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  #461  
Old 07-28-2006, 09:34 PM
ale24 ale24 is offline
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Originally Posted by Vite
Dell'eventuale proposta nulla si sa con certezza, Ale, e cmq credo tu non possa negare che in questi anni Moggi ha potuto fare il bello e cattivo tempo! Peraltro non sarebbe andato al Milan visto che tutti sanno che era "prenotato" dall'Inter!



Non c'è stata mai, dico mai, la smentita di Berlusconi...


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  #462  
Old 07-28-2006, 09:37 PM
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Ok, Ale, potrebbe pure darsi che sia andata come dici tu, ma ovviamente sono solo supposizioni! Tra l'altro poi lo stesso Milan ci ha rimesso!


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  #463  
Old 07-28-2006, 09:44 PM
ale24 ale24 is offline
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Originally Posted by Vite
Ok, Ale, potrebbe pure darsi che sia andata come dici tu, ma ovviamente sono solo supposizioni! Tra l'altro poi lo stesso Milan ci ha rimesso!



Di supposizioni ne ho sentite tante in questi giorni ed anche certezze e poi guarda come è finita, Carraro&co tutti assolti...dimmi te


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  #464  
Old 07-28-2006, 09:47 PM
Qrier Qrier is offline
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Originally Posted by ale24
E qui si ritorna a quello che ti dicevo ieri, ovvero quando Moggi ha provato a mettersi contro il "nano" e ancor di più quando ha detto no alla proposta di Berlusconi di andare al Milan...io ci scommetterei la casa che il gran casino che è successo e che è finito come tutti sappiamo, è partito di lì...


Guarda che le intercettazioni sono state fatte l'anno prima del colloquio tra Berlusconi e Moggi.


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  #465  
Old 07-28-2006, 09:55 PM
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Originally Posted by ale24
Di supposizioni ne ho sentite tante in questi giorni ed anche certezze e poi guarda come è finita, Carraro&co tutti assolti...dimmi te

Beh su Carraro penso che siamo tutti d'accordo! Per il resto il problema è quello che sottolineo da diverso tempo: fare le cose in fretta e furia non poteva dare buoni risultati! Ci volevano tempo e indagini approfondite su tutte le recenti annate (e sicuramente sarebbero saltate fuori tante altre cosucce), ma ciò significava sospendere i campionati per un anno e figuriamoci se tutto ciò sarebbe stato possibile con tutti gli interessi che ci sono in ballo.


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  #466  
Old 07-28-2006, 09:58 PM
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Originally Posted by Vite
Dell'eventuale proposta nulla si sa con certezza, Ale, e cmq credo tu non possa negare che in questi anni Moggi ha potuto fare il bello e cattivo tempo! Peraltro non sarebbe andato al Milan visto che tutti sanno che era "prenotato" dall'Inter!


Errore. Moratti aveva cercato di prendere moggi molto prima che partissero le indagini e le intercettazioni, quindi oltre un anno fa. Tra l'altro non si è sempre imputato alla dirigenza nerazzurra la sua scarsa competenza e che l'unico modo per vincere finalmente sarebbe stato l'arrivo di moggi all'Inter???
Poi ci fu il caso dell'ex arbitro Nucini che confidò a Facchetti chi in realtà fosse davvero moggi e che tipo di potere avesse perche Moratti immediatamente smise di cercare di assumerlo e anzi cambiò decisamente atteggiamento nei suoi confronti.

E qualcuno con una discreta memoria dovrebbe ricordare quella riunione societaria dell'Inter di qualche mese fa dove Moratti, in maniera piu o meno diretta, attaccò pesantemente la juve affermando che era vero che la squadra nerazzurra aveva vinto poco ma, rispetto ad altre, lo aveva fatto onestamente.
All'epoca nessuno capì questo insolito "j'accuse" nei confronti della dirigenza bianconera ma adesso, col senno di poi, tutto ha decisamente senso.


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  #467  
Old 07-28-2006, 10:05 PM
Vite Vite is offline
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Forse si forse no, Esser, cmq non credo che servisse l'arbitro Nucini per spiegare all'Inter chi fosse Moggi!!


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  #468  
Old 07-28-2006, 10:39 PM
esser esser is offline
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Originally Posted by Vite
Forse si forse no, Esser, cmq non credo che servisse l'arbitro Nucini per spiegare all'Inter chi fosse Moggi!!


Si ma sai all'epoca ancora non c'erano le intercettazioni e che moggi intrallazzasse a destra e a manca erano, come si dice, solo "chiacchiere da bar". Una cosa sono i dubbi, un'altra quello che poi è venuto fuori in questi ultimi mesi...


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  #469  
Old 07-28-2006, 10:56 PM
Vite Vite is offline
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Guarda Esser, nel mondo del calcio tante cose (direi quasi tutte) erano risapute! E non si parla, ovviamente, solo di Moggi, ma di tutto un sistema sicuramente marcio.
Per tutti gli altri, naturalmente, erano solo dubbi e chiacchiere da bar!


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  #470  
Old 07-29-2006, 12:41 AM
esser esser is offline
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Dal Romanista :

La sentenza molle è un made in Italy

di Mino Fuccillo

Caro Direttore, questa è una lettera disperata e triste. Non per la sentenza d’appello su cui tornerò, ma per quello che la sentenza d’appello ha liberato. La sentenza, un cavaturaccioli, il tappo che salta e un liquido nero, malato e maleodorante che sgorga, schizza, allaga: questa la sequenza. Un minuto, appena un minuto dopo la sentenza, non l’umana e comprensibile festa dei graziati dalla clemenza della corte, ma l’osceno e prepotente allestimento della festa finale ad ogni giustizia, decenza, razionalità. Li vedevi sfilare in tv i condannati, condannati due volte, eppure protervi, prepotenti, di nuovo atteggiati a padroni. Condannati a meno del dovuto, a poco, qualcuno praticamente a nulla. Ma pur sempre condannati, in primo e secondo grado, come manipolatori del calcio. Ma di questa loro condizione di colpevoli acclarati e con il timbro doppio di un giudizio d’appello non c’era traccia nelle loro parole. Li vedevi irridere, minacciare, il tappo era saltato e straripava l’insolenza violenta. Ecco Della Valle, l’imprenditore moderno, di moderno gli era rimasto solo il vezzoso braccialetto al polso. Per il resto, tutto il resto, un antico padrone delle ferriere che licenzia poliziotti e giudici se questi non stanno a catena. Era appena stato condannato e prendeva a calci in culo e a pesci in faccia Rossi, Borrelli, il processo, il governo, la stampa e chiunque gli avesse rotto le scatole in questi mesi. Impugnava il bastone, agitava la frusta, lui, il condannato per slealtà sportiva, cioè per tentata truffa sul risultato, che intimava di mettere alla porta il commissario straordinario del calcio. Come un condannato, due volte e non una che, in Tribunale, esige il licenziamento di chi lo ha denunciato e inquisito. Eppure non delirava, infatti nessuno lo portava via o gli consigliava sedativi e prudenza, Della Valle comiziava e pontificava a telecamere giunte e a riflettori adoranti. Sul suo capo aveva l’aureola del vincitore, ma soprattutto intorno a lui l’odore del potere che si vendica e quest’aura le tv l’annusano subito.
Ecco Cobolli Gigli, la nuova Juve. Faceva subito strage di quell’aggettivo. Avevano detto ai giudici e alla pubblica opinione: guardate, non siamo più quelli vecchi, non siamo Moggi e Giraudo, abbiamo fatto pulizia in casa, per primi e da soli. Quindi, per questo, non puniteci troppo, dateci la B e sarà giusta pena, accetteremo la sentenza. Bugia, trucco: appena ottenuto lo sconto Cobolli reclama la serie A. Vorace, ingordo, opportunista, come ai vecchi tempi. Ecco l’ineffabile Lotito : “Vale sempre la presunzione di innocenza”. No, Lotito, non vale in eterno, quella a cui pensa lui si chiama impunità. La presunzione di innocenza cade appunto alla seconda, e per la giustizia sportiva definitiva, condanna. Dopo si è colpevoli acclarati e non presunti innocenti. Ma ecco l’ennesimo trucco: vanno cambiate le regole perché quelle in base a cui sono stati blandamente condannati possono valere solo per i ragazzini nei campetti di periferia. Lotito ci spiega così qual è la morale della sentenza d’appello: quando ci sono i soldi di mezzo, la legge li deve rispettare. Fosse solo Lotito e fosse solo il calcio: nel codice incivile, nella costituzione materiale italiana c’è scritto che se i ladri hanno un’industria che facciamo, vogliamo rovinare l’impresa?
Ed ecco quelli del Milan reclamare scuse e risarcimenti, eccoli, invece che ringraziare la clemenza, insolentire la corte che li ha graziati. Fosse solo la corte, se lo merita. Eccoli tutti gridare che se ne fregano del giudizio e della corte e della loro colpevolezza, loro terranno per il collo il calcio e il sistema, andranno al Tar, andranno dovunque perché vogliono di più che la clemenza, vogliono dare una lezione a chi si è permesso di dar loro fastidio.
Brutta gente, direttore, e intorno a loro un intero mondo convocato in tv, in tutte le tv, che non stava più nella pelle al segnale. Segnale che ci si può disfare di tutti quegli estranei, i Rossi e gli altri venuti da fuori. Allenatori, giornalisti, esperti, addetti ai lavori che rispondono entusiasti al richiamo: fuori i barbari. Tutti ubriachi di gioia all’idea che li si possa cacciare dopo incruenta ma fastidiosa e breve occupazione. Stiamo tornando, siamo tornati, ce lo stiamo riprendendo il calcio, voi altri siete troppo deboli, non durate, la sentenza di burro dimostra che siete di latta e vi faremo rotolare via a calci. Questo usciva dalle tv, questo usciva dal tappo saltato. E questa triste processione è quel che mi fa disperare. Perché osceni e volgari dicevano la verità: se lo stanno riprendendo il calcio. Se lo riprendono perché il calcio mostra di essere allergico ad altri che non siano questa brutta gente. Disperare, letteralmente non sperare più. Perché la ragione mi dice che non c’è niente da fare e che saggio è lasciarglielo questo calcio. La mente calcola e dice che non ci si può credere più. Poi qualcosa che non è testa e cervello impedisce di staccarsi: senza calcio si vive, ma è un’amputazione che fa male. Eppure non so che fare o proporre di fare. Dimmelo, direttore, sbattere la porta o turarsi il naso? Dimmelo davvero, perché questa è una lettera vera e per nulla di circostanza.
E non mi basta prendermela con la sentenza, in fondo non serve, neanche a capire. Sentenza molliccia, come un biscotto a lungo inzuppato, se lo sollevi si sbriciola. Ma, dato il clima, è già un mezzo miracolo che la sentenza non si sia del tutto squagliata. Il clima di un paese che sempre giudica la severità e la legalità una crudele ferocia quando queste cadono nel giardino di casa propria. Il clima e l’ambiente: gli avvocati. Hanno sostenuto, invocando i più alti principi morali, che quelli che al telefono contrattavano arbitri e risultati lo facevano sì, ma per scherzo. Va bene che un avvocato difende sempre e comunque, ma che avvocato è quello che sostiene che i suoi assistiti, ad esempio accusati di spaccio, parlano al telefono di dosi e prezzi per farci sopra quattro risate? Sono gli avvocati omogenei alla cultura di un paese che ha sostenuto, con vasto consenso, la grazia per il calcio vincitore ai Mondiali. Singolare cultura giuridica, attendiamo che gli accusati di scippo rivendichino grazia in nome della destrezza e della velocità di fuga. La stessa cultura giuridica, in fondo, cui si richiamava Giraudo quando esigeva non clemenza ma assoluzione perché, parole sue, il calcio è ambiente “border line”. Insomma, se uno dà una coltellata in una rissa da osteria, è davvero colpevole?
La stessa cultura giuridica e civile che inforna una legge pronta allo sforno. Si chiama indulto ed è stata cucinata in maniera tale che chi ruba un portafoglio prende sei anni di galera ma esce dopo tre, chi invece fa bancarotta di miliardi passa da tre anni a zero e di galera non fa neanche un giorno. Se i due terzi del Parlamento giudicano reati veniali quelli finanziari e di corruzione, se l’assessore condannato può tornare ad amministrare, perché decapitare il calcio?
Il clima e l’ambiente: i sindaci, i ministri, i parlamentari che frappongono il petto alla severità, anzi alla legge. I Tribunali ordinari usati come blocchi stradali, li metto in mezzo, mi ci barrico dietro e niente passa più. E’ il modello tassisti, funziona, lo stanno adottando farmacisti, avvocati, sono pronti i fornai. La sentenza ha le sue colpe, stabilisce che l’importante è non farsi cogliere in flagrante, sancisce l’unico vero divieto d’ora in poi: non trattare questi affari al cellulare e racconta che tutto l’imbroglio era soprattutto una questione di maleducazione. Ma in fondo non è colpa sua, della sentenza. La sentenza è la minestra ma è il convento-paese che la passa. Nell’albergo dove è stata letta, l’altra sera arrivava l’americana Rice. Se, incuriosita dalla mobilitazione e dal trambusto, avrà domandato cosa accadeva, le avranno sintetizzato in inglese: un processo, anzi due, tutti colpevoli e condannati, nessuno però si fa male davvero, adesso cacciano gli inquirenti, è l’Italia, Condy, e nessuno può farci niente.

EDITORIALISTA GRUPPO L'ESPRESSO


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