[staff]

MILANO, 7 aprile 2006 - Allineandosi alle posizioni della critica, Moratti ha salvato Mancini. Nel senso che ha attribuito la responsabilità del tonfo di Villarreal alla negativa prestazione di alcuni giocatori, tra i quali c’è sicuramente Adriano. Che difatti il patron nomina unicamente per inserirlo tra i (tantissimi) punti in discussione di un futuro che al momento resta nebuloso. Perchè Moratti, prima di procedere, vuole potersi assolvere da gravi errori. Che l’Inter punti ancora su Adriano sul piano economico non fa una grinza: una società deve sempre difendere l’investimento più cospicuo. Sul piano tecnico si può invece discutere, perchè la stagione del brasiliano è finora molto negativa.
Ma in una fase in cui è difficile capire quali sono gli attaccanti di quel livello che finiranno sul mercato, l’Inter non può certo deprezzare il suo uomo più costoso. Il problema nascerà tra due mesi se il patron intendesse tenere sia l’allenatore che il centravanti, perchè il rapporto tra i due si è logorato a causa dei ripetuti rilievi tecnico-tattici mossi da Mancini a un giocatore dimostratosi sempre più refrattario ad accettarli per quello che sono: il normale sviluppo della dialettica tra chi gioca e chi dirige. Adriano gradisce coccole, non bacchettate. E l’ultima sfuriata del Mancio, nello spogliatoio di Villarreal, ha lasciato il segno.
Queste difficoltà di rapporti Moratti ormai le conosce ed è chiaro che si può prospettare il seguente scenario: a) arriva una mega offerta per Adriano (ieri alcune fonti parlavano di un Real sempre molti interessato) e viene accettata. Mancini può ripartire per il terzo anno milanese; b) L’allenatore a fine anno preferisce lasciare e nel contempo arriva l’offerta per Adriano: partono entrambi; c) Mancini via, Adriano rimane. In questo caso è vietato sbagliare la scelta del tecnico. Ed ecco che nel mirino non possono che entrare gli allenatori che di recente hanno fatto meglio. Dunque Mourinho (ma pure Capello, se l’ingratitudine del popolo bianconero lo avesse irritato sino al punto da indurlo a mollare), Spalletti e, soprattutto, Prandelli.
Già, il timoniere della Fiorentina sarebbe proprio l’ideale per un rilancio in grande stile di Adriano, che a Parma ha vissuto la sua stagione migliore, e una campagna acquisti in linea con l’attuale linea del contenimento costi. L’ostacolo grosso all’ingaggio del tecnico della Fiorentina è rappresentato dal contratto che ha firmato con Della Valle, un buon amico di Moratti al punto che in passato fece anche parte del consiglio nerazzurro. Ciò vuol dire che l’Inter non potrebbe mai fare il primo passo ed è assai improbabile che possa farlo Prandelli. Specie se centra la Champions. Ma, se non la centrasse, chissà...

fonte: www.gazzetta.it