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Dunque alla fine il tanto temuto sorpasso è arrivato e per la prima volta la rete Internet ha superato i media tradizionali.

E' infatti notizia dell'altro giorno che un'inchiesta commissionata da Google ha stabilito che un suddito britannico in media passa 164 minuti al giorno intento nella navigazione online, mentre la tv è scesa a 148 minuti ed i motivi vanno ricercati dalla diffusione della banda larga nel paese d'oltre manica, dove ormai ha raggiunto tutti gli uffici, i posti di lavoro e quasi tutte le case degli inglesi.

Ogni famiglia inglese oggi spende all'incirca 400 sterline all'anno per effettuare acquisti on-line, non solo per beni di lusso, ma anche per generi di prima necessità.

Ma ormai in tutto il mondo la Rete Internet è destinata ad essere più popolare e sempre più canali vengono trasmessi in DVB e DVB-H, e nascono sempre più TV on-line che mandano i loro programmi in streaming grazie alla Rete. Questo già in USA sta provocando una profonda crisi dei più grandi network televisivi con i palisesti tradizionali, in quanto la rete internet già permette la trasmissione di Audio-Video di buona qualità.

E l'Italia?

Ovviamente nel nostro paese i minuti trascorsi davanti agli show quotidiani sono la stragrande maggioranza risapetto alla rete Internet, anche se c'è da riconoscere che in questi ultimi anni ha conosciuto un notevole incremento nell'uso delle nuove tecnologie, pur rimanendo fanalino di coda rispetto ai grandi Paesi europei, tra l'altro con un ampio ritardo nell'uso del digitale.

E come si regolerà invece la pubblicità in questo futuro in rete?

il sistema "on demand" permetterà prima di tutto allo spettatore una fruizione non più passiva, come al contrario nella tv di oggi, ma attiva. E questa possibilità di guardare solo volontariamente uno spot pubblicitario, renderà di più per le grandi agenzie pubblicitarie in termini di perusasione di quanto rendano gli spot imposti ogni giorno sulle reti tradizionali. E se per ora la pubblicità su internet riguarda solo un 3% degli investimenti mondiali, i ritmi di crescita sono comunque impressionanti e destinati a salire sempre di più.

Valerio Pieroni, Redazione Osservatorio delle ICT
fonte: e-margherita.it