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![]() L'evasione nuoce agli onesti, ma le tasse giovano ai ladriL'EVASIONE NUOCE AGLI ONESTI, MA LE TASSE GIOVANO AI LADRI Di Marco Della Luna - scittore del Libro "Euroschiavi"
Il Col. Dino Pagliari, Comandante provinciale delle Fiamme Oro, nella sua intervista pubblicata su La Cronaca del 6 Luglio, denuncia innanzitutto la natura culturale del problema dell'evasione fiscale: un circolo vizioso di furbizia e sfiducia, tipico della mentalità italiana. In un paese in cui si sa che tutti o quasi, di fatto, violano le regole (evadono le tasse), a cominciare da chi è alla guida delle istituzioni, come mostra il celebre libro La Casta di Stella e Rizzi, è semplicemente logico violarle per non restare svantaggiati e pagare anche per gli altri. Tanto più che, essendo un po' tutti a violarle, è improbabile essere puniti. Una logica insuperabile. Come sottolinea giustamente il Col. Pagliari, è un circolo vizioso, anzi un vortice vizioso: chi la fa, l'aspetta; ma chi l'aspetta, cerca di farla per primo! Da queste corrette premesse deriva una prognosi di sfascio irreversibile. Primo punto: quel circolo vizioso non riguarda solo gli obblighi fiscali, ma tutte le regole, giuridiche e organizzative. Ossia, la popolazione e la Casta che la governa non credono nelle norme in generale, non si aspettano che vengano rispettate, e non le rispettano. Dato che il rispetto delle norme è l'essenza di ogni organizzazione, gli Italiani non riescono a organizzarsi, a costruire un sistema-paese efficiente, perché ciascuno o ciascun gruppetto si fa gli affari suoi e cerca di fregare gli altri approfittando del potere o delle risorse che si ritrova. Mordi e fuggi. Di fatto, il sistema-paese non funziona o funziona molto male. Così, un corpo in cui le singole cellule si mettessero a comportarsi in modo non coordinato, ciascuna a suo talento: sarebbe non un organismo vitale e competitivo, ma un organismo malato di cancro. Gli italiani non riescono a creare forme organizzative complesse ed efficienti, in grado di reggere la concorrenza globale, perchè vivono (quasi tutti) secondo quella mentalità e la legge del Menga. Questo significa che il sistema paese Italia è e sempre più sarà perdente, in un mondo che richiede sempre più alte forme di organizzazione e specializzazione, organismi con un numero sempre crescente di "cellule" sempre più specializzate. Gli italiani riescono ad organizzarsi efficacemente solo a livello rudimentale, in organismi centrati su scopi elementari e mai di lungo termine: le società commerciali, le corporazioni, le cosche mafiose, i comitati d'affari, i vertici dei partiti politici. Forme equivalenti, in termini biologici, a quelle di vermi composti da poche centinaia di cellule. Si può uscire da questa situazione? Si è mai visto nella storia un popolo, che dopo aver perso la fiducia nelle regole e nei valori, sia riuscito a recuperarla? No. Secondo punto: premesso che tasse e contributi per i dipendenti costituiscono per le imprese un fattore di costo di produzione (ossia, quanto più l'imprenditore deve pagare di tasse e contributi per produrre, tanto più aumenta il costo che deve sostenere per produrre), per molte imprese evadere il fisco è la condizione oggettiva per restare competitive con la concorrenza (soprattutto di paesi con tasse e contributi minimi), per poter restare sul mercato, per non chiudere, per non licenziare. Se venissero costrette a pagare tutte le tasse e i contributi, dovrebbero o cessare l'attività (e magari trasferirsi all'estero) oppure (potendo) scaricare sui loro prodotti il maggior costo di produzione, aumentando i prezzi. Entrambe le soluzioni sono dannose per la collettività. Quindi è semplicistico, demagogico e illusorio dire che sia desiderabile costringere tutti a pagare le tasse. È uno slogan che non tiene conto delle conseguenze. E che dire di quei milioni di italiani che hanno un primo o secondo lavoro in nero? Se il loro lavoro fosse costretto a emergere, costerebbe di più, quindi probabilmente finirebbe. E per quale ragione logica o etica o economica un giovane lavoratore dovrebbe pagare i contributi pensionistici, dato che, per ben che vada, quando andrà in pensione potrà recuperarne solo la metà, dato che la Casta, per ragioni clientelari, ha concesso pensioni a milioni di persone che non avevano versato o avevano versato poco, per non dire dei falsi invalidi? Terzo punto: affermare che la popolazione avrebbe vantaggio se non ci fosse evasione, presuppone che i soldi delle tasse siano usati meglio, per gli interessi della collettività, dallo Stato italiano che dai contribuenti. Ma, per gli interessi della collettività, chi usa meglio i soldi: il piccolo imprenditore che li usa per far andare avanti la sua azienda, per mantenere i posti di lavoro, per competere con la concorrenza cinese, rumena, marocchina; oppure la Casta (lo Stato, la Pubblica Amministrazione)? In mano a chi dei due i soldi sono più produttivi? Chi li usa meglio? La Casta li usa perlopiù per la spesa corrente dell'apparato amministrativo più costoso e inefficiente d'Europa, per aumentarsi gli stipendi, per le sue auto blu (18 euromiliardi l'anno), etc.: il libro di Stella e Rizzo non lascia dubbi. La piccola e piccolissima imprenditoria e il lavoro autonomo sono, al contrario, la struttura portante dell'economia nazionale e del lavoro reale. Quarto punto: non è vero che se pagassero tutti le tasse, la pressione fiscale potrebbe scendere. Sarebbe vero, se il fabbisogno dello Stato fosse determinato oggettivamente e onestamente. Ma non è così: esso è in buona parte creato ad arte, per scopi precisi. La Casta tende a prelevare in tasse il massimo possibile, e sempre di più, perché usa i soldi delle tasse per arricchire se stessa e per comperarsi il consenso elett****e; gran parte della spesa pubblica è inutile o sprecata. Le tasse che noi paghiamo, in buona parte, sono usate per fini illegittimi. A cominciare da quei circa 90 miliardi l'anno che lo Stato regala agli azionisti privati (in buona parte stranieri) della Banca d'Italia per quei pezzi di carta stampata che sono le banconote e per i relativi interessi sul debito pubblico. Basterebbe una bella revisione dei bilanci della Banca d'Italia e dello Stato, che riflettesse la realtà economica togliendo di mezzo i criteri contabili fasulli che lo Stato concede alle banche, per raddrizzare finanziariamente le cose. Quinto punto: la Casta aumenta quanto può la pressione fiscale, indipendentemente dai bisogni oggettivi, anche perché quanto più toglie alla gente e alle imprese, tanto più rende la gente e le imprese dipendenti dalla redistribuzione (incentivi, sussidi, assistenza, etc.), cioè dalla benevolenza della Casta stessa. Quindi rende l'una e le altre più obbedienti e sottomesse a sé stessa. Meno capaci di ribellarsi. La Casta riesce a mantenersi al potere nonostante sia tanto palesemente e notoriamente inefficiente e corrotta, proprio perché ha grandi quantità di soldi dei contribuenti da usare per comperarsi voti e supporti anche mediatici. Grazie a questi soldi, quindi, riesce a vanificare i meccanismi (teorici) della democrazia rappresentativa e a restare fissa al potere. È questa l'implicazione principale del libro di Stella e Rizzi: la Casta è il fallimento della democrazia rappresentativa perché legifera e governa in rappresentanza dei suoi propri interessi e a spese del popolo, anziché legiferare e governare per il popolo elettore. Sesto punto: se la Casta che impone e raccoglie le tasse non rappresenta il popolo e non è possibile sostituirla perché essa si compera i sostegni grazie ai soldi delle tasse di cui dispone e alle leggi elett****i che essa vota a proprio beneficio, allora, in base il principio fondamentale "niente rappresentanza, niente tassazione", le tasse sono illegittime. Anzi, poiché la Casta ha vanificato il principio della rappresentanza democratica, che è alla base della legittimazione del potere politico, in Italia il potere politico stesso, in base ai principi della nostra Costituzione, è delegittimato. Si potrebbe continuare, ma è ora di trarre le conclusioni: i mezzi elett****i e i mezzi giudiziari hanno fallito, la Casta rimane dov'è, a rubare e distruggere risorse prodotte dal lavoro dei cittadini. I Francesi avevano una Casta, nota come Ancien Régime, che, come la nostra, divorava e distruggeva risorse, gonfiando il debito pubblico e opprimendo la nazione. L'aveva portata alla bancarotta, allo sfascio, all'inefficienza. E i Francesi se la sono tolta dalle spese con la Rivoluzione. Sono insorti, e il colonnello delle guardie regie, al momento giusto, alle Tuileries, non ha fatto sparare sul popolo, ma contro il Palazzo delle tasse e dei debiti. Però gli Italiani non sono i Francesi. Non ne hanno il coraggio, il senso di dignità, di libertà. Non hanno la fiducia nelle regole e la capacità di organizzarsi, necessarie per organizzare una rivoluzione. Non sono nemmeno una nazione unica. L'unica via d'uscita da questa situazione, che sia a loro disposizione, e che del resto stanno tornando a praticare, è l'emigrazione verso sistemi-paese più efficienti e più sani. Non stupiamoci che, in questa fase di declino, la "grande" politica della Casta consista, a parte dalla tassazione, nel privatizzare monopoli di servizi e beni pubblici essenziali (per estorcerci con le tariffe monopolistiche quanto non ci sottraggono col fisco), e nel privatizzare e vendere al capitale straniero le imprese e i mercati strategici (chimica, cantieristica, grande distribuzione, autostrade...). E grandi pezzi della Banca d'Italia. Non stupiamoci che l'azienda Italia segua le sorti delle grandi aziende in crisi che non riescono a risanarsi da sé, e che vengono quindi rilevate, a pezzi, dalla concorrenza. Non perdiamo tempo a stupirci o in altre cose inutili Perché gli ultimi ad andarsene saranno quelli che alloggeranno peggio. Già 120 miliardi di Euro sono scappati dall'Italia, nel primo anno del Governo Prodi. fonte |
#2
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![]() Quote:
Monumentale, strepitosissimo (anche strepitoserrimo), magnifico SPACCATO dell'Italia, ma anche la dimostrazione vivente qualcuno si è SPACCATO I C....ONI di essere preso per il ( | ) (qualcuno mi presti gli emoticons |
#3
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![]() Io non condivido anzi lo trovo contradditorio in certe fasi come quando nel punto 6 dice che popolo e l'industria obbediscono perchè comprati con l'assistenzialismo mentre prima affermava che nessuno rispetta le regole.
I metodi coercitivi funzionano sempre e obbligare tutti a pagare è l'unico modo per uscire dalla melma nella quale siamo. Secondo me l'autore è un perdente schiavo di se stesso perchè non ha il coraggio di credere in un mondo migliore e preferisce restare schiavo delle non regole. Non si può cambiare se non si crede di poter cambiare. Gli sprechi esistono ma eliminandoli non si recupererebbero abbastanza soldi per bilanciare i conti dello stato. Serve il recupero delle tasse evase ecc. Gli Italiani lavorano in Nero perchè non trovano di meglio. Gli industriali e i ricchi non pagano le tasse per taccagneria. Lo dimostra il fatto che chi si rifornisce dai cinesi non vede poi a rezzi più bassi rispetto a chi dai cinesi non ci và e si intasca tutta la differenza di maggior guadagno! Altra dimostrazione stà nel fatto che evadono anche quelli con elevato reddito Potrei continuare ma sarei troppo prolisso,magari lo faccio un altra volta. Ribadisco pieno e necessario sostegno agli studi di settore e alla non ricandidabilità dei politici indagati come proposto da Di Pietro. La gente non ha bisogno di fare la rivoluzionne che non sempre porta bene: quella francese portò al terrorismo di Robespierre e quella Bolscevca al totalitarismo comnista di Stalin...ed anche quiì potrei continuare a lungo con gli esempi. Non è violando le regole che si impongono le regole! Ma usandole e trovando tutti i cavilli a proprio vantaggio come fanno gli avvocati di Berlusconi in tribunale!!! Last edited by Malcom1875 : 07-18-2007 at 09:12 PM. |
#4
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![]() Quote:
Prima di parlare del "autore" sciaquati la bocca, perchè il signore in questione rischia di suo per ciò che pubblica e per cui dà lo spunto a chi come te dovrebbe ribellarsi, ma da buon schiavo si adegua ai dettami della "falsa" sinistra. Quote:
Questo denota che non hai capito una emerita mazza del suo discorso. ![]() Quote:
Bravo, una rivoluzione no, ma un'insurrezione sì, ma fino a quando non si smette di parlare per partito preso e pensare con la propria testa senza condizionamenti forse si capirà che non esistono poteri buoni che penseranno al tuo bene. "Democrazia" (potere del popolo), non ca**ate. |
#5
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![]() Intanto non dirmi "sciacquati la bocca" stai un pò calmino,io mica ero aggressivo.
Secondo insorgere mi stà benissimo,è sono il primo a promuovere se posso iniziative popolari,ma non posso accettare che qualcuno mi dica che obbligare tutti a pagare le tasse non serve! Bisogna insorgere per:
Last edited by Malcom1875 : 07-19-2007 at 12:12 AM. |
#6
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![]() Ma allora hai capito che chi ha scritto l'articolo diceva che alle "condizioni attuali" non c'è da sorprendersi che le tasse le pagano in pochi o comunque in meno?
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#7
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![]() Si quello l'ho capito ma mi da fastiso che si dica che obbligare tutti a pagarle non serve. Si deve fare punto è basta perchèè giusto così.
Poi io ho sempre avuto l'impressione che fosse il Governo ad obbedire a Confindustria e non il contrario. Mentre il popolo si è fatto sempre infinocchiare un pò dalla chiesa un pò da Berlusconi. Last edited by Malcom1875 : 07-18-2007 at 09:51 PM. |
#8
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![]() Quote:
....e ora da Prodi. ![]() e sai perchè? L'altra notte da Marzullo (l'ho visto per sbaglio davvero ![]() ![]() |
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Ahhh è anche Bertinotti è perso per sempre... ![]() |
#10
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Eh sì, l'han visto servire ai tavoli nella mensa di una banca... credo fosse la Goldman Sachs... ![]() |