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Folena: Musica e Film basta con la repressioneRoma - L'attuale normativa sul diritto d'autore va modificata, la SIAE così com'è non va, e va riformata, e l'equo compenso va ridimensionato se non eliminato. Si potrebbero sintetizzare così alcune delle dichiarazioni del presidente della Commissione Cultura Pietro Folena che in una intervista a La Stampa spiega di aver proposto una riforma del diritto d'autore.
Folena, che si dice per una "depenalizzazione assoluta" del download di musica e film per uso personale (attività che già oggi peraltro non ricadono nel penale), ritiene che non vi sia un conflitto con la posizione di Rutelli che di recente si è detto favorevole a mantenere il penale per gli abusi via P2P, laddove per abusi si intende, evidentemente, la condivisione di opere protette, ossia la messa a disposizione e non il semplice download. "Qualche tempo fa - spiega - ad un convegno sui media digitali promosso dalla Sinistra Europea, abbiamo proposto un tavolo comune con gli operatori del settore per rivedere il diritto d'autore; Rutelli era presente, e si è detto disponibile a valutare la modifica di certe norme". Il presidente della Commissione cultura, certo non nuovo ad interventi sul diritto d'autore, teme che se si mantiene una posizione risolutamente repressiva si aprano le porte a "controlli che violano in maniera gravissima la libertà personale. Istituzioni, banche e gruppi di interesse privati conoscerebbero nei minimi dettagli tutto ciò che facciamo, e sarebbe una violazione enorme della privacy". Non risparmia neanche la SIAE, Folena, che non vorrebbe abolirla ma che andrebbe riformata nell'ottica di una nuova "nozione di proprietà intellettuale". "Se fosse per quella attuale - dice - non esisterebbe nemmeno la Bibbia. Il rischio di un eccesso di protezionismo è che venga meno la libera circolazione della cultura". E, dopo aver dato una stoccata al cosiddetto equo compenso, il cui effetto finora "è stato far chiudere le aziende italiane che producono supporti vergini", Folena disegna quello che potrebbe essere il nuovo diritto d'autore. "Immagino - spiega - due circuiti paralleli. Uno in cui l'autore invia la propria opera ad una sede istituzionale, per registrarla e tutelarne la paternità creativa in modo del tutto gratuito. Posso immaginare poi locali pubblici che non pagherebbero nulla alla Siae, perché vi si ascolterebbe solo musica gestita con licenze Creative Commons, quindi essenzialmente questi artisti. L'altro circuito passa invece per una Società degli Autori ed Editori riveduta e corretta, che potrebbe gestire il settore profit". Fonte: Punto-Informatico |
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