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Rai e Utenti all'estero qualcosa si muoveFonte: digital-sat
Da ormai molti anni sul nostro forum (e non solo) si dibatte animatamente del problema dei programmi che la RAI codifica sui propri canali satellitari. Come noto infatti i canali RAI sono visibili gratuitamente via satellite e questo consente a tanti abbonati italiani, domiciliati all'estero o in Italia ma in zone (ancora numerose) ove sono presenti seri problemi di ricezione del segnale terrestre (analogico e ancor più digitale), di poter usufruire legalmente del servizio televisivo pubblico per cui pagano il canone. Ci sono però programmi per cui la RAI acquista i diritti solo per il territorio nazionale e che è quindi costretta a codificare nelle trasmissioni via satellite, ricevibili in tutta Europa e oltre. Queste trasmissioni sono in genere, guarda caso, quelle che riscuotono maggiore successo e interesse: eventi sportivi in diretta, film in prima visione, cartoon Disney. Per poter accedere a questi eventi sulla piattaforma satellitare gli abbonati RAI devono sottoscrivere un abbonamento alla pay tv satellitare italiana Sky Italia, così come previsto da un accordo intervenuto tra RAI e Sky. Per gli abbonati alla RAI che non siano abbonati anche a Sky non c'è invece via d'uscita: si tratta di fatto di abbonati di serie B. Il problema è peraltro presente anche negli altri paesi europei che l'hanno risolto o utilizzando un segnale (beam) satellitare strettamente puntato sul paese interessato (la BBC in Gran Bretagna) o fornendo agli abbonati a modico prezzo una card ufficiale che possa mettere in chiaro i canali dell'emittente pubblica (SRG in Svizzera) o, più semplicemente, trasmettendo comunque in chiaro anche via satellite tali programmi (ARD/ZDF in Germania, France Television in Francia). Ora però qualcosa sembra muoversi anche in Italia. Il mese scorso infatti tre deputati del gruppo dei Verdi hanno presentato in IX Commissione alla Camera dei Deputati una risoluzione (che riportiamo di seguito) che impegna il Governo ad affrontare la questione e "a contrastare quella che appare una palese violazione delle leggi comunitarie e nazionali". La risoluzione era stata fissata all'ordine del giorno del 10 ottobre ma non è stata trattata: il suo iter risulta ancora in corso. Ovviamente nessun accenno all'analogo problema delle reti Mediaset che, essendo private, non hanno gli stessi obblighi che la concessionaria pubblica ha verso i suoi abbonati. Risoluzione in Commissione 7-00060 presentata da ANGELO BONELLI mercoledì 11 ottobre 2006 nella seduta n.051 La IX Commissione premesso che, sembra che i programmi della Rai, in particolar modo quelli relativi alle manifestazioni sportive, siamo regolarmente criptati (anche se, allo stato attuale, sarebbe più corretto dire «oscurati») in Europa, In tal modo si esclude che soprattutto gli italiani all'estero possano goderne provocando disagio e malcontento più volte segnalato anche dal corrispondente Rai a Bruxelles alla dirigenza della Rai; la questione di cui trattasi è da ricondurre ai diritti d'autore ed in tal senso è risaputo che alcuni programmi (film, gare di Formula 1, partite di calcio e quant'altro) vengono criptati perché la Rai non paga i diritti per la loro diffusione oltre il territorio nazionale; in conseguenza di tali fatti, su richiesta dei titolari dei diritti internazionali, l'azienda radiotelevisiva italiana è obbligata a criptare (sia per la ricezione satellitare sia per quella via cavo) il segnale in partenza; risulterebbe che alcune compagnie televisive estere, come la Codetel in Belgio, abbiano già iniziato a oscurare le manifestazioni sportive trasmesse da Rai 1, nonostante che, da quanto sembrerebbe, i clienti di origine italiana abbiano acquistato un pacchetto comprendente anche la programmazione Rai e che tali compagnie chiedano ai loro abbonati un supplemento pecuniario per assistere alle partite di calcio; frequentemente si discute sull'importanza della promozione e diffusione della lingua e della cultura italiane all'estero, della grande ricchezza che rappresentano gli italiani, nel mondo in quanto ambasciatori del made in Italy, della libera circolazione del pensiero e così via, sarebbe pertanto auspicabile che tali principi, in tutte le sedi in cui ne ricorrano le circostanze, fossero adeguatamente difesi, sostenuti e sviluppati; impegna il Governo, ad adottare le opportune iniziative per accertare la reale entità delle problematiche esposte in premessa ed a contrastare quella che appare una palese violazione delle leggi comunitarie e nazionali. (7-00060) «Bonelli, Lion, Cassola» |
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