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PirateBay torna libero...


Come era facilmente prevedibile piratebay torna libero da un insulso sequestro....

THE PIRATE BAY, uno dei più noti siti per il peer to peer, tornerà libero in Italia. È quanto ha deciso ieri il Tribunale di Bergamo, su ricorso della stessa Pirate Bay. Ha annullato, quindi, il decreto del sequestro preventivo emesso contro il sito dal Gip dello stesso Tribunale di Bergamo il primo agosto, su denuncia dei discografici.
Significa che ora i provider internet italiani dovranno riaprire l’accesso dei propri utenti al sito di Pirate Bay, che tra l’altro proprio in questi giorni festeggia un record: è arrivato a quota 15 milioni di utenti unici e a 1,2 milioni di file indicizzati (sono i file, cioè, permette di reperire tramite il proprio motore di ricerca). Nel 2006 gli utenti erano “solo” 4 milioni.

“Questa decisione rappresenta un precedente importante per il peer to peer”, commenta Giovanni Battista Galdus, avvocato che insieme a Francesco Paolo Micozzi (entrambi sardi) ha difeso le parti di Pirate Bay. In particolare, di Peter Sunde, svedese, uno degli amministratori del sito e che ha seguito in prima persona la vicenda italiana. Nell’occasione, Sunde aveva scritto parole di fuoco contro l’Italia e contro Berlusconi, definendolo “fascista”.

“Il giudice farà sapere le motivazioni dell’annullamento nei prossimi giorni”, dice Galdus. Potrebbero essere due: difetto di giurisdizione (il gip non aveva competenza di ordinare qualcosa su un sito con sede all’estero) oppure irregolarità nella modalità del sequestro. Sono i due motivi che abbiamo portato per ottenere l’annullamento”. Già al momento del sequestro c’erano stati esperti di diritto, come Andrea Monti (da noi intervistato) che avevano parlato di irregolarità giuridiche: con l’arma del “sequestro preventivo”, di fatto il giudice non faceva sequestrare alcunché ma inibiva l’accesso a un sito.

È un momento travagliato per Pirate Bay, non c’è dubbio, ma in un modo o nell’altro quest’idolo dei pirati riesce sempre a cadere in piedi. È pure di questo mese una polemica scatenata in Svezia, per il fatto che le foto dell’autopsia di due bimbi uccisi erano state messe su Internet e rese raggiungibili tramite ricerca su Pirate Bay. Peter Sunde si era rifiutato di rimuovere le foto, in difesa della libertà di espressione. Lo scandalo è passato senza portare danni al sito.

Adesso resta da chiarire un’altra vicenda, collegata al sequestro i Pirate Bay: c’e stata o no anche la violazione della privacy degli utenti Internet italiani? Altroconsumo crede di sì e infatti il 23 settembre ha depositato un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali, contro i discografici. “L’ipotesi- spiega l’associazione- è che siano stati raccolti e trattati illecitamente, senza alcuna autorizzazione da parte degli utenti, i dati personali di migliaia di navigatori da parte di un soggetto privato riconducibile alla Ifpi, associazione che rappresenta a livello internazionale le industrie discografiche su diversi Paesi”. Accuse che i discografici, per bocca di Fimi (Federazione dell’industria musicale italiana) rigettano con forza: le definiscono, in una nota, “una buffonata colos**** che non tiene conto del fatto che ci si trova di fronte ad un procedimento penale seguito dalle forze dell’ordine e dalla magistratura con provvedimenti emessi da magistratura e dalla polizia giudiziaria che non consentono alcuna iniziativa autonoma da parte di privati e che questi ultimi, anche se coinvolti sul piano tecnico, sono comunque soggetti al controllo delle autorità che stanno seguendo l’indagine contro i titolari del sito svedese”.

repubblica.it
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