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romans 09-01-2007 07:53 PM

L'inizio della rivoluzione
 
...Era iniziata così, quasi per sbaglio, in un lontano giorno del 2007. Un gruppo di ministri era sceso in piazza per protestare contro alcune scelte del governo, e questo aveva messo in moto una lunga reazione a catena che ci ha portato fino alla situazione in cui viviamo oggi.

Normalmente, a quei tempi, le manifestazioni di piazza avevano uno scarso effetto, ed erano considerate più che altro un simpatico retaggio del passato (c’erano ancora molti cittadini che “avevano fatto il sessantotto“, e ricordavano con un sorriso nel cuore il cosiddetto “autunno caldo”). Ma, che scendessero in piazza pacifisti, macellai o farmacisti, di solito non cambiava mai nulla: un paio di minuti al TG, un paio di colonne sulla prima del Corriere - tanto per far finta che la gente contasse qualcosa - e poi tutti sotto a lavorare, esattamente come prima, per il bene di nonsiemaicapitochi.

Ma quella volta fu diversa: nel 2007, a manifestare in piazza erano scesi dei ministri, e questo aveva posto i cittadini di fronte ad una situazione a dir poco sconcertante: nemmeno Bertrand Russel, l’inventore dei più noti paradossi al mondo, ...

... avrebbe saputo arrivare a tanto: che un barbiere rada tutti coloro che nel suo paese non si radono da soli – ponendo l’impossibile quesito se il barbiere rada se stesso o meno – era ancora qualcosa di concepibile, ma che degli eletti dal popolo scendessero in piazza per protestare contro scelte che essi stessi avevano fatto, superava ogni possibile capacità di comprensione.

Ma, anche se i cittadini non riuscivano a dare un senso logico a quel gesto, in qualche modo ne colsero il significato profondo, e iniziarono a formare dei comitati per chiedere alla Magistratura il permesso per ritirare il proprio voto: la nostra Costituzione a quel tempo non prevedeva un passaggio del genere, ed inizialmente il permesso non venne concesso. Ma i cittadini insistevano, dicendo: “Se il governo protesta contro le proprie azioni, significa che non è soddisfatto del proprio operato, e questo a sua volta significa che noi abbiamo sbagliato nel dare loro il nostro voto. Ora, perché permettere a queste persone di continuare ad operare nel nostro nome, quando sono lori i primi a non avere fiducia in se stessi? Una volta riconosciuto un errore, non è meglio porvi rimedio al più presto, prima che diventi troppo tardi per tutti?”

Si discusse per un po’, ma alla fine il Consiglio Superiore della Magistratura riconobbe che il ragionamento era valido, e concesse finalmente ai cittadini la facoltà di ritirare il proprio voto.

Seguirono anni difficili, anni di assestamento, nei quali il voto non rappresentava più una delega a senso unico, ma una pregiata merce di scambio, da gettare in continuazione sulla bilancia dell’operato dei diversi governi.

In realtà, qualunque governo si avventurasse al potere, si ritrovava entro poco tempo a scendere in piazza contro se stesso, dopo aver riconosciuto la propria incapacità nel portare a termine un qualunque programma presentato in campagna elett****e.

Talmente automatico divenne questo meccanismo, che dopo una decina di legislature - finite invariabilmente con una clamorosa auto-bocciatura - i cittadini decisero di iniziare ad organizzarsi da soli, per mandare avanti nel frattempo la baracca.

Nascevano così comitati di quartiere, comitati provinciali e regionali, comitati di bambini e comitati di insegnanti, comitati di condominio, comitati di elettricisti e comitati di ragionieri, comitati familiari e comitati nazionali. Ciascun problema veniva analizzato e affrontato direttamente dalla gente, o da chi venisse di volta in volta designato a farlo, senza stare troppo a perdere tempo in parole vuote e discorsi inutili: c’era bisogno di una nuova discarica per le immondizie che si accumulavano in una delle nostre metropoli? I rappresentanti dei comuni interessati si riunivano, decidevano a maggioranza, chi accettava la discarica chiedeva agli altri qualcosa in cambio, e tutti mettevano in atto quanto deciso.

Le industrie farmaceutiche proponevano un nuovo medicinale che prometteva miracoli nella cura contro il cancro? Si formava un comitato apposito, fatto di medici, di malati e di gente normale, che seguiva da vicino e verificava di persona le procedure e gli effetti della sperimentazione di quel farmaco.

Gli americani volevano mettere una nuova base militare sul nostro territorio? L’asta era aperta a tutti: ciascun comune, fra quelli che avevano deciso di rendersi disponibili, poteva liberamente trattare con gli americani sulle condizioni e i benefici per la concessione dell’uso del loro territorio.

E soprattutto, i preti nati sul territorio italiano erani stati sottomessi alle stesse identiche leggi di tutti gli altri italiani. Pensate, alla fine pagavano le tasse pure loro.

Poi, purtroppo, mi svegliai: era stato soltanto un sogno, e mentre aprivo lentamente gli occhi intravvedevo nel televisore acceso la ghigna satanica di Clemente Mastella, che agitava sudato le braccia e sbraitava qualcosa da un palchetto elett****e, proprio come quelli che si usavano nel lontano 2007.

Massimo Mazzucco

Guaido 09-01-2007 11:47 PM

In un'altra mezzanotte, d'altri tempi, stanco e affranto
meditando testi antichi d'una scienza ormai ignorata,
ciondolava già dal sonno, quando piano un colpettio
fu sentito alla mia porta, come un battito cortese.
"È qualcuno", bofonchiai, "che alla porta sta bussando,
un visitatore tardo sta picchiando alla mia porta;
solo questo, nulla più".


Come bene lo rammento, quel dicembre triste, tetro!
ogni tizzo ormai morente rabescava il pavimento
col suo spettro. Ansiosamente invocavo il nuovo giorno;
vanamente avevo chiesto ai miei libri un po'di tregua
al dolore, all'afflizione per la mia perduta Lenore,
rara vergine radiosa, Lenore detta tra i Celesti,
senza nome qui mai più.


Ed il serico fruscio delle tende porporine
vago e mesto mi riempiva di fantastici terroni;
ma cercando di placare il pulsante del mio cuore,
tra a me andavo ripetendo: "Qualche ospite sollecita
alla porta della stanza, qualche ospite tardivo
chiede d'esser ricevuto;
solo questo, e nulla più".


Ad un tratto, rincuorando, posi fine ad ogni indugio
e "Signor", dissi, "o signora, chiedo un poco d'indulgenza,
ma di fatto ero assopito e sì piano voi bussaste,
fu sì fievole il picchiare, il bussare alla mia porta,
ch'ero incerto avervi udito. "L'ampio uscio disserrai:
tenebrore, e nulla più.


E frugando lungamente, lungamente le latebre,
stando in dubbio ed in timore, sognai sogni quali mai
non sognò nessun mortale; il silenzio era inviolato,
e soltanto una parola la mia voce sussurrò:
proferì: "Lenore!", e un'eco di rimando disse:"Lenore!"
Solo questo, e nulla più


Ritornato nella stanza con la mente che bruciava
nuovamente il picchiettìo avvertii, ancor più forte:
"Certo," dissi, "Certo è questo un qualcosa alla finestra;
cos'è ciò devi vedere, quest'enigma penetrare,
calma dunque la tua angoscia, ficca gli occhi nel mistero;
forse un soffio, e nulla più."


Spalancai allor le imposte, e sfrusciando con le penne
avanzò solenne un Corvo dei remoti giorni santi.
Non un cenno di saluto, non sostò un solo istante,
ma con molta nonchalance, come un Lord od una Lady,
si posò proprio su un busto di Minerva sulla porta.
Si posò, altro non più.


E, benché malinconioso, eccitò in me un sorriso
quell'uccello tenebroso, per l'aspetto grave e austero.
"Se non hai più la cresta, non sei un vile, veramente,
spaventoso, antico Corvo, da caligini venuto.
Con quale nome sei chiamato, nelle tenebre dell'Ade?".
Gracchiò il corvo: 'Mai più'


Fui sorpreso da stupore all'udir tale risposta,
ancorché queste parole non avessero alcun senso.
Oh, bisogna convenire che nessun mortale al mondo
ebbe mai il privilegio di vedere appollaiato
un uccello od altra bestia sopra un busto sulla porta
con tal nome: 'Mai più!'


Ma sostando solitario sul sereno marmo sculto
nulla aggiunse il negro uccello, oltre quanto proferito,
come avesse efflusso tutto nell'esprimere quel verbo.
Stava immobile. Esclamai: "Altri amici son volati;
svanirà egli domani come è già le mie speranze!"
Gracchiò allora: 'Mai più!'


Sussultai, la quiete infranta, alla replica si pronta:
"Certamente, ciò che emette, 'osservai,' e la provvista
da un padrone ereditata, flagellato da sciagure,
**** ormai d'ogni speranza, a cui solo ritornello
fu un funereo, sconsolato ritornello di sventura
che riecheggia: 'Mai più!'"


Poi, rasserenando il Corvo le mie tetre fantasie,
spinsi innanzi una poltrona verso il busto sulla porta,
riflettendo, meditando, adagiato sul velluto,
cosa mai volesse dire questo infausto laido Corvo,
macilento spaventoso uccellaccio d'altri tempi,
col gracchiare: "Mai più"


Stavo immerso in congetture, senza dire una parola
all'uccello occhi-di-bragia, il cui sguardo ora bruciante
penetrava nel mio seno, sprofondandomi nel cuore.
Meditavo ancora e ancora, sui cuscini reclinato,
dal velluto d'ametista che la lampada rischiara,
ch'ella ormai, non preme più!


Parve l'aura farsi densa, profumata per incenso
da turiboli effluviante, invisibili, recati
da creature celestiali. "Sventurato," gridai allora.
"Dio ti manda il buon nepete! Prendi, bevi il buon nepete,
vuota il nappo dell'Oblio! E dimentica Lenore!"
Gracchio il Corvo: 'Mai più!'


"O Profeta," irato urlai, "generato dal Maligno,
ma Profeta tuttavia, se Demonio oppure uccello,
se t'invia il Tentatore o sospinge la tempesta
alla landa desolata ove Orrore ha la sua dimora.
dillo, dillo a chi t'implora! Vi é conforto in Gileàd?"
Gracchio il Corvo: 'Mai più!'


"O Profeta," replicai, "generato dal Maligno,
per il cielo su di noi, per quell'Ente che s'adora,
svela all'anima mia affranta: se potrà stringere al seno
nei lontani Campi Elisi una vergine beata,
quella vergine radiosa che tra gli Angeli è Lenore."
Gracchio il Corvo: 'Mai più!'


Mi levai allora urlando: "Sia commiato tal parola!
Torna pure alla tempesta, alla notte dell'Averno!
Non rimanga penna alcuna, lascia intatto il mio ritiro,
via dal busto sulla porta, abbandona quella porta!
Strappa il rostro dal mio cuore!"
Gracchio il Corvo: 'Mai più!'


Ed il Corvo, mai svolando, fermo resta, fermo resta
sopra il pallido ritratto di Minerva sulla porta.
Nello sguardo è somigliante ad un dèmone sognante
e la lampada distende l'ombra sua sul pavimento.
E la Finanziaria è pronta in Parlamento.

travis bickle 09-01-2007 11:56 PM

Ohhhh.... :eek: :eek: ...un Guaido d'autore....Edgar Allan Poe... :eek: :eek:

Guaido 09-01-2007 11:59 PM

Quote:
Originally Posted by travis bickle
Ohhhh.... :eek: :eek: ...un Guaido d'autore....Edgar Allan Poe... :eek: :eek:


Ma và..... sarai l'Unico che riconosce Poe, tò!
Se cerchi per il forum ho messo anche il "RE TRAVICELLO"

travis bickle 09-02-2007 12:04 AM

Quote:
Originally Posted by Guaido
Ma và..... sarai l'Unico che riconosce Poe, tò!
Se cerchi per il forum ho messo anche il "RE TRAVICELLO"

Giusti mi garba di meno.. ;)

corso 09-02-2007 12:32 AM

a proposito di uccelli............

Può darsi ch'io scordi, Signora, il vostro
divino profilo d'uccello
e che strappi la mia pazzia
come se balzassi in un cerchio,
ma al soffitto del mio capo i vostri occhi,
fulgidi lumi, brilleranno.

grande poeta, scrittore, saggista francese a cavallo tra l'800 e il 900.

quis fuit?

travis bickle 09-02-2007 10:52 AM

Quote:
Originally Posted by corso
a proposito di uccelli............

Può darsi ch'io scordi, Signora, il vostro
divino profilo d'uccello
e che strappi la mia pazzia
come se balzassi in un cerchio,
ma al soffitto del mio capo i vostri occhi,
fulgidi lumi, brilleranno.

grande poeta, scrittore, saggista francese a cavallo tra l'800 e il 900.

quis fuit?

Proust... :confused: :confused:

romans 09-02-2007 01:48 PM

L'inizio della rivoluzione... poetica!
 
Dovrei cambiare il titolo....

Guaido 09-02-2007 03:18 PM

Adesso vi faccio ridere come delle bestie...
 
Poesia di Bondi dedicata a Michela Brambilla (FI)

"Ignara bellezza

Rubata sensualità

Fiore reclinato

Peccato d’amore."

Sandro Bondi.

E' vera non è un fake.

juve 09-02-2007 03:52 PM

Quote:
Originally Posted by Guaido
Poesia di Bondi dedicata a Michela Brambilla (FI)

"Ignara bellezza

Rubata sensualità

Fiore reclinato

Peccato d’amore."

Sandro Bondi.

E' vera non è un fake.

bipartisan direi,gran gnocca!!!!!!!!!!!!!!


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