[pippopoli2005]

BERLUSCONI IN FUORIGIOCO
di Alessandro Vocalelli
Ecosì Silvio Berlusconi ha deciso di scendere personalmente in campo, di fendendo Galliani e assicurando che qual cuno «sta tirando dentro il Milan». Nella difesa appassionata di Galliani, dal punto di vista personale assolutamente legittima, Berlusconi non si pone però la domanda sollevata da molti: è ancora sopportabile il conflitto di interessi del vicepresidente esecutivo del Milan che resiste sulla pol trona di presidente della Lega? In un cal cio che è chiamato a scrivere regole nuo ve, a fare un profondo esame di coscienza, non dovrebbe essere doveroso un passo in dietro? Non dovrebbe essere lo stesso Gal liani a mettersi in discussione, per mille e un motivo? Le intercettazioni dimostrano, a prova di qualsiasi smentita, che la sua elezione (come quella di Carraro) fu favo rita da una serie di pressioni sui presiden ti di club. E rimanendo su quella poltrona, è chiaro che Galliani potrebbe difendere il Milan da una posizione istituzionale di pri vilegio. Già questo non dovrebbe bastare per dire basta?
Ciò che però colpisce ancora di più, nel l’attacco deciso di Berlusconi, è il suo ri lancio, ancora più fragoroso, sul sospetto che si stia «tirando dentro il Milan». Ecco, viene semplicemente da chiedersi e da chiedere a Berlusconi: chi sta tirando den tro il Milan? I carabinieri che nelle infor mative riferiscono e commentano i tenta tivi di un tesserato milanista, regolarmen te in panchina nelle partite casalinghe, di avere guardalinee graditi? I giudici di Na poli che, dal primo giorno, hanno indicato il Milan tra le società sotto osservazione? I giornali, tutti i giornali, che hanno pub blicato i colloqui imbarazzanti e sconve nienti, in cui quello stesso tesserato si pro diga per tranquillizzare Galliani e per con trapporsi - sicuramente con effetti minori - al sistema Moggi? Sarebbe stato meglio, ma molto meglio, se Berlusconi avesse ri lanciato, con lo stesso ardore, l’unico grido di speranza dei tifosi di calcio. Senza pre giudizi, senza accanimento, senza spirito di bandiera. «Si faccia chiarezza e si puni sca chi ha sbagliato».
Incredibile che, all’interno del più scon volgente scandalo della storia del calcio, una banalità del genere stia diventando uno slogan rivoluzionario.

dal CorriereDelloSport-Stadio