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Old 12-10-2007, 03:11 PM
breunzo breunzo is offline
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Oltre 20mila al corteo per i 4 operai morti: rabbia e contestazioni


Corteo di Torino, fischi ai sindacati
Il padre di Bruno: "La pagherete"

Un sindacalista: "Funerale simbolico di una città che si stringe attorno alle vittime"
Gravissime ma stabili le condizioni dei tre ustionati sopravvissuti all'incendio



TORINO - "Basta morti sul lavoro". Dolore e rabbia a Torino. La città si ferma per due ore, per ricordare le vittime e i feriti nell'incendio della ThyssenKrupp. In lacrime gli operai dell'acciaieria in testa al corteo di oltre ventimila persone organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Due ali di folla intorno, i negozi del centro hanno abbassato in segno di lutto le serrande e spento le luci di Natale.

"Assassini, chi mi ridà mio figlio? Dov'erano gli estintori? Assassini". In prima fila il papà di Bruno Santino, una delle quattro vittime del rogo, con un giornale in mano con la foto del figlio, continua a ripetere queste frasi. Tanto dolore e lacrime alla manifestazione, ma anche rabbia e qualche tensione con i numerosi cameramen e giornalisti presenti mentre il corteo sfila.

Un corteo silenzioso, rotto a tratti dagli applausi della gente stipata lungo il percorso e dai fischi e contestazioni proprio verso i sindacalisti che hanno parlato in piazza Castello. In molti hanno urlato ''buffoni'', ''vergogna'', ''venduti'', ''andate a lavorare parassiti''.

Il percorso della manifestazione si è concluso davanti alla prefettura, dove è arrivato preceduto dai gonfaloni della Provincia di Torino, la Città, la Regione, altre città piemontesi e lo striscione listato a lutto delle rappresentanze sindacali della Thyssekrupp. "Oggi è il funerale simbolico di una intera città che si stringe attorno alle vittime, ai loro familiari e ai feriti - ha sottolineato Ciro Argentino, delegato Fiom della Thyssen - con questa manifestazione, che sarà silenziosa vogliamo sottolineare che oggi non è la fine di una lotta, ma è l'inizio di una lunga battaglia per portare la sicurezza sui luoghi di lavoro".

Qualche momento di tensione si è avuto quando una parte del corteo, dopo la manifestazione, si è spostato nelle vie del centro della città. Alcuni giovani dei centri

sociali hanno lanciato uova, sassi e un fumogeno contro la sede dell'Unione industriale di Torino. I lavoratori hanno subito preso le distanze. "Se avessimo voluto mettere a ferro e fuoco la fabbrica, lo avremmo fatto noi", ha detto un operaio. I lavoratori, con le mani alzate, si sono allontanati per proseguire la manifestazione davanti alla fabbrica. Davanti all'Unione Industriale è stata anche buttata della vernice rossa a terra.

Al corteo hanno partecipato anche i rappresentanti delle istituzioni, del governo, i ministri della Sanità e della Solidarietà sociale, Livia Turco e Paolo Ferrero e il presidente della Camera. "Non se ne può più di queste stragi sul lavoro - ha detto Fausto Bertinotti -, bisogna che si guadagni la consapevolezza che è proprio necessaria una svolta". Per il presidente della Camera "occorre rimettere la questione generale del lavoro al centro della vita pubblica del Paese e dare più potere da subito ai rappresentanti sindacali sulla questione della sicurezza e dell'ambiente, più potere di denuncia e di controllo". "Bisogna rispettare il dolore in ogni sua manifestazione - ha poi aggiunto -. La migliore forma di rispetto è il silenzio e non mi pare il caso di fare discussioni politiche", ha concluso Bertinotti.

"Vanno applicate le leggi già approvate dal parlamento e non ancora in vigore", ha sottolineato il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero che ha ribadito quanto già affermato alla vigilia della discussione di domani al decreto sulla sicurezza in Consiglio dei ministri e ha aggiunto: "Spero francamente che sia approvato".

Al corteo ha partecipato anche don Luigi Ciotti: "Le nostre sono parole stanche, sono parole che continuiamo a ripetere davanti a tragedie che continuano a succedere", ha detto il sacerdote da sempre impegnato in battaglie civili, partecipa al corteo. "Il nostro - aggiunge - è un grido di dolore ma anche di amore. Umanamente c'è il disgusto, non basta più indignarsi per una strage che è continua, che avviene tutti i giorni, per un peccato sociale che è la mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma è anche un grido di amore per le mogli, per i figli, che però non devono sentire solo oggi la nostra vicinanza".

I feriti. Restano gravissime, ma stabili le condizioni degli ultimi tre ustionati sopravvissuti all'incendio. Hanno ustioni tra l'80 e il 90 per cento del corpo, continuano a lottare tra la vita e la morte. Si tratta di Giuseppe Demasi, 26 anni, ricoverato all'ospedale torinese Maria Vittoria, Rosario Rodinò, 26 anni, trasferito al San Martino di Genova e Rocco Marzo, 54 anni, in un letto delle Molinette, dove alle 13, sanitari e personale amministrativo si sono ritrovati nel cortile per un minuto di silenzio.


Audio, video E foto

http://www.corriere.it/cronache/07_...3ba99c53b.shtml

http://tv.repubblica.it/home_page.p...r&cont_id=15195

http://tv.repubblica.it/home_page.p...r&cont_id=15095



Per la sicurezza sul lavoro


Mai più morti bianche. Chiediamo al governo, alla Confindustria, a tutti gli imprenditori un impegno immediato su legislazione e applicazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. Non è più il tempo delle parole.

Firmate l'appello: "Basta"

Last edited by breunzo : 12-10-2007 at 03:29 PM.


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