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Old 06-17-2007, 06:44 PM
travis bickle travis bickle is offline
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Furbettini e furbettoni....


Berlusconi, come Fassino, voleva "essere aggiornato". Le intercettazioni dei politici che pian piano stanno trapelando da Palazzo di Giustizia dipingono il carattere bipartizan delle scalate dei "furbetti del quartierino". Se è vero infatti che la conquista della Banca Nazionale del Lavoro da parte della Unipol per Massimo D'Alema, presidente dei Ds, non era altro che il ritorno alle origini di una banca creata al servizio del mondo cooperativo, la presa di Antonveneta da parte dalla Popolare Italiana corrispondeva invece alla creazione di un polo bancario vicino al centrodestra.

4 luglio 2005
"BERLUSCONI VUOLE ESSERE AGGIORNATO"
Grillo-Fiorani
Grillo: Domani sera mi ha dato appuntamento anche Berlusconi, alle 19, che voleva essere aggiornato.
Fiorani: Sì. E sai, però a questo punto temo che la posizione... noi siamo ad un passo da poter... noi abbiamo già prenotato gli spazi sui giornali per mercoledì.
Grillo: Sì.
Fiorani: fai tu il conto, per annunciare che partiamo con l'Opa.
Grillo: Certo.
Fiorani: Siamo a questo punto, no? Per cui non c'è neanche più nessun dubbio, nessuna incertezza...
Grillo: Non ce n'è.
Fiorani: Se non la sua firma finale sulla autorizzazione che potrebbe...
Grillo: Speriamo, speriamo, speriamo che non ci deluda.
Il riferimento è ad Antonio Fazio, l'ex governatore della Banca d'Italia che in quei giorni doveva dare il via libera all'offerta di Fiorani su Antonveneta.

10 luglio 2005
"RICUCCI, SDOGANATO DA BERLUSCONI E FASSINO"
Grillo-Fiorani
Fiorani: Hai visto che stamattina è apparsa la notizia allora che Unipol manda avanti l'operazione, servito su un piatto d'argento. Voglio vedere se per Unipol hanno usato gli stessi pre... gli stessi prerogativi e gli stessi rigori che hanno usato per noi.
Grillo: E certo.
Fiorani: Quelli alzan la voce, sostengono politicamente, c'è Fassino che parla e ottiene un gran appoggio, per cui Fassino - pensa te che meraviglia - viene... viene lì a sdoganare anche Ricucci o... (parole incomprensibili, nota del perito) la vera mente finanziaria del Paese è Ricucci che viene sdoganato sia da Berlusconi che da Fassino, il che è il colmo dei colmi! ma positivo dico io, eh!
Grillo: Sì, sì.

15 luglio 2005
"HO VISTO BERLUSCONI"
Grillo-Fiorani
Grillo: "Mah, sì adesso stiamo un po' valutando. Adesso tra l'altro, ho visto anche Berlusconi e oggi c'è il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica sul Dpef cui avevano partecipato sia il governatore Fazio che il premier, ndr) e quindi... ci va anche lui, si parleranno quindi insomma... Ma era stato molto utile, è stato molto utile... adesso devo fare ancora una visita.

8 luglio 2005
"IL BEL REGALO" DI RICUCCI A CONSORTE
Latorre-Ricucci
Latorre: Pronto?
Ricucci: Senatore.
Latorre: Ohè.
Ricucci: Abbiamo fatto un bel regalo, eh, gli abbiamo fatto a Gianni.
Latorre: Ah?
Ricucci: Dico, diglielo a Gianni che abbiamo fatto 'sto regalo, eh!
Latorre: Io non... quando parlo con...! Non lo... spero di sentirlo, ma lui, lui in questi giorni siccome è impegnato in questa cosa, si è chiuso ermeticamente, diciamo, chissà se riesco.
Ricucci: No, no. Ha parlato pure con Fassino... Va beh, con Piero... cioè parlava ieri.
Latorre: Ah, ho capito, ho capito.
Ricucci: e quindi gli abbiamo fatto un regalo, gli abbiamo fatto. Su un piatto d'argento gliel'abbiamo servita, eh!
Latorre: Ho capito.
Dopo qualche frase su argomenti personali il discorso riprende.
Ricucci: Gli hai detto a Piero, a Fassino, che lo... l'ho ringraziato? L'hai ringraziato per me?
Latorre: Gliel'ho detto, gliel'ho detto...

18 luglio 2005
"SIAMO PADRONI DI UNA BANCA"
Consorte-Fassino
Consorte: Ciao Piero, sono Gianni.
Fassino: Allora? Siamo padroni della Banca?
Consorte: È chiusa, sì.
Fassino: Siete padroni della banca, io non c'entro niente (ride).
Consorte: Si, sì, è fatta.
Fassino: È fatta.
Consorte: Abbiamo finito proprio cinque minuti fa, è stata una roba durissima però, insomma...
Fassino: E alla fine cosa viene fuori? Fammi un po' il quadro, alla fine.
Consorte: Alla fine viene fuori che noi abbiamo... eh... diciamo quattro banche... dunque, quattro cooperative...
Fassino: Sì..
Consorte: Che sono...
Fassino: Che prendono?
Consorte: Quattro cooperative il 4% (...)
Fassino: Diciamo Adriatica, Liguria...
Consorte: Piemonte... e Modena.
Fassino: E Modena, perfetto. E poi?
Consorte: Poi ci sono, diciamo quattro banche italiane...
Fassino: Sì.
Consorte: Che l'un per l'altra hanno il 12% (...) Poi abbiamo tre banche internazionali, che sono Nomura, Credit Suisse e Deutsche Bank...
Fassino: Uhm...
Consorte: Che hanno l'un per l'altra circa il 14 e 1/2%...
Fassino: 14 e 1/2%...
Consorte: Sì, poi abbiamo Hopa che ha il 4 e 99...
Fassino: Sì
Consorte: Poi abbiamo 2 imprenditori privati: Marcellino Gavio e Pascop, che hanno l'1 e 1/2...
Fassino: Insieme?
Consorte: Insieme. E poi ad oggi c'è Unipol che ha il 15...
Fassino: Chi? Unipol?
Consorte: Unipol. Quindi la prima cosa è che queste quote acquisite sono... sono state acquisite da... non da noi, ma dagli alleati...
Fassino: Uhm
Consorte: Dagli immobiliaristi che sono totalmente fuori...
Fassino: Tu adesso...
Consorte: Io?
Fassino: Che operazione fai dopo questa?
Consorte: Ho lanciato l'Opa!
Fassino: Hai già lanciato l'Opa obbligatoria?
Consorte: Esatto, questa mattina...
Fassino: Sì
Consorte: Allo stesso prezzo...
Fassino: Sì...
Consorte: Al quale sono state fatte le cessioni delle quote delle azioni degli immobiliaristi...
Fassino: Due e sette?
Consorte: Esatto. Per eliminare ogni tipo di speculazione che non... non sono trattate tutte allo stesso modo...
Fassino: E certo, bene!
Consorte: La legge ci avrebbe permesso di lanciare a 2 e 52...
Fassino: E la BBVA cosa offre?
Consorte: 2 e 52, ma in azioni. Noi offriamo soltanto cash!
Fassino: *****!
Consorte: No? Quindi è una cosa totalmente diversa. E in realtà noi abbiamo già in mano il 51 però.

L'attacco di Dedola, avvocato di Consorte
"LO SCIPPO DI ABETE"
Il presidente di Bnl, Luigi Abete, sarebbe stato "tra i responsabili dello scippo di una banca" ai danni di Unipol. È questo il commento di Giovanni Maria Dedola, avvocato dell'ex numero uno della compagnia assicurativa, Giovanni Consorte, lasciando l'Aula 9 del Palazzo di giustizia. "Abete voleva vedere Fassino - ha detto Dedola, spiegando una telefonata tra Fassino e Consorte, prima di un incontro tra l'esponente dei Ds e Abete - per dirgli cose che neanche Fassino capì. Fu poi lo stesso Consorte a spiegargli che il presidente di Bnl voleva innescare un'inchiesta della magistratura e una campagna mediatica per bloccare la scalata". Oltre ad Abete, per capire chi siano i responsabili del tentativo fallito di Unipol di conquistare Bnl, occorre tenere in conto "una telefonata intercettata - afferma Dedola - nella quale Bankitalia chiede informazioni alla Consob sulla scalata e quest'ultima dice: "tutto ok, abbiamo fatto tutti i comunicati insieme"". Il legale si dice pronto "a pubblicare le intercettazioni". Replica della Bnl: il no alla scalata di Unipol arrivò da Bankitalia.

Fonte:La Repubblica.it


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  #2  
Old 06-18-2007, 11:54 AM
travis bickle travis bickle is offline
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E Silvio passa all'attacco...


E venne il giorno del Cavaliere: dopo una settimana di passione tutta rivolta verso la Quercia, ora sulla graticola delle rivelazioni ci capita Berlusconi. Così dopo che per tanti giorni ha preferito tacere (infiocchettando il silenzio con un po’di «solidarietà») ora parla e cerca di chiuder tutto con una battuta secca: «Sciocchezze, solo sciocchezze». Davanti alla pubblicazione degli interrogatori di Stefano Ricucci, che lo chiamano pesantemente in causa per grandi manovre finanziarie dell’estate del 2005, Silvio Berlusconi reagisce con un attacco in grande stile alla carta stampata. Corriere, Repubblica e Stampa, secondo il Cavaliere, «a furia di esercitarsi nel gossip si spingono ormai fino alla spazzatura».

Annuncia querele, il leader di Forza Italia, che mette la mano sul fuoco anche per il suo braccio destro Gianni Letta. «Saranno i legali a occuparsi di chi maliziosamente cerca di travestire il nulla assoluto come fosse una notizia, la cui pubblicazione è comunque vietata per legge». Berlusconi denuncia «il grave rischio» rappresentato dal «malvagio circuito di veleni» e dal «perverso intreccio tra certa magistratura e certi settori della grande stampa». E termina con un appello bipartisan, nel nome dell’interesse comune: «Abbiamo il dovere di fermare questo degrado nel Parlamento sovrano, con l’accordo di tutti, nell’interesse degli italiani e dell’Italia».

Nel frattempo Gianni Letta nega di aver mai incontrato Ricucci e di aver «benedetto» la sua scalata alla Rcs per il controllo del Corriere della Sera. Anzi, sostiene l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, »ho fatto di tutto perché rimanesse estraneo e distante anche il presidente Berlusconi, come in effetti è stato». Insomma se fino a ieri la destra restava in silenzio (con l’esclusione della Lega che ha sempre sparato contro Fassino e i Ds) lasciando al Giornale il compito di martellare gli avversari ora che che il diluvio di verbali e intercettazioni colpisce da tutte le parti cambia atteggiamento. Ma non rinuncia alla polemica con Cicchitto che insinua: «Berlusconi e Letta non hanno progettato di scalare la Rcs, mentre Unipol voleva scalare la Bnl».

Fini arriva in soccorso e «reputa lecito domandarsi perché a distanza di due anni si sia aperta una stagione di veleni, calunnie e falsità». Polemico a sinistra il dipietrista Nello Formisano si raccomanda di non attaccare i magistrati, come invece ha fatto Massimo D’Alema (bacchettato anche da Franco Giordano). L’Udc difende il suo leader Pier Ferdinando Casini dai sospetti: Pionati parla di uso delle intercettazioni sui giornali per colpire i politici e reclama l’approvazione di una legge che metta fine al fenomeno. Difende Casini anche l’ex Follini: «Il ritratto che ne fa Ricucci è inverosimile».

Fonte:L'Unità.it


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  #3  
Old 06-18-2007, 03:17 PM
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E il Cavaliere mi disse:"Vada avanti con Rcs"


Il fiume Ricucci, l’unico che non sia in secco di questa stagione, continua a inondare i giornali. I verbali dei lunghissimi interrogatori del finanziere, avvenuti tra l’aprile e il giugno dell’anno scorso, sono stati sdoganati e sono rifluiti in ampi stralci soprattutto sulle pagine del Corriere della Sera e di Repubblica. Il succo è che nelle nuove puntate si conferma la ricerca di Ricucci di alleanze finanziarie e consensi bipartisan per il tentativo di scalata alla Rcs. La novità rispetto a ieri, dove il personaggio più convolto sembrava l’editore e immobiliarista Caltagirone (che non ha affatto gradito), è che in questi ulteriori verbali emergono i nomi di Berlusconi e di Gianni Letta, nonchè del consigliere di Prodi, Rovati. Lo stesso premier è tirato in ballo, (naturalmente nei titoli) ma in realtà risulta solo aver fatto gli auguri di nozze a Ricucci.

A detta del finanziere, l’idea della scalata alla Rcs, e quindi al Corriere della Sera, fu caldeggiata da Berlusconi, quando era presidente del consiglio. In particolare la decisiva trattativa con i francesi di Lagardere fu avviata perchè Ubaldo Livolsi, fedelissimo del Cavaliere, glielo aveva chiesto. L’interessamento sarebbe confermato da una telefonata di Gianni Letta, plenipotenziario di Berlusconi, e allora sottosegretario alla presidenza del consiglio, che avrebbe dato il via libera. Non è un dettaglio di poco conto che l’allora premier, peraltro padrone di metà dei media italiani, volesse far fuori, favorendo la scalata di Ricucci, la proprietà di un giornale allora considerato ostile. Il punto è che questa è la versione di Ricucci, mentre quella di Letta e Berlusconi è di tutt’altro tenore. Insomma, bisogna tener conto che quello che emerge dai verbali è il quadro difensivo dei fatti, la realtà potrebbe essere un’altra cosa.

L’insieme che ne viene fuori è complicato, la cosa chiara è che come in un puzzle, diversi affari, con diversi obiettivi, (le tre scalate, quella di Bpi per scalare l’Antonveneta, quella di Unipol per conquistare la Bnl, e quella di Ricucci per prendersi la Rcs) hanno in comune una ragnatela di rapporti personali, di favori, di interessamenti bipartisan. L’intreccio tra le persone c’è, tuttavia non emerge affatto che le tre scalate erano parti di un unico disegno. A leggere bene i verbali di Ricucci, che comunque non sono completi, (per la gioia dei quotidiani c’è altro materiale in arrivo, assicurano i difensori), si conferma invece quel che si disse subito, quando le operazioni vennero alla luce: fu la reazione del salotto considdetto «buono» a bloccare tutto, e quando questo si mosse, con la forza dei suoi interessi e dei suoi giornali, nonchè dei veri legami politici, fu chiaro che i consensi bipartisan per le operazioni dei cosiddetti «furbetti del quartierino», più o meno millantati dagli interessati, non servirono a niente.

Consorte non ebbe il minimo aiuto da Fassino, D’Alema e Latorre, Ricucci fu massacrato e rinchiuso, Fazio e Fiorani non ebbero miglior sorte. L’operazione «di sistema», come l’avrebbe definita Caltagirone, sempre secondo Ricucci, non sistemò nulla. L’unica cosa che appare molto verosimile è il tentativo di Ricucci, probabilmente comune agli altri protagonisti, di avere o millantare ottimi rapporti col mondo politico e di averli bipartisan per sconfiggere la forza del cosiddetto «salotto buono». Nei profluviali interrogatori Ricucci chiama in causa un’enormità di persone. Ecco cosa dice il finanziere dei personaggi più in vista. BERLUSCONI. Durante l’interrogatorio del 5 giugno 2006 Ricucci spiega l’inizio della trattativa con il grande gruppo editoriale francese Lagardere per acquistare quote rilevanti della Rcs. Racconta che fu un intimo di Berlusconi, Livolsi, a contattare Gianni Letta per dare il via all’operazione. Un giorno di giugno del 2005 Ricucci e il plenipotenziario di Berlusconi si sentono al telefono: «Mi sembra che sia una strada buona - avrebbe detto Letta - assolutamente di prestigio questa operazione, se lei la vuole portare avanti, la porti. Le posso anche chiamare il mio omologo francese per dare a voi come azienda un accredito...».

Dopo questo contatto Ricucci incontrò Lagardere a Parigi. Ricucci sostiene di aver incontrato Berlusconi un’unica volta a un’assemblea di Confcommercio e il Cavaliere gli disse che in comune avevano la passione per le belle donne e che questo spiegava perchè tanto ce l’avevano con entrambi. Ma disse anche: «So che lei sta andando avanti con quella trattativa, me l’ha detto il dottor Letta, mi sembra una cosa buona». A parere di Ricucci l’accredito dell’allora governo Berlusconi per l’operazione era fondamentale perchè il gruppo Lagardere propendeva per il centrodestra e poteva avere interesse a cambiare gli equilibri del gruppo di controllo della Rcs che in maggioranza non sembravano favorevoli a Berlusconi. Il Pm chiede a Ricucci perchè voleva informare il Cavaliere delle sue mosse. Risposta: «Il presidente del consiglio del paese, come che c’entra...». E poi: «Se uno vuole entrare in Rcs deve avere dei consensi politici, a destra e a sinistra...». Ricucci voleva prendere contatti anche con Pecoraro Scanio e Latorre per interessare D’Alema.

ROVATI E PRODI. Ricucci dice di aver cercato anche l’aiuto o l’interessamento di Romano Prodi e a questo scopo contattò Angelo Rovati, consigliere e amico dell’attuale premier, che conosceva personalmente. Dopo aver spiegato che lui mandava biglietti d’auguri a tutti i politici importanti, oltre che al governatore Fazio, Ricucci sostiene che voleva chiedere a Prodi di accreditarlo dentro al patto attraverso Bazoli. Il finanziere sostiene che Prodi lo chiamò, ma per fargli gli auguri di matrimonio. A quanto pare Ricucci voleva chiedere l’intervento di Berlusconi per tentare di coinvolgere Caltagirone a entrare nell’operazione Rcs, ma l’immobiliarsita e editore romano, rifiutò.

CONSORTE. Secondo Ricucci Caltagirone fu decisivo nei rapporti con Consorte, che nello stesso periodo per conto di Unipol e delle cooperative tentava di scalare la Bnl. L’editore romano mette d’accordo Ricucci, Consorte, Coppola, Statuto e altri per la vendita delle azioni Bnl dello stesso Ricucci. Il quale si dice convinto che i vertici ds vedessero di buon occhio l’operazione Consorte e questo lo faceva ben sperare anche per la sua operazione. Tuttavia i magistrati vogliono sapere se avesse conoscenze di attività illecite tra Unipol e i vertici ds e Ricucci risponde di no: «Per carità, mai...tutti hanno parlato dell’operazione Unipol-Bnl in modo errato...questa operazione fu perfetta sia nei modi, sia nei tempi...poi che Unipol avesse avvertito prima dopo e durante Fassino, D’Alema e quant’altro per me è pure giusto. Ma che Caltagirone che è il suocero di Casini, Casini non l’avverte?».
Fonte:L'Unita.it


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