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Indipendenza Kosovo Belgrado, proteste contro il Kosovo indipendente
ROMA - L'amministrazione americana ha riconosciuto formalmente il Kosovo "come Stato sovrano e indipendente". L'annuncio è stato dato dal segretario di Stato Usa Condoleezza Rice. In precedenza il presidente Bush aveva anticipato il riconoscimento, peraltro scontato data la posizione che Washington ha sempre tenuto sulla questione. La scelta americana è arrivata assieme a quella dell'Unione europea di lasciare la decisione ai singoli Stati membri. Questo mentre la diplomazia internazionale si confronta sui nodi aperti dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza di Pristina e Belgrado adotta le prime misure contro la sua ormai ex provincia. La condanna del Parlamento russo. "Una violazione di uno dei principi fondamentali del diritto internazionale, cioè quello dell'integrità territoriale degli Stati". Così Boris Grislov, il presidente della Duma - la Camera bassa del Parlamento russo - commenta la proclamazione d'indipendenza. Con la quale, insiste, "tutta la comunità internazionale si trova davanti a un precedente pericoloso. Solo la miopia politica impedisce di vedere che il separatismo del Kosovo diventerà una miccia che incendierà molti conflitti latenti sia in Europa - conclude Grislov - che in altre regioni del mondo". La preoccupazione della Cina. "Profondamente preoccupata" anche la Cina: il portavoce del ministero degli Esteri, Liu Jianchao, ha definito "unilaterale" la decisione del Kosovo aggiungendo che "avrà un'influenza negativa sulla pace e stabilità nella regione dei Balcani". La Cina, prosegue la nota, "ha sempre sostenuto" che Serbia e Kosovo devono raggiungere un accordo "attraverso negoziati" e all'interno della "legalità internazionale". Obiettivo dei negoziati, afferma ancora la nota, dovrebbe essere quello di creare nel Kosovo una "società multietnica". Le prime mosse di Belgrado. Il ministero dell'Interno serbo ha ufficialmente accusato il premier kosovaro Hashim Thaci, il presidente Fatmir Sejdiu e il presidente del Parlamento Jacup Krasnici di aver organizzato domenica a Pristina "la proclamazione di un falso stato su territorio serbo" commettendo così un atto illegale, contro la Costituzione serba e la sicurezza del Paese. Stasera il Parlamento di Belgrado, convocato d'urgenza, dichiarerà nulla la proclamazione d'indipendenza. Il bilancio degli scontri. E' di 47 feriti il bilancio degli scontri avvenuti domenica notte a Belgrado fra manifestanti che protestavano contro la secessione e polizia serba. Gli incidenti hanno avuto come epicentro l'ambasciata Usa - gli americani sono "accusati", con l'Unione Europea, di aver sponsorizzato l'indipendenza kosovara - dove alcune centinaia di attivisti nazionalisti, ma soprattutto di tifosi ultrà del Partizan e dello Stella Rossa hanno cercato di rompere i cordoni delle forze dell'ordine. Intanto la polizia kosovara riferisce di due esplosioni avvenute nella notte in enclave serbe del nord del Kosovo: nessuno è rimasto ferito. Calma a Pristina. Diversa la situazione a Pristina, che si è risvegliata dopo le celebrazioni di domenica - fuochi d'artificio, musica e danze - proseguite a lungo nella notte. I timori per i colpi d'arma da fuoco sparati in segno di giubilo non si sono fortunatamente concretizzati. Non si segnalano feriti, salvo tre giovani coinvolti nell'esplosione di mortaretti o bombe-carta. www.repubblica.it |
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