Sgt.Pepper compie 40 anni!!
Il 1º giugno del 1967 il celebre quartetto di Liverpool diffuse nel mondo una musica nuova: da quel momento diventava possibile sperimentare i suoni e cercare inediti percorsi creativi
Un’opera fortemente innovativa che liberava il pop Fu Ringo Starr, probabilmente, ad avere per primo la percezione, magari un po’ confusa, che qualcosa in quei giorni stava cambiando. Per i Beatles e per la musica del tempo. «Dal momento in cui provammo le famose divise colorate per la copertina del disco, a metà lavorazione dello stesso ebbi la sensazione che stavamo per imbarcarci in qualcosa di bello, di importante, forse più grande di noi». Il batterista aveva ragione da vendere. Anche perchè, «Sergeant’s Pepper Lonely Hearts Club Band», il disco dei Fab Four uscito esattamente quaranta anni fa in Inghilterra, il 1 giugno 1967, e il giorno dopo negli Stati Uniti, la musica la cambiò davvero.
Nulla dopo quella data fu uguale a prima. Una vera rivoluzione sonora, compositiva e promozionale. Per la prima volta i suoni si legarono, quasi in simbiosi, alle immagini. La grafica colorata e fantasiosa della copertina entrò di prepotenza nell’immaginario collettivo di creativi e pubblicitari modificandone stili e impostazioni di lavoro.
Ma fu soprattutto la musica a registrare una forte scossa tellurica. Dentro gli studi londinesi della Emi ad Abbey Road, George Martin, arrangiatore e mago del suono, assieme al suo staff compì miracoli tecnici. Le invenzioni partorite per quel disco, frutto di un geniale bricolage, furono così tante che, nonostante l’arretrata tecnologia inglese del periodo (rispetto agli studi americani di New York e Los Angeles), fecero scuola e subito imitate.
A dare la spinta e lo stimolo era naturalmente il quartetto dei proletari di Liverpool in quel momento al massimo della vena inventiva. Quando, nel 24 novembre del 1966, entrarono in studio, i Beatles non avevano l’ansia di pubblicare un disco per Natale e, quindi, la massima libertà. «Per la prima volta - ricordò George Martin - eravamo in grado di sviluppare le loro idee. Fino ad allora era stato così in fretta... Ora potevamo permetterci il lusso di passare del tempo a sistemare per bene le cose e a sviluppare le idee. Lavoravano su qualcosa, poi se ne andavano e ci pensavano su, e al ritorno avevano escogitato qualcosa di nuovo». Settecento ore di registrazione per dodici brani e una copertina da premio Grammy, diventata leggendaria: un album che fece storia ed è ancora oggi uno dei più venduti al mondo, se non il più venduto.
Fonte:Repubblica.it
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