Roma, 9 ago. (Apcom) - E' Francesco Caruso, storico leader dei 'Disobbedienti' napoletani e deputato 'indipendente' del gruppo del Prc, il protagonista della polemica più rovente della giornata politica. Il suo comunicato, nel quale commenta i più recenti infortuni mortali sul lavoro definendo 'assassini' Tiziano Treu e Marco Biagi in quanto responsabili delle ultime riforme del mercato del lavoro, scatena una indignata reazione bipartisan. E quando Caruso prova a precisare, a smussare, da Rifondazione arriva una bocciatura che sembra preludere a un provvedimento disciplinare: "Le parole di Francesco Caruso - avverte il segretario del Prc Franco Giordano in una gelida nota - sono culturalmente incompatibili con l'impostazione da sempre adottata dal Partito della rifondazione comunista. Sono parole in libertà di cui il solo responsabile è il deputato Caruso". E a fine giornata arriva anche la condanna del Quirinale: "I giudizi espressi oggi da un deputato di Rifondazione comunista nei confronti di Tiziano Treu e Marco Biagi non possono considerarsi altro che un indegno vaneggiamento", trapela da ambienti della presidenza della Repubblica.
Sceglie toni accorati, per la sua nota, Caruso, parlando delle ultime vittime degli omicidi bianchi: "Angelo aveva 35 anni, viveva e lavorava a Mugnano, Cristian ne aveva solo 16 di anni, viveva e lavorava a Bolzano. Angelo e Cristian ieri sono morti assassinati nei loro rispettivi cantieri di lavoro". Poi però affonda il colpo con durezza: "I loro assassini sono Treu e Biagi, le cui leggi hanno armato le mani dei padroni, per permettere loro di precarizzare e sfruttare con maggior intensità la forza-lavoro e incrementare in tal modo i loro profitti, a discapito della qualità e della sicurezza del lavoro".
Chiamato in causa direttamente come 'assassino' da Caruso, Tiziano Treu, senatore dell'Ulivo e autore del 'pacchetto Treu' che introdusse dosi massicce di flessibilità nel mercato del lavoro, liquida le dichiarazioni dell'esponente del Prc come "irresponsabili e deliranti". A suo giudizio "servono solo ad avvelenare il clima", e "sono tanto più gravi in quanto rivolte anche a Marco Biagi, che non può replicare perché vittima di terroristi assassini".
Olga D'Antona, vedova di un giurista assassinato dalle Br come Biagi, oggi deputata di Sinistra democratica, è particolarmente colpita dall'assalto verbale del deputato Prc. Per D'Antona sono "inaccettabili parole offensive che ledono la dignità e la memoria di persone che legittimamente si sono impegnate in progetti di riforma del lavoro, che possono essere più o meno condivisi ma che sono comunque frutto di legittime convinzioni". D'Antona tuttavia esclude che ci sia un collegamento diretto fra la polemica e una eventuale minaccia terroristica, perché, spiega, le Br "sono impermeabili al dibattito politico-istituzionale, anzi considerano nemici tutti quelli che siedono in Parlamento, dall'estrema sinistra all'estrema destra". (segue)
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