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Salgono A Quattro I Morti Dell'acciaieria Maledetta - Ansa


TORINO - Si aggrava di giorno in giorno il drammatico bilancio dell' incendio alla ThyssenKrupp, l'acciaieria maledetta che nella notte tra mercoledì e giovedì ha trasformato in torce umane sette operai. Dopo Antonio Schiavone, 36 anni, che abitava a Envie (Cuneo) con moglie e tre figli piccoli, il più vicino alla linea 5 dell'impianto di trattamento termico dove si è sviluppato l'incendio, stamattina, poco prima delle sette, è morto Roberto Scola, 33 anni, che era stato ricoverato all'ospedale Molinette, mentre nel pomeriggio, al San Giovanni Bosco, Angelo Laurino, 43 anni, é stato stroncato da un'insufficienza multiorgano.

Entrambi avevano ustioni di terzo grado sul 95% del corpo. Questa sera al Cto di Torino, è morto anche Bruno Santino, l'operaio, che aveva 26 anni, ed era stato trasferito in giornata dall'ospedale Maria Vittoria al centro grandi ustionati del Cto. A pregare tutto il giorno perché si salvasse il fratello Luigi, pure lui operaio alla Thyssenkrupp (ma non era di turno mercoledì notte). Intanto il pm Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali paralleli come prevede la legge: "Uno riguarda le persone fisiche responsabili dei fatti, l'altro l'impresa". Scola, viveva a Torino, era sposato aveva due figli molto piccoli (uno di 17 mesi e l'altro di quasi tre anni).Quando è arrivato al pronto soccorso del Cto era cosciente e terrorizzato all'idea di non rivedere più i suoi bimbi. Laurino, anche lui abitante a Torino, aveva due figli, Fabrizio di 12 anni e Noemi di 14. Con l'aggravarsi della tragedia aumenta anche la richiesta di trovare i responsabili della tragedia: "Grazie per quello che state facendo per mio marito, tutti si danno da fare moltissimo qui in ospedale, ma io chiedo anche giustizia dalla magistratura", ha detto la moglie di Laurino al ministro Livia Turco un paio d'ore prima di avere la drammatica notizia della morte di Angelo.

E la Turco ha risposto: "Noi ci siamo qui, ma anche la magistratura farà il suo dovere". Rabbia e dolore anche tra i familiari di Scola: "Da quando aveva capito che le acciaierie sarebbero state chiuse - ha detto oggi la mamma, Marisa Pisano - Roberto stava valutando altre offerte di lavoro. Però alla Thyssenkrupp si trovava bene e gli sarebbe dispiaciuto andarsene". Rimane appeso a un filo il destino degli altri tre feriti gravissimi, di cui tre ricoverati a Torino ed uno a Genova. All'ospedale Maria Vittoria lotta tra la vita e la morte Giuseppe De Masi, 26 anni, che vive a Torino con i genitori ed ha una madre infermiera; mentre alle Molinette è ricoverato Rocco Marzo, di 54, sposato a padre di due figli. A fine mese sarebbe dovuto andare in pensione. Tutti hanno ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 90% del corpo. Viene tenuto in coma farmacologico, all'ospedale Villa Scassi di Genova, Rosario Rodinò, 26 anni. Le prime autopsie sulle vittime saranno eseguite lunedì e martedì prossimo.

Nel frattempo proseguono gli accertamenti in fabbrica per capire con precisione il punto in cui si è verificata la tragedia, la causa dell'incendio e se tutte le norme per la sicurezza sono state rispettate. Per questo motivo la Procura ha controllato oggi tutti gli estintori dello stabilimento dopo la denuncia di alcuni operai, che hanno detto che alcuni non funzionavano. Altro aspetto da chiarire è l'operato della squadra antincendio e la sua formazione. Pare infatti che gli operai avessero la prassi di sbrigarsela da soli quando capitavano piccoli inconvenienti. Non è chiaro se la notte dell'incidente la squadra antincendio fosse presente al completo nello stabilimento o se ci fosse un solo componente che, come emergerebbe dalle prime indiscrezioni, era in un altro reparto.

Al momento non ci sono iscrizioni nel registro degli indagati, ma ci saranno presto. La Procura ha infatti chiesto al Thyssenkrupp tutto l'organigramma della società, compreso quello della capogruppo tedesca, per valutare i ruoli e le competenze.


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