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![]() Mancini è teso e arrabbiato nella conferenza stampa che precede la sfida interna dell'Inter contro il Catania. Oltre alle preoccupazioni portate dall'avversaria siciliana e dal numero di impegni in calendario nelle prossime settimane, il tecnico nerazzurro se l'è presa con il ct francese Raymond Domenech che ha spremuto Vieira contro Italia e Scozia, costringendo il centrocampista a dare il forfait per il weekend di Serie A e per la sfida di mercoledì in Champions contro il Fenerbahce.Proprio la trasferta turca è probabilmente il primo pensiero nell'ambiente nerazzurro; la formazione anti-Catania, infatti, sarà più che mai rimaneggiata con gli inserimenti di Solari e Cesar, mentre la coppia d'attacco dovrebbe essere quella formata dagli argentini Crespo e Cruz, con Adriano finalmente capace di meritarsi uno spazio almeno in panchina.Il Catania vuole approfittare di un'Inter potenzialmente deconcentrata e la squadra di Baldini (ancora squalificato per il calcio a Di Carlo) si presenta al Meazza con un centrocampo foltissimo in cui Mascara avrà il compito di fare da tramite con l'unica punta Spinesi.
Eurosport |
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Per me dovevano pensare di prendere un altra punta quest'estate..non è una critica per Gilardino che ieri è stato sfortunato ma, in assenza di Ronaldo e in attesa di Pato, lui e Inzaghi assieme sono incompatibili!!! E poi do ragione a Zibibbo, basta sempre con sto albero di natale timoroso, mettiamo ste 2 punte, almeno quando non gioca Kakà! |
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![]() Anch'io sono del parere che al Milan serva un'altra punta assolutamente...Gilardino non riesce a sostenere l'attacco da solo...
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ieri ho visto la partita e secondo me vi è mancata la spinta sulle fasce....favalli e cafu non hanno spinto a sufficienza...anche se devo dire che quest'anno non ci sono squadre materasso...è difficile vincere qualsisasi partita ,a differenza dell'anno passato ![]() ![]() |
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esatto, manco un cross pulito è venuto dalle fasce, il Gila quasi mai servito, Inzaghi si è mosso di più ma nessuno lo ha innescato come vuole lui...le occasioni maggiori (a parte quei 5 minuti iniziali) sono venute da palle ferme, il gioco stagnava a centrocampo però è anche vero che è difficile giocare contro una squadra che si barrica tuta in difesa, ci vuole qualcuno che salti l'uomo e crei pericolosità e ieri il buon Seedorf non era in gran spolvero (forse già con la testa e le gambe alla partita di Champions) e Gourcouff continuava a gigioneggiare...la mancanza di Pirlo e Kakà si è sentita, eccome!! |
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|||
![]() squalificatiIl giudice sportivo della Lega Calcio, Gianpaolo Tosel, ha comunicato le proprie decisioni in merito alla terza giornata di serie A. Due turni di squalifica, e una multa di 1.500 euro, sono stati inflitti al difensore della Reggina Carlos Valdez, per l'espulsione nella gara contro la Roma e la trattenuta della maglia all'arbitro. Un turno, invece, e' stato inflitto a Juse Luiz Vidigal del Livorno e Inva Juric del Genoa, entrambi con multa di 5.000 euro per non aver abbandonato il recinto di gioco dopo il cartellino. Una giornata di stop, senza multe, anche a Morris Carrozzieri dell'Atalanta e Mario Frick del Siena. (Agr)
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![]() intervista a MaldiniUn mese per rivederlo in campo, un’ora per parlare di tutto, un minuto per rimproverare i tifosi. Paolo Maldini è già tornato.
Maldini, quando giocherà? "Tra un mese. Nella seconda metà di ottobre sarò a disposizione di Ancelotti. Il professor Martens dovrebbe visitarmi all’inizio del mese. Se darà l’ok definitivo, potrò accelerare. Ma già da venti giorni sto lavorando intensamente: mi manca solo il campo". Quante volte alla settimana pensa che questa è la sua ultima stagione? "Abbastanza spesso. Non giocando, ho più occasioni per pensare... In effetti è una situazione strana: da un lato so che è meglio fare le cose con calma; dall’altro lato, però, il tempo passa e comincia a mancarmi". Che aspettative ha? "Voglio essere sempre disponibile, senza scegliere le partite da giocare. Mi aspetto una stagione normale per chiudere come avevo sempre desiderato". Secondo Ancelotti, però, i giocatori meno giovani devono capire che conta più la qualità delle loro partite rispetto alla quantità. "Ognuno di noi vuole giocare sempre, e in particolare le partite più belle. La scelta, ovviamente, spetta all’allenatore. Il rapporto tra me e Ancelotti è molto buono, ci parliamo spesso". Quanto può essere difficile per lui lasciarla in panchina per scelta tecnica? "È già successo due volte l’anno scorso: contro l’Inter e il Palermo. Immagino che per Ancelotti possa essere una scelta difficile, ma quello è il suo ruolo". Come le sembra il Milan? "Migliore dell’anno scorso, più sicuro. Crescerà ancora con il recupero di Ronaldo e Serginho e con l’inserimento di Pato". L’indubbia vocazione europea non ha anche una motivazione tecnica? Il Milan sembra costruito per le partite secche. "Più che una questione tecnica farei un discorso di motivazioni: nelle gare importanti diamo il 100% e siamo quasi imbattibili. Poi in Europa gli avversari si chiudono di meno e questo ci avvantaggia". I campioni del Milan danno il massimo solo nelle grandi occasioni? "No. Il campione, quando è campione vero, trova sempre gli stimoli. Questa è la differenza. E al Milan non c’è questo problema: infatti io ho vinto 7 scudetti. E’ orribile trovarsi a gennaio senza poter inseguire lo scudetto. Vedrete che lotteremo fino alla fine con Inter e Roma". Se alzasse la coppa del Mondiale per club a Tokyo, potrebbe anticipare il ritiro per chiudere con quell’immagine? "No. Per me la Champions League è molto più importante del Mondiale per club". Tra qualche anno potrà dire di aver giocato con o contro Maradona, Platini, Van Basten, Zidane, Shevchenko, Kakà. Pato meriterà un giorno di far parte di un elenco così prestigioso? "È presto per dirlo. Ma ha potenzialità tecniche e fisiche notevoli. Adesso sembra un acquisto costoso, ma credo che si rivelerà un investimento intelligente". Contro il Benfica, per l’ennesima volta, i tifosi del Milan non hanno intonato cori per la squadra. E’ dispiaciuto? "Di più: sono molto arrabbiato, come i miei compagni. Dopo tutto quello che abbiamo dato, fatto e vinto, meritiamo un trattamento diverso. Quest’atteggiamento è iniziato nel derby di ritorno dell’anno scorso. Con un aiuto da parte della nostra curva, non avremmo perso quella partita". Perché accade? "Difficile dirlo. Ci sono motivazioni economiche, giochi di potere. Ma se sono queste le ragioni per andare allo stadio, non so più che cosa pensare. Comunque non è solo la curva a non sostenerci: anche i tifosi degli altri settori se ne stanno zitti. Io credo che quando si canta "Abbiamo il Milan nel cuore", poi bisogna dimostrarlo. Ormai noi giochiamo in trasferta o in campo neutro: mai davvero in casa. Non mi sembra logico, e la squadra non ci sta più". Ci sono anche le manifestazioni di dissenso nei confronti di Dida e Gilardino. "Un’altra cosa che non comprendo. I fischi ci sono sempre stati, ma qui si sta andando oltre. A San Siro si sentono applausi ironici per Dida quando blocca una palla facile. Ma quello è il portiere della finale di Manchester, è un campione d’Europa come Gilardino. San Siro è sempre stato magico: adesso stiamo perdendo questa magia". Il calcio italiano resta prigioniero di beghe politiche e giochi di potere. Lo scandalo di un anno fa è stata un’occasione sprecata? "È difficile rimpiazzare i dirigenti sportivi: non c’è stato un ricambio generazionale. Andrebbero coinvolti di più gli ex atleti". Se Platini la chiamasse all’Uefa, ci andrebbe? "In passato sono stato critico con lui, adesso mi piace di più. Dovrà sfruttare il potere per imporre la sua idea di calcio. Secondo me è giusta la partecipazione alla Champions dei campioni dei Paesi minori. Bisogna però capire che ruolo avranno nella sua gestione gli interessi economici". Pallone d’oro: Kakà o Pirlo? "Ricky l’anno scorso è stato incredibile; Andrea nella sua normalità lo è tutti i giorni. Kakà è favorito perché negli highlights in tutta Europa è più facile vedere i gol che i lanci o il lavoro del regista". O le scivolate e i salvataggi dei difensori... Vero, Maldini? "Vero, ma quello è il passato. Non ci penso più". Ma nell’economia del gioco del Milan è più importante Kakà o Pirlo? "Risposta quasi impossibile: risolvono le partite in due modi diversi". In Italia non ci sono più difensori bravi: problema generazionale o di scuola? "Di scuola. Ma è un problema mondiale, non solo italiano. Forse non si insegna più a marcare, a fare certi movimenti". Sta studiando il modo in cui Costacurta gestisce l’inizio della seconda vita? "Sì, ma Billy è sempre nel suo ambiente. L’unica differenza è che all’allenamento mette la maglia rossa e non quella bianca. Questa per lui è una stagione di apprendistato". La Nazionale è davvero diventata un problema? "Per chi ha o ha avuto problemi fisici, sì. Si gioca troppo, non c’è niente da fare". Però lei fino a 34 anni giocava sempre nel Milan e in azzurro. "Perché fino a quell’età non avevo mai avuto infortuni. Se fossi andato avanti ancora, non ce l’avrei più fatta". Suo figlio Christian, che gioca negli Esordienti, cresce bene? "È tranquillo, non sente la pressione. Fa il terzino sinistro: strano eh?". Paolo, ha già pensato alla sua ultima partita? "Sì, sarà a Mosca: la finale di Champions". Quello è un sogno, non un programma già definito. "Vero, ma è l’unica cosa a cui ho pensato". Il Milan ritirerà la maglia numero 3? "Così mi ha detto Galliani. E mi farebbe molto piacere". E tra un anno cosa farà? "Non è ancora deciso. Ma tra febbraio e marzo deciderò insieme alla società". Quindi resterà nel Milan. "Questa è l'idea". gazzetta |
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![]() Sul tifo sono in parte d'accordo, anche se poteva per lo meno ringraziare gli altri settori dato che senza acquisti abbiamo raggiunto quota 45 mila abbonati...
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Sull'atteggiamento di una parte dei tifosi e sulla preoccupazione di Paolo Maldini, Ancelotti si schiera ovviamente dalla parte del capitano: "Paolo ha parlato molto bene, è importante giocare in uno stadio in cui i tifosi siano con la squadra, non c'è niente di più da aggiungere a quello che ha detto ieri. Poi spiace che qualche giocatore venga fischiato quando ha bisogno esattamente del contrario. Mi auguro che tutta la squadra e tutti i giocatori siano incitati nella maniera giusta. E mi auguro che già da domani lo stadio possa essere il solito stadio". |
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![]() Roma-Juventus è la sfida tra la squadra più in forma del momento e una ancora non consapevole della propria forza. È la partita rovesciata, in cui per una volta la formazione giallorossa ruba a quella bianconera i panni di grande favorita, ma anche la sfida tra i due capitani numeri 10, Totti contro Del Piero. È il confronto tra un gruppo che gioca a memoria, in cui i nuovi innesti del mercato estivo (Juan, Giuly) hanno già fatto faville, e l'altro che deve ancora trovare il gioco, vince grazie alla grinta e alla determinazione del suoi campioni e fino ad ora non ha ancora avuto riscontri positivi dai alcuni nuovi acquisti importanti (Tiago, Andrade e Grygera).
REPARTI DA PRIMATO - Ma Roma-Juve è anche la sfida tra la difesa meno battuta del campionato (0 gol subìti da Doni nelle prime tre giornate, nessuna al passivo in 5 gare ufficiali) e l'attacco più prolifico della serie A (8 reti messe a segno da Trezeguet e compagni). Una gara che promette scintille, Ranieri dovrebbe affidarsi alla coppia supercollaudata Del Piero-Trezeguet (anche se negli ultimi giorni il tecnico bianconero ha provato il capitano insieme a Iaquinta) per tentare l'assalto al fortino giallorosso. Panucci ha ritrovato la Nazionale ma non è al 100%: ce la metterà tutta per essere in campo dal primo minuto contro i bianconeri, se non dovesse farcela è pronto Cassetti. In mezzo dovrebbero giocare Mexes (che ha un conto in sospeso con Pavel Nedved dalla gara di precampionato vinta dai bianconeri 5-2) e Juan, ormai padrone della difesa e capace di non far rimpiangere Chivu. Sulla sinistra dovrebbe giocare Tonetto. La Juve è in emergenza, dopo lo stop di Camoranesi rischia anche di dover fare a meno di Almiron (oggi in allenamento si è fermato per un risentimento alla coscia sinistra), in caso di forfait ci sarà Nocerino in coppia con Zanetti. Del Piero (bestia nera della Roma con 9 gol messi a segno in carriera) partirà dal primo minuto ed accanto a lui Trezeguet e Iaquinta si giocano l'altra maglia: Ranieri potrebbe puntare sull'affiatamento tra Ale e David oppure, vista l'assenza dei cross di Camoranesi, rinunciare a sorpresa al centravanti francese per Iaquinta. gazzetta |