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  #1  
Old 01-31-2008, 12:03 PM
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Il giorno di Europa 7 a rischio le frequenze di rete 4


L'esito può rivelarsi rivoluzionario: una delle reti di Mediaset -nello specifico Rete4- potrebbe essere costretta a migrare sul satellite per lasciare spazio a Europa7, l'emittente di Francesco Di Stefano. A scriverlo è la Repubblica, nel giorno della sentenza.


Secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano, la sentenza dovrebbe essere negativa per le reti della famiglia Berlusconi. Europa7 da anni chiede di vedersi riconoscere il diritto a trasmettere via etere su scala nazionale, diritto mai concesso nonostante da luglio 1999 l'emittente abbia la concessione per una rete nazionale.

Con un corollario secondo cui Rete4 avrebbe dovuto cedere le sue frequenze e traslocare sul satellite. Oggi la Corte di Lussemburgo dovrebbe dire la sua, affermando che il mantenimento dello status quo comporta una violazione dei principi di trasparenza e di non discriminazione assicurati dalle regole europee

http://www.milanofinanza.it/news/de...chkAgenzie=TMFI
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  #2  
Old 01-31-2008, 12:33 PM
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Bruxelles, 31 gennaio 2008 - La Corte europea di giustizia ha condannato, oggi a Lussemburgo, il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione televisiva, nella sentenza sulla causa che opponeva l'emittente privata Centro Europa 7 al Ministero delle Comunicazioni.

Secondo la Corte il regime di assegnazione delle frequenze non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati.



MEDIASET: NESSUNA CONSEGUENZA

La sentenza della corte di giustizia Ue che definisce «contrario al diritto comunitario» il regime italiano di assegnazione delle frequenze tv «non può comportare alcuna conseguenza sull'utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle reti mediaset, inclusa ovviamente Retequattro". Lo dichiara Mediaset in una nota diffusa poco prima dell'ufficializzazione della posizione della corte, anticipata oggi da alcuni giornali.



"Il giudizio cui la sentenza si riferisce riguarda infatti esclusivamente una domanda di risarcimento danni proposta da europa 7 contro lo stato italiano e non può concludersi in alcun modo con pronunce relative al futuro uso delle frequenze", prosegue il gruppo di Cologno riservandosi "ogni commento all'esito della lettura" della sentenza.


Quanto all'insinuazione che Retequattro occuperebbe indebitamente spazi trasmissivi a danno di Europa 7», aggiunge, «Mediaset ribadisce che Retequattro è pienamente legittimata all'utilizzo delle frequenze su cui opera.
Quindi nessun rischio per retequattro".


fonte www.quotidiano.net
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  #3  
Old 01-31-2008, 12:54 PM
breunzo breunzo is offline
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Rimane tutto come sta....tanto le multe le pagano gli Italiani. Dovrebbero farle pagare a Mediaset


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  #4  
Old 01-31-2008, 01:37 PM
tiolucas73 tiolucas73 is offline
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Originally Posted by breunzo
Rimane tutto come sta....tanto le multe le pagano gli Italiani. Dovrebbero farle pagare a Mediaset


seeee....mediaset, tra qualche mese sarà gli italiani e gli italiani saranno mediaset!
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Tutto per il VERO tifoso...e molto altro!!
11/11/2008 Milano DatchForum..150 minuti di emozioni...grazie Francesco!


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  #5  
Old 01-31-2008, 01:38 PM
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Originally Posted by tiolucas73
seeee....mediaset, tra qualche mese sarà gli italiani e gli italiani saranno mediaset!

diciamo pure che tra qualche mese la tv ritornerà ad essere....tutta un unica famiglia


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  #6  
Old 01-31-2008, 02:26 PM
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BRUXELLES - L'Europa boccia Rete 4 e promuove Europa 7. Secondo i giudici della Corte di giustizia Ue del Lussemburgo il regime italiano di assegnazione delle frequenze per le attività di trasmissione radiotelevisiva "è contrario al diritto comunitario", afferma i magistrati, confermando le conclusioni dell'avvocato generale. A questo punto Retequattro potrebbe essere costretta a migrare sul satellite per lasciare spazio all'emittente di Francesco Di Stefano impegnata da anni in una guerra legale per vedersi riconoscere il diritto a trasmettere via etere su scala nazionale. Ma da Cologno monzese si affrettano a sottolineare: "Nessun rischio per Retequattro".

Per la Corte di giustizia Ue il regime italiano "non rispetta il principio della libera prestazione dei servizi e non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati". Nella sentenza si ricorda che Centro Europa7 srl, è una società attiva nel settore delle trasmissioni radiotelevisive e che nel 1999 ha ottenuto dalle autorità italiane un'autorizzazione a trasmettere a livello nazionale in tecnica analogica, ma non è mai stata in grado di trasmettere perché non sono mai state assegnate le radiofrequenze. Di qui la domanda di Europa7 di accertare il diritto ad ottenere l'assegnazione di frequenze, nonché il risarcimento del danno subito. Risultato: venne respinta dal giudice amministrativo.

Il consiglio di Stato, dinanzi al quale la causa pende attualmente, ha così chiesto alla Corte di giustizia delle comunità europee l'interpretazione delle disposizioni di diritto comunitario relative ai criteri di assegnazione di radiofrequenze al fine di operare sul mercato delle trasmissioni radiotelevisive. Il giudice del rinvio "sottolinea che in Italia il piano nazionale di assegnazione delle frequenze non è mai stato attuato per ragioni essenzialmente normative, che hanno consentito agli occupanti di fatto delle frequenze di continuare le loro trasmissioni, nonostante i diritti dei nuovi titolari di concessioni".

Le leggi che si sono succedute, che hanno perpetuato un regime transitorio, "hanno avuto l'effetto di non liberare le frequenze destinate ad essere assegnate ai titolari di concessioni in tecnica analogica e di impedire ad altri operatori di partecipare alla sperimentazione della televisione digitale".

Dunque per capire come si è arrivati fino a qui bisogna fare un salto indietro nel tempo e tornare al 1997 quando la legge Maccanico ha recepito una sentenza della Corte costituzionale secondo cui la precedente legge Mammì non era in grado di combattere le posizioni dominanti e, di conseguenza, non difendeva il pluralismo dei media. Sono così stati introdotti nuovi limiti alla concentrazione nel mercato televisivo in base ai quali nessun soggetto poteva detenere una soglia superiore al 20% delle reti nazionali. Chi superava questo tetto avrebbe dovuto liberare le frequenze per trasmettere in analogico, per intenderci la televisione tradizionale, facendo spazio ai vincitori della gara che si sarebbe tenuta due anni dopo. E proprio Europa 7 nel 1999, vincendo quella gara, ottenne la concessione a trasmettere in tutta Italia. Con un corollario non da poco: Retequattro avrebbe dovuto cedere le sue frequenze e traslocare sul satellite.

Di Stefano, però, non ha mai ricevuto le frequenze. E nel frattempo, una serie di leggi e decisioni giudiziarie hanno permesso a Retequattro di proseguire le sue trasmissioni. Ignorando, peraltro, una sentenza del 2002 della Corte costituzionale - secondo cui il termine ultimo per sgomberare l'etere era il 31 dicembre 2003 - la legge Gasparri firmata dal governo Berlusconi ha permesso a chi era di troppo di rimanere al suo posto. A questo punto Europa 7 si è rivolta al Tar, che però ha negato le sue ragioni. Ed eccoci ai giorni nostri, con Di Stefano che ha impugnato la sentenza del Tar di fronte al Consiglio di Stato che, a sua volta, ha rivolto alla Corte di giustizia della Ue una serie di quesiti "pregiudiziali" per capire se ci sia stata una violazione delle regole comunitarie.

E la corte europea rileva che l'applicazione in successione dei regimi transitori strutturati dalla normativa nazionale a favore delle reti esistenti "ha avuto l'effetto di impedire l'accesso al mercato degli operatori privi di radiofrequenze". Questo effetto restrittivo "è stato consolidato dall'autorizzazione generale, a favore delle sole reti esistenti, ad operare sul mercato dei servizi radiotrasmessi". Tali regimi inoltre hanno avuto l'effetto "di cristallizzare le strutture del mercato nazionale e di proteggere la posizione degli operatori nazionali già attivi su detto mercato".

Il limite al numero degli operatori sul territorio nazionale, potrebbe essere giustificato da obiettivi d'interesse generale, ma - come stabilisce il nuovo quadro normativo comune per i servizi di comunicazione elettronica - "dovrebbe essere organizzato sulla base di criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati". La conclusione delle corte è che "l'assegnazione in esclusiva e senza limiti di tempo delle frequenze ad un numero limitato di operatori esistenti, senza tener conto dei criteri citati, è contraria ai principi del trattato sulla libera prestazione dei servizi".

A questo punto il Consiglio di Stato si dovrà conformare alla sentenza Ue annullando tutto quello che è contrario alle norme comunitarie, vedi la Gasparri (già silurata da Bruxelles per altri aspetti), e assicurandosi che il ministero delle Comunicazioni provveda alla sanatoria spostando Retequattro sul digitale.

Ma dal gruppo fondato da Silvio Berlusconi si affrettano a far sapere che la sentenza della Corte di giustizia Ue "non può comportare alcuna conseguenza sull'utilizzo delle frequenze nella disponibilità delle reti Mediaset, inclusa ovviamente Retequattro". Secondo l'azienda di Cologno Monzese, "il giudizio cui la sentenza si riferisce riguarda infatti esclusivamente una domanda di risarcimento danni proposta da Europa 7 contro lo stato italiano e non può concludersi in alcun modo con pronunce relative al futuro uso delle frequenze", prosegue il gruppo di Cologno riservandosi "ogni commento all'esito della lettura" della sentenza. "Quanto all'insinuazione che Retequattro occuperebbe indebitamente spazi trasmissivi a danno di Europa 7", aggiunge, "Mediaset ribadisce che Retequattro è pienamente legittimata all'utilizzo delle frequenze su cui opera. Quindi nessun rischio".
(31 gennaio 2008)

repubblica.it
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  #7  
Old 01-31-2008, 08:39 PM
Malcom1875 Malcom1875 is offline
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Speriamo che Europa7 vinca! UN Tg$ in meno sull'etere analogico fà bene alla salute specie durante una campagna elettorale!
Ora capisco perhè hanno spsotato Forum su Canale 5! Come promozione dopo 22 anni/edizioni di esistenza mi faceva un pò specie!


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  #8  
Old 02-01-2008, 12:01 PM
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ROMA - Aveva sempre detto che sarebbe andato fino in fondo e ha mantenuto la parola. Il signor Nessuno ha vinto la battaglia per la sua tv-fantasma. Francesco Di Stefano, 54 anni, imprenditore, abruzzese di Avezzano, ha impiegato dieci anni per far valere davanti alla Corte di Giustizia europea i diritti di "Europa 7", l'emittente che nel '99 s'aggiudicò una concessione nazionale televisiva e da allora aspetta le frequenze per poter trasmettere. Un caso inedito, unico al mondo, una storia inverosimile arrivata ormai all'epilogo.

Che cosa farà, adesso, signor Di Stefano?
"Aspetto di essere risarcito dallo Stato per i danni che ho subito e poi di avere finalmente le frequenze per cominciare a trasmettere".

Quanto ha chiesto esattamente a titolo di risarcimento?
"Avevo chiesto 800 milioni di euro fino al 2004, quando presentai il ricorso, se avessi ottenuto le frequenze che mi spettano. In caso contrario, tre miliardi di euro".

Ma se fosse costretto a scegliere, soldi o frequenze, che cosa sceglierebbe?
"Non scelgo. Ho diritto ad avere sia il risarcimento sia le frequenze".

E la sua tv sarebbe pronta a trasmettere?
"Siamo pronti dal '99. Abbiamo gli studi più grandi d'Italia, anzi d'Europa: tremila metri quadrati, nel vecchio stabilimento della Voxson, alle porte di Roma nella Tiburtina Valley. È lì che la Rai viene a realizzare trasmissioni come "La bella e la bestia", "Notti sul ghiaccio" e adesso "Uomo e galantuomo". Poi abbiamo programmi, regia, tecnologie...".

Quanta gente lavora per "Europa 7"?
"Al momento, in attesa di ottenere le frequenze, abbiamo 35 dipendenti fissi e molti free-lance e part-time".

E quanto ha speso, in questi anni, per tenere in piedi la struttura?
"All'incirca 100-120 milioni di euro, dieci milioni in media all'anno".

Scusi l'invadenza, ma dove li ha presi?
"Innanzitutto dall'affitto degli studi. E poi, dai proventi di altre attività, imprenditoriali e finanziarie".

Ora dove dovrebbe recuperare lo Stato queste frequenze, a chi dovrebbe toglierle? A Retequattro, per mandarla sul satellite o sul digitale terrestre?
"Non mi interessa dove le deve prendere né a chi le deve togliere. In base a quello che hanno stabilito lo stesso ministero e la stessa Autorità sulle comunicazioni, so che alcune reti utilizzano frequenze eccedenti, cioè in esubero. E tra queste, c'è anche Retequattro che non ha neppure una concessione, ma un'autorizzazione transitoria".

Posso chiederle se in questi anni ha mai avuto contatti con Silvio Berlusconi o con Mediaset?
"Mai. Fino a oggi siamo stati sempre considerati come appestati".

Di chi è la colpa di tutto ciò, secondo lei?
"È un festival di colpe! Vede, in questo momento provo una grande gioia. Ma l'amarezza è ancora più grande. La colpa è di tutte le istituzioni, di tutti i governi, di tutti i ministri che si sono succeduti in questi anni. Sono tutti ugualmente colpevoli di questa ingiustizia".

Anche l'ultimo governo di centrosinistra?
"Certo. E infatti, i politici di centrosinistra tacciono. Dopo aver dichiarato guerra in campagna elettorale alla legge Gasparri, hanno mandato gli avvocati dello Stato a difenderla in Europa. Oggi il loro silenzio equivale a un'ammissione di colpa".

Lei si sente più deluso o tradito dal centrosinistra?
"Tradito. Ma, più che me, il centrosinistra ha tradito soprattutto il popolo italiano. Bastava un decreto-legge per mantenere gli impegni. Sono passati quasi due anni e non hanno concluso niente".

Con questa sentenza europea, siamo arrivati alla fine del duopolio televisivo in Italia?
"Me lo auguro vivamente".

E lei, con una sola rete, pensa di poter competere con due colossi come Rai e Mediaset?
"Sì. Penso che si possa. Fra Rai e Mediaset non c'è una vera concorrenza. E perciò credo che esista uno spazio per fare una televisione diversa".

Che tipo di tv?
"Una tv libera. Non c'è e non c'è mai stata in Italia. Una tv distante e distinta dai partiti. Vicina ai cittadini e ai loro interessi reali".

Ma qual è precisamente il modello che ha in testa?
"Quello già contenuto nel progetto con cui abbiamo ottenuto la concessione, con il massimo punteggio per la programmazione di qualità. Un modello imperniato sull'informazione e sull'approfondimento".

Dovrà prevedere nel palinsesto anche un po' di intrattenimento...
"È ovvio: a cominciare dalla satira. Il nostro "Seven Show" ha sfornato decine di nuovi comici di successo ed è stato copiato da tutti. Ma non faremo reality, tipo "Il Grande fratello" o "L'isola dei famosi"".

Per lei, che cosa significa "tv di qualità"?
"Una tv che si occupa dei problemi sociali. Una tv che non manipola o nasconde le notizie. Capace di dare a voce a tutti quelli che hanno qualcosa di nuovo e interessante da dire. Anche agli sconosciuti, come me".

Politicamente, oggi lei come si colloca?
"Non mi colloco. Non mi riconosco né nella destra né nella sinistra. Voglio avere a che fare solo con gente seria".

Si dice che ora potrebbe acquistare "l'Unità". È vero?
"Mi piacerebbe. Ma non dipende da me. È l'attuale proprietà che deve decidere se vendere, a chi e a quali condizioni. Noi siamo disponibili. Confermo il mio interesse".

fonte repubblica.it



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Last edited by staff : 02-01-2008 at 12:04 PM.


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  #9  
Old 02-01-2008, 12:12 PM
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fala, fala, ainda nada vai mudar.


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