl al Senato in Campania.

Dell'Utri respinge qualsiasi ipotesi di coinvolgimento in vicende di presunti brogli: "Stiamo scherzando? Stiamo dando i numeri! Se vogliono sollevare un polverone elettorale, io questo putroppo non lo posso impedire. Ma - ripete - stiamo dando i numeri".

Sul merito, Dell'Utri aggiunge: "Con Micciché ero entrato in contatto qualche mese fa per ragioni di energia. Lui in Venezuela si occupa di forniture di petrolio. Io ero in contatto con una società russa che ha sede anche in Italia, per cui - spiega Dell'Utri - conoscendo questi russi ho fatto da tramite".

"Questo signore si è interessato di organizzare il voto degli italiani all'estero come si sono attivate tutte le persone di tutti i partiti e di tutte le latitudini. Quindi non vedo dove sia la materia del contendere".

Miccichè - prosegue il senatore di Forza Italia - "non lo conosco fisicamente. E' un personaggio peraltro notissimo in Italia. E' stato amministratore della Dc negli anni '60-'70. Credo che a suo tempo abbia avuto delle vicende giudiziare legate a Tangentopoli. Per il resto è un cittadino che vive da molti anni in Venezuela, con famiglia. Non vedo cosa ci sia di strano".

La sconcertante ipotesi dell'intervento sulle elezioni delle cosche calabresi sulla quale sta lavorando la Dda di Reggio Calabria, nasce da un'intercettazione nella quale si fa esplicito riferimento alla possibilità di "controllare" cinquantamila voti, in cambio di una contropartita in denaro di 200 mila euro.

L'inchiesta di Reggio.
I magistrati reggini avrebbero ascoltato una conversazione tra esponenti della cosca Piromalli ed il parlamentare siciliano candidato al Parlamento Italiano. Nell'inchiesta è coinvolto un uomo d'affari, Aldo Micciché, da tempo residente in America Latina.

Il tentativo d'inquinamento del voto avrebbe mirato a condizionare l'esito della consultazione elettorale facendo risultare come votate circa 50mila schede bianche.

Un meccanismo piuttosto semplice. Corrompendo le persone giuste al posto giusto, infatti, i clan avevano intenzione di apporre sulla scheda un segno di preferenza proprio a vantaggio del partito dell'esponente politico siciliano. Un lavoro "pulito" quindi, che non avrebbe lasciato tracce grazie a "manine amiche" che avrebbero barrato le schede di ritorno.

Un piano che evidentemente avrebbe potuto falsare l'esito elettorale. Pochi i dettagli sull'inchiesta. E' certo che gli investigatori stavano controllando alcuni telefoni sulle tracce dei soldi dei Piromalli, per cercare di capire come la cosca riuscisse a riciclare i milioni di euro del traffico di stupefacenti. Da qui la scoperta.

Micciché, da tempo residente in Venezuela, parla con il politico definito "un pezzo grosso". Oggetto del colloquio è la mobilitazione dei consoli onorari, che avrebbero avuto un ruolo determinante nel controllo del voto.

La notizia è stata confermata dal procuratore della Repubblica facente funzioni, Francesco Scuderi, che non ha inteso però fornire ulteriori particolari. "Il momento, visto che siamo ad appena due giorni dal voto - ha detto Scuderi - è delicatissimo, anche perché negli articoli riportati sui giornali ci sono molti dettagli che avrebbero dovuto rimanere riservati, e sarebbe irresponsabile da parte nostra in questo momento rivelare ulteriori particolari".

"Dopo il voto - ha aggiunto Scuderi - potremo fornire qualche notizia in più. Al momento non è il caso di dire alcunché".

Nei giorni scorsi lo stesso Scuderi ed il pm della Dda Roberto Di Palma, titolare dell'inchiesta, avevano incontrato il ministro dell'Interno Giuliano Amato per informarlo sulle risultanze dell'inchiesta.
Come si ricorderà, già alle scorse elezioni furono segnalati alcuni casi di brogli legati proprio alle schede del voto estero.

Amato: "Il Viminale sarà una casa di vetro". Sulla vicenda è intervenuto il ministro dell'Interno Giuliano Amato. "Nei giorni scorsi ho ricevuto una comunicazione da parte della Procura di Reggio Calabria su tentativo di broglio per il voto all'estero". "Si tratta di materia coperta dal segreto istruttorio. Dopo aver ricevuto la notizia ho subito attivato il ministero degli Esteri che ha provveduto con particolare attenzione a garantire che quelle schede non vengano mai perse di vista". Sapere, ha aggiunto, "che ci sono persone che scambiano denaro per il voto non è mai una soddisfazione, ma le misure adottate dal ministero degli Esteri possono aver prevenuto il danno". Il ministero ha allertato i consolati.

Amato ne ha approfittato per dire che durante le operazioni di voto "il Viminale sarà una casa di vetro". "A questo proposito ho invitato gli ex ministri come Maroni, Scajola, Pisanu ed Enzo Bianco.

repubblica.it
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Indaga la Dda di Reggio Calabria. Voci su Dell'Utri, che nega: «Mai ricevuti avvisi di garanzia»

Brogli, Amato: «Consolati allertati»

Tramite alcuni consoli onorari, in America latina risulterebbero votate 50 mila schede bianche

ROMA - I consolati italiani sono stati «allertati» per il rischio di brogli elettorali nelle circoscrizioni estere «e da parte nostra l'attenzione è massima». Lo ha reso noto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, dopo che la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria ha ammesso di condurre un'inchiesta «delicatissima» su presunti brogli nel voto in America latina organizzati dalla cosca Piromalli della 'ndrangheta di Gioia Tauro tramite alcuni consoli onorari italiani. «Le misure adottate dal ministero degli Esteri possono aver prevenuto il danno», ha auspicato Amato. MOMENTO DELICATO - Nell'inchiesta sono coinvolti un uomo d'affari siciliano, Aldo Miccichè, e un parlamentare in carica siciliano, candidato nelle prossime elezioni di cui non si conosce l'identità né il partito. In pratica si vorrebbe far risultare come votate circa 50 mila schede bianche. La notizia, pubblicata da alcuni giornali, è stata confermata dal procuratore di Reggio Calabria Francesco Scuderi, che però non ha fornito ulteriori particolari. «A soli due giorni dal voto il momento è delicatissimo», ha detto Scuderi, «anche perché negli articoli riportati sui giornali ci sono molti dettagli che avrebbero dovuto rimanere riservati, e sarebbe irresponsabile da parte nostra in questo momento rivelare ulteriori particolari. Dopo il voto - ha aggiunto Scuderi - potremo fornire qualche notizia in più. Al momento non è il caso di dire altro». Nei giorni scorsi Scuderi e il pm Di Palma hanno incontrato Amato per informarlo dell'inchiesta.


INCHIESTA - L'indagine è partita dalle intercettazioni tra alcuni esponenti in carcere dei Piromalli in cui si faceva riferimento al voto all'estero. I Piromalli, alla quale sarebbe collegato l'imprenditore Aldo Miccichè che si è trasferito in Venezuela, hanno importanti collegamenti in America latina. «Il voto per corrispondenza dall'estero è fatto in modo che le buste si accumulino nei consolati prima di essere spedite in Italia», ha spiegato il ministro Amato. «Mi auguro che i consoli se le siano tenute sotto il letto, tenendole d'occhio prima del trasferimento in Italia. A Castelnuovo di Porto, dove vengono ricevute, è stato moltiplicato il personale che deve esaminare le schede, e i seggi sono stati portati da 760 a 1.200 per agevolare il lavoro degli scrutatori».

DELL'UTRI: «NON HO RICEVUTO ALCUN AVVISO DI GARANZIA» - Venerdì sera si è diffusa l'ipotesi che anche Marcello Dell'Utri potesse essere coinvolto nell'inchiesta, ma lui respinge qualsiasi ipotesi di coinvolgimento in vicende di presunti brogli: «Stiamo scherzando? Stiamo dando i numeri! Se vogliono sollevare un polverone elettorale, io questo putroppo non lo posso impedire. Ma - ha ribadito Dell'Utri - stiamo dando i numeri». Aldo Miccichè, l'imprenditore coinvolto nell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria, dice di non conoscerlo personalmente ma di averlo sentito per telfono: «È una persona con la quale ero qualche mese fa in contatto per ragioni di energia. Lui in Venezuela si occupa di forniture di petrolio. Io ero in contatto con una società russa che ha sede anche in Italia, per cui - spiega Dell'Utri - conoscendo questi russi ho fatto da tramite». In vista delle elezioni Miccichè si sarebbe fatto avanti con il senatore di Forza Italia: «mi ha detto "Posso occuparmi del voto degli italiani all'estero qui in Sudamerica?". Io - racconta Dell'Utri - l'ho messo in contatto con la nostra rappresentante, Barbara Contini. Poi il discorso si è chiuso. Questo signore si è interessato di organizzare il voto degli italiani all'estero come si sono attivate tutte le persone di tutti i partiti e di tutte le latitudini. Quindi non vedo dove sia la materia del contendere». Miccichè - prosegue il senatore di Forza Italia - «non lo conosco fisicamente. È un personaggio peraltro notissimo in Italia. È stato amministratore della Dc negli anni '60-'70. Credo che a suo tempo abbia avuto delle vicende giudiziare legate a Tangentopoli. Per il resto è un cittadino che vive da molti anni in Venezuela, con famiglia. Non vedo cosa ci sia di strano». Di avvisi di garanzia, infine, Dell'Utri dice di non saperne nulla: «No, non ho avuto alcuna comunicazione».«Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia», dell'inchiesta «ho letto sui giornali», «non conosco personalmente Aldo Micchichè ma l'ho sentito per telefono» e l'ho messo in contatto con Barbara Contini perché «lui si è offerto di occuparsi dei voti degli italiani all'estero». Così il senatore Marcello Dell'Utri (Fi) risponde in merito all'inchiesta sui brogli elettorali in cui il suo nome risulterebbe coinvolto.

CONSIGLI - Timbrare subito le schede bianche scrutinate. È uno dei provvedimenti del Viminale per evitare brogli. «Ho emanato una circolare in cui si raccomanda ai presidenti di seggio di timbrare subito, come previsto dal procedimento di spoglio, le schede bianche man mano che vengono estratte dall'urna», ha spiegato Amato. «È una delle preoccupazioni segnalate da alcune forze politiche ed è giusto eliminare ogni elemento di preoccupazione».

RISULTATI LENTI - «Abbiamo ribadito ai presidenti che le schede si trattano una a una. Per questo è possibile che i risultati effettivi arrivino con maggiore lentezza», ha preannunciato il ministro dell'Interno, che ha reso noto di avere invitato a seguire con lui la notte elettorale gli ex titolare del Viminale Roberto Maroni, Claudio Scajola, Giuseppe Pisanu ed Enzo Bianco. «Ci tengo per me, per i miei precedessori e per i miei successori che non venga messa in dubbio la qualità del Viminale come casa di vetro dove si lavora secondo il principio di legalità».

corriere.it


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