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Dal corriere.it

I segnali che arrivano dalla Covisoc sono drammatici, al punto che lasciano intendere che per il Torino (fra l’altro il bilancio non risulta approvato) le speranze di sopravvivere sono azzerate.
La ragione è semplice: la società granata non ha corrisposto entro il 30 giugno, cioè nel termine “perentorio” indicato dalle carte federali i 35 milioni di debiti nei confronti dell’Erario (Irpef ed Enpals). Anche nel caso in cui Cimminelli sia in grado di presentare una nuova fideiussione di 18 milioni di euro al posto di quella falsa, resterebbe uno scoperto di poco meno di 17 milioni sul quale non è stato avviato alcun tentativo di accordo con l’Agenzia delle Entrate. Da questo punto di vista i termini sono ampiamente scaduti e ogni paragone con la Lazio risulta improprio. Dopo quanto capitato al Napoli un anno fa, fare sconti alla società granata significherebbe dar vita ad una raffica di ricorsi contro la Figc, da parte di chi si sentirebbe danneggiato. La mobilitazione granata appare quantomeno tardiva: forse sarebbe più opportuno che le autorità politiche si attivassero per trovare un azionista alternativo a Cimminelli, in modo da ripartire con il Torino in serie B, attraverso il Lodo Petrucci.